Valle di Muggio

L’allevatore del Generoso potrebbe arrendersi al lupo

In inverno vive e lavora a Roncapiano, in estate si sposta in vetta con i suoi animali – Aurelio Clericetti è l’ultimo paesano del monte e per la prima volta nella sua vita sta valutando di vendere tutto e mollare – Il motivo? «Non so proprio come convivere con il lupo»
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Lidia Travaini
26.02.2024 06:00

Ha voglia di arrendersi Aurelio Clericetti: per la prima volta nella sua vita sta seriamente pensando di vendere i suoi animali e rinunciare all’attività che porta avanti da tutta la vita in Valle di Muggio, tra Roncapiano e la vetta del Generoso. Il motivo, anzi il responsabile? Il lupo. Il predatore nel corso dell’ultimo anno ha infatti messo a dura prova la sua attività – che porta avanti con la mamma, il papà e la compagna, chi non conosce i formaggini del Generoso? – e la sua tolleranza. «Posso convivere con i cervi, con la volpe e con i cinghiali, ma con il lupo proprio no», ci dice senza mezzi termini quando lo incontriamo a Roncapiano.

«È tornato ancora»

Il lupo negli ultimi giorni è tornato a farsi vivo. Le predazioni vengono analizzate dal Cantone, ma identificarne il responsabile non è mai semplice (e il processo dura giorni), tuttavia per il nostro interlocutore non ci sono dubbi: «Si capisce quando il responsabile è un lupo, da come azzanna gli animali», spiega. Nel corso dell’ultima settimana Clericetti ha perso 5 agnelli – «Attacca gli animali più deboli, è furbo» –, uno vittima di predazione, gli altri dispersi. Durante l’estate invece ne ha persi 6 (quattro predati, due dispersi). Per un totale di 11. Problema che si aggiunge al problema? «Sono riuscito a ottenere un rimborso solo per due animali, i due per cui è stato accertato dal test del DNA che erano stati attaccati da un lupo». Per i contadini e gli agricoltori economicamente i tempi sono molto difficili, costi in aumento e sussidi in calo sono un mix pericoloso. «Ma questo non è il punto – aggiunge Clericetti –, anche se venissi rimborsato per tutti gli animali che perdo non ha senso allevarli per farseli uccidere dal lupo».

Il tema è delicato e il problema complesso. Il nostro interlocutore non vuole azzardare la conclusione che il lupo vada soppresso, ma anche l’opzione di recintare tutti i pascoli non sembra percorribile: «Li vedete i pendii di Roncapiano e del Generoso? Vedete le pendenze e come sono estesi? Come faccio a recintarli tutti? E a che costo?».

Clericetti trascorre la stagione fredda a Roncapiano, poi da giugno a settembre si sposta in vetta al Generoso, dove la mamma Marisa gestisce anche un agriturismo. «Qui a Roncapiano potrei chiudere le pecore all’interno durante la notte, avevo anche idea di costruire un porticato per questo, ma d’estate come faccio a far loro trascorrere la notte al chiuso? Durante la stagione calda le pecore dormono di giorno e mangiano di notte, quindi devo lasciarle nei pascoli».

Frustrazione e passione

L'allevatore vallerano è frustrato, non vede soluzioni all’orizzonte. Per questo sta pensando di mollare: «Non posso passare un’estate come la scorsa, a cercare il lupo con la moto di notte per farlo scappare. Le vendo e addio», prosegue parlando delle sue 43 pecore, 19 capre e 9 mucche. Animali che però chiama per nome e con cui parla; entrando in stalla saluta le mucche e chiede loro come stanno. Spiegandoci le abitudini delle pecore dice: «Sono come persone, mi riconoscono e mi seguono». Facciamo fatica a immaginarlo senza la sua attività e gli animali. Infatti ci dice: «Sarebbe peccato per la montagna e mi spiacerebbe smettere anche per tutti i lavori che ho fatto qui. In questi pendii ho costruito anche delle strade, gli animali poi tengono pulita la montagna, senza di loro non oso immaginare come diventerebbero i prati tra qui e la vetta».

Animali furbi

Come anticipato il (sempre presunto) lupo è tornato a farsi vivo in valle da una decina di giorni. «Lo capisci anche perché non ci sono più selvatici in giro, non vedo un cervo da 8 giorni». L’Ufficio della caccia e della pesca ha segnalato una prima predazione nel Mendrisiotto (a Somazzo) lo scorso marzo, altre ne sono seguite in primavera ed estate. Poi gli episodi più recenti. Clericetti identifica tre «ondate»: «Il lupo si è fatto vivo una prima volta in primavera, poi c’è stata un po’ di calma ed è tornato tra luglio e agosto, e adesso notiamo la sua presenza da una settimana circa. Io l’ho già visto più volte, è furbo e imprevedibile, ormai non ha più orari. Ma anche le pecore sono scaltre, in estate vanno a dormire tra le rocce perché sanno che in quell’ambiente il lupo è a disagio, ha paura di rotolare giù con loro se le attacca».

Gli adattamenti naturali degli animali però non bastano. Per questo l’opzione della resa ha iniziato a far breccia nella testa di Aurelio Clericetti. Riuscirà a trovare la motivazione per affrontare un’altra estate in vetta o si arrenderà? «È dura, vedo un futuro molto difficile», conclude.