L'antidoto scarseggia: «Ecco perché è importante imparare a conoscere i funghi»

Piove sul bagnato per gli amanti, ticinesi e svizzeri, dei funghi. Nel bel mezzo di una stagione da dimenticare, Tox Info Suisse – servizio di consulenza ufficiale per tutte le domande relative agli avvelenamenti – ha rivolto un appello urgente alla comunità dei fungiatt: «Sottoponete i funghi raccolti a un esame di un organismo ufficiale di controllo». Urgente, sì, perché l'invito – di per sé sempre valido – è stato reiterato per una ragione ben precisa: «L'antidoto utilizzato nei casi di avvelenamento da Amanita phalloides non è disponibile né in Svizzera né all'estero almeno fino a metà novembre. È indispensabile, soprattutto nella situazione attuale, evitare l'avvelenamento da funghi».
Da noi contattata, la dottoressa Cornelia Reichert, capo servizio a Tox Info Suisse, ha spiegato che il servizio, in questo periodo dell'anno, è normalmente consultato più volte al giorno in merito all'avvelenamento da funghi: consultazioni che riguardano, spesso, proprio le intossicazioni da Amanita phalloides, mortali se non trattate in modo appropriato. «Considerata la gravità dell'avvelenamento da amanita falloide, che può portare alla compromissione del fegato, la terapia prevede sempre l'utilizzo dell'antidoto». Antidoto che, appunto, al momento manca, in Svizzera e all'estero. «Penurie del genere possono accadere e sono già accadute. In questo momento la situazione non è così grave perché farmacie e ospedali elvetici ne posseggono ancora delle dosi in stock. Il problema è che il produttore non ne può, attualmente, fornire altre». Di qui la pressante necessità di evitare un totale esaurimento scorte.
I ticinesi «timidi»
Date le condizioni, l'adagio "prevenire è meglio che curare" è ancor più valido, evidenzia Tox Info Suisse: «La situazione attuale richiede ancora più cautela del solito nella raccolta dei funghi». E l'invito ai fungiatt è di rivolgersi, dopo la raccolta, agli esperti di VAPKO, l'Associazione svizzera degli organi ufficiali di controllo dei funghi. Presidente della sezione Svizzera italiana, Francesco Panzini ci spiega che effettuare un esame dei funghi raccolti è semplice. «Basta una chiamata, e la verifica viene effettuata al domicilio del controllore associato alla VAPKO», i cui indirizzi sono disponibili sul sito www.vapko.ch. Alle nostre latitudini, il controllo è gratuito. Ciononostante, i ticinesi sono un po' restii nell'usufruire del servizio. «Rispetto alla Svizzera interna, sono pochi i raccoglitori che chiamano». Una timidezza dovuta, forse, anche a un carattere un po' «abitudinario». «Spesso si punta solo a porcini, mazze di tamburo, chanterelles, finferli. Mentre di fronte a un "porcino strano" si evita totalmente la raccolta». Eppure, sottolinea Panzini, «è meglio imparare a conoscere il nemico. Ogni fungo ha le sue caratteristiche. È solo una volta che abbiamo studiato le particolarità e imparato a distinguere che il fungo è davvero nostro». L'invito agli appassionati, dunque, è di allargare – in totale sicurezza – i propri orizzonti, «sottoponendo le raccolte ai controllori e frequentando le società micologiche ticinesi». E, ovviamente, partecipando ai corsi indetti dalle varie organizzazioni, sebbene quest'anno posti in stop a causa della straordinaria penuria di esemplari da sottoporre allo studio agli adepti fungiatt.
Non resta, dunque, che una domanda. Come muoversi se, nonostante la buona volontà, si incappa in una sospetta intossicazione da funghi? Torniamo a rivolgerci alla dottoressa Reichert. «La cosa migliore da fare è chiamare il numero di Tox Info Suisse: il 145. Ogni caso è differente. Consultare il servizio svizzero permette di delimitare la situazione per poi intervenire, se necessario, con la terapia».