L'antidoto contro la solitudine rimane il legame con la società

Poco importa se il mezzo per raggiungere uno scopo è differente, se si conduce uno studio utile per fotografare una particolare situazione o si preferisce una comunicazione a tappeto. L’importante è che in un caso o nell’altro l’obiettivo venga messo a segno. E il fine non è di poco conto, visto che si sta parlando del benessere degli anziani. Chiasso ha appena concluso la seconda fase del progetto «Osservatorio anziani» condotto dall’Ufficio dei servizi sociali e iniziato nel 2022 per avere una panoramica delle necessità e delle fragilità dei residenti over 75 a seguito della pandemia, ma più in generale della qualità di vita. Il Servizio anziani soli (SAS) di Mendrisio, invece, da anni invia regolarmente una comunicazione a tappeto rivolta agli anziani soli che vivono nel capoluogo al fine di prevenire situazioni di isolamento. E in tutti e due i poli emerge una chiara condizione: l’anziano sta bene tra la popolazione e quando possiede una rete di sostegno e di incontro.
Pandemia non ti temo più
La seconda fase dell’indagine condotta nella cittadina ha visto un operatore sociale prendere contatto con 575 persone, di cui 417 si sono rese disponibili al dialogo (su un campione di 900 anziani). Il quadro emerso è sostanzialmente in linea con quello della prima fase: meno dell’1% degli intervistati afferma di vivere in solitudine o in una condizione di sofferenza, mentre a livello generale un ruolo fondamentale lo gioca questa sorta di cordone di sicurezza a cui fa capo l’anziano, come l’appoggio dei familiari oppure l’aiuto domiciliare. Se nella prima fase dello studio condotta l’anno scorso il senso di insicurezza e timore scaturito dalla pandemia era comprensibilmente rimasto nonostante il passare del tempo e la conseguente riduzione delle restrizioni, in questo secondo stadio la pandemia viene percepita come una problematica superata che non desta particolari preoccupazioni.
Richieste accolte
Dalle richieste puntuali degli anziani al termine di ogni fase, il Comune ha risposto implementando dei servizi, come l’organizzazione di attività culturali e ricreative anche al pomeriggio e la creazione di un Ufficio anziani nel quale lavorano una figura della polizia comunale e un assistente sociale. Dai risultati di questa seconda fase sono emerse richieste concrete: la necessità di avere una figura di riferimento e di creare uno spazio istituzionale ai quali l’anziano può rivolgersi in caso di bisogno, la necessità di avere un «Punto Posta» nel quartiere, avere una maggiore offerta di attività e il desiderio, da parte degli anziani del quartiere di Pedrinate, di avere uno spazio ludico/ricreativo accessibile senza usare la macchina.
Una Città attenta
Volgendo lo sguardo a Mendrisio, l’attenzione per la popolazione anziana più vulnerabile è una prerogativa che la Città si è data trent’anni fa con la creazione del Servizio Anziani Soli (SAS). Ogni anno l’Antenna anziani contatta i cittadini che hanno compiuto 72, 74, 76 anni e oltre proponendo loro un incontro conoscitivo con un’operatrice sociale del capoluogo e raccogliendo dati sulle risorse personali al domicilio con un focus sui bisogni di questa fascia di popolazione. «Mendrisio non ha condotto uno studio sul benessere dell’anziano, ma tra il 2019 e il 2020 abbiamo indagato su questo tema attraverso interviste telefoniche a 96 anziani tra i 70 e i 76 anni con tutta una serie di domande puntuali legate alla vita pratica – ci spiega Tiziana Madella, responsabile dell’Ufficio antenna sociale di Mendrisio –. Ne è emersa una fotografia simile a quella che viene riscontrata tuttora, ovvero che la famiglia rimane una risorsa importante (e qui entra in gioco "l’esercito silenzioso" dei familiari curanti), il bisogno di avere un ruolo attivo all’interno della società e la volontà di creare delle reti di solidarietà tra generazioni». Come detto, annualmente il SAS invia una comunicazione agli anziani. Nel 2022 sono state contattate 831 persone e i dati che sono emersi hanno confermato al servizio che l’invecchiamento della popolazione è maggiormente al femminile con le varie problematiche che ne conseguono. A maggio di quest’anno, invece, sono state inviate 765 lettere: 660 a nuovi anziani e 105 a persone già presenti nella banca dati del SAS. Al momento 27 persone hanno richiesto un primo contatto con le assistenti sociali, mentre sono in corso le richieste di prime visite.