Morbio Superiore

L’angolo di Lattecaldo dove comanda la natura

Alla scoperta del Vivaio forestale cantonale, struttura nata per necessità (una malattia del castagno) e diventata poi un punto di riferimento per la coltivazione di molte specie arboree – Le più vendute sono abete rosso, larice e querce
©Chiara Zocchetti
Martina Minotti
01.02.2024 06:00

Nel cuore dei boschi di Morbio Superiore, precisamente a Lattecaldo, si estende su una superficie di circa cinque ettari e mezzo un vivaio forestale. Tra campi pronti ad accogliere larici e meli e piccole piante in crescita, si intravedono operai che lavorano la terra e qualche curioso che passeggia tra le piante. Siamo al Vivaio di Lattecaldo, azienda cantonale nata nel 1948 a seguito del cancro corticale del castagno, malattia che aveva costretto il servizio forestale a disboscare innumerevoli boschi e portare poi avanti dei progetti di risanamento.

Autosufficienza

Con il tempo le esigenze sono cambiate – oggi l’attività consiste soprattutto nella raccolta di semi nei boschi che poi vengono ripiantati e coltivati nella struttura – e negli ultimi due anni sono stati effettuati lavori per ottimizzare l’impianto di compostaggio e le infrastrutture idriche.

Vicino ai campi, come ci mostra il responsabile Giona Mercolli, vi è un nuovo, imponente edificio destinato alla conservazione delle piante nelle fitocelle – stanze mantenute ad una certa temperatura e percentuale di umidità che permettono lo stoccaggio dei vegetali – e accanto ad esso trovano spazio un piazzale pavimentato per il compostaggio, una trincea per il filtraggio dell’acqua e due vasche per conservarla. Grazie a questi sistemi il vivaio è autosufficiente, può valorizzare la sua materia prima per la concimazione e riutilizzare le acque impiegate nel processo di compostaggio.

Le specie più gettonate

Il vivaio ha una varietà di novanta specie tra piante forestali, da frutto e arbusti. Di queste, la più venduta è l’abete rosso, insieme a larice e querce. La produzione per l’anno appena trascorso è stata fra quaranta e cinquantamila unità: «Un risultato soddisfacente per noi, considerando che la siccità degli scorsi anni aveva provocato un grandissimo problema» osserva il responsabile. Le condizioni climatiche avevano costretto il vivaio a trasportare circa mezzo milione di litri d’acqua (con una spesa di quasi ventimila franchi) per annaffiare le piante, le quali peraltro erano cresciute in maniera nettamente ridotta rispetto al solito. Un lavoro non facile, vista anche la posizione geografica del vivaio: l’acqua doveva infatti essere trasportata da fondovalle fino a Lattecaldo e in un singolo viaggio si potevano caricare al massimo ottomila litri d’acqua.

Tra le attività attuali del vivaio c’è anche la fornitura di piante, che non è sempre facile trovare nelle quantità desiderate, per la realizzazione di progetti del genio civile, come ad esempio le strade. «Per questo genere di opere servono soprattutto arbusti» fa sapere il direttore, mentre la richiesta di piante forestali è diminuita rispetto agli anni dei disboscamenti a causa del cancro corticale del castagno. Bisogna fare i conti con la natura, come sempre: «Su di essa non si può avere un controllo» ricorda Mercolli, che è responsabile del vivaio dal 2021. «È un lavoro che richiede parecchio impegno, ma per me è una sfida gratificante. Dopo la laurea in biogeoscienze, ho iniziato a lavorare in un vivaio a Zurigo, dedicandomi principalmente al lavoro da manovale. Ho accumulato molta esperienza pratica – continua il responsabile – ma non avrei mai pensato di trovarmi a gestire direttamente un’azienda: è stato un cambiamento significativo e ne sono entusiasta».

Produzione e... formazione

A proposito di lavoro, il vivaio offre un programma di formazione triennale per un massimo di due giardinieri vivaisti, con obbligo di frequentare il Centro professionale del verde a Mezzana. Lo stesso centro, insieme all’Associazione castanicoltori della Svizzera italiana, dal marzo scorso propone un corso base di castanicoltore focalizzato sulle competenze essenziali per la cura e la gestione delle selve di castagno.