L’appello sui social, una marea di volontari e il cagnolino è salvo

LUGANO - Un semplice post su Facebook. È così che si è sparsa la voce a Origlio, a Capriasca e nei paesi limitrofi che c’era un cagnolino da salvare. In un momento in cui si parla spesso negativamente delle derive dei social media, abbiamo deciso di raccontare la storia di Bernie, il piccolo jack russel tricolore salvato dalla dedizione e dall’impegno di un’intera regione che si è mobilitata grazie proprio a Facebook. Scappato domenica mattina mentre stava passeggiando a Tesserete, vicino alla strada per Redde, con la sua padrona, Dinorah Cervini, Bernie era legato al guinzaglio che non è riuscito ad impedirgli di filarsela quando ha visto una cerva. Dopo una prima ricerca infruttuosa, la figlia di Dinorah, Amalia, decide di affidarsi al social: oltre a pubblicare un avviso di scomparsa su FB, ha allertato i partecipanti alla corsa d’orientamento che si sarebbe tenuta in giornata nella zona della scomparsa tramite l’evento presente sul social. È in quel momento che la notizia della scomparsa di Bernie diventa virale: in centinaia la condividono su FB e decine di persone iniziano a cercarlo per tutta la zona. «A partire da un certo momento - spiega Cervini - tutti coloro che incontravo nel bosco erano alla ricerca del mio cane». Passano le ore, i giorni, ma il cane non si trova. A un certo punto si teme addirittura sia rimasto vittima dei cinghiali. Nelle ricerche viene infatti coinvolto anche un cane da traccia condotto da Pierre Zanelli dell’associazione Cani da traccia canton Ticino e l’esito delle ricerche non è positivo. «Non sono mai stato così contento di essermi sbagliato» ha detto Zanelli alla padrona quando Bernie è stato ritrovato. Sì, perché questa è una storia a lieto fine: dopo quattro giorni e tre notti trascorsi fuori casa il jack russel è stato ritrovato. Nonostante secondo le ricerche del cane da traccia sembrava non ci fosse più nulla da fare, Cervini non si è lasciata abbattere e si è affidata al parere di una «sensitiva» che si occupa anche del ritrovamento di animali. «Secondo lei - racconta - il cane era ancora vivo, ferito ma vivo. Diceva che si trovava su delle rocce in prossimità di un rifugio da cacciatore». Queste due «premonizioni» alla fine si rivelano in parte vere.

Nella giornata di martedì, giorno festivo, viene organizzata una spedizione di ricerca da parte di un gruppo di volontari. Tramite il gruppo su Facebook Ticino dog trekking, di cui è amministratrice, ne viene a conoscenza anche Liesje Pedrozzi. Escursionista esperta e appassionata, Pedrozzi parte di buon mattino con i suoi cani ma torna a casa a mani vuote. Non demorde e nella giornata di mercoledì decide di recarsi nuovamente nei boschi, fuori dai sentieri battuti. «Ho cercato Bernie per quasi undici ore - racconta - e proprio quando volevo tornare indietro una vocina dentro di me mi ha detto di andare avanti». E solo poco più avanti che si rende conto che quella vocina aveva ragione. «Ho sentito abbaiare e a quel punto ho capito che l’avevo trovato». Dopo essere riuscita ad avvicinarsi offrendo al quadrupede dei biscottini, l’ha riportato tra le braccia della sua padrona che non poteva credere ai propri occhi (nel video la felicità di padrona e cagnolino nel momento in cui si sono riabbracciati). Il cane era stremato, affamato e lievemente disidratato ma tutto intero e ora sta bene. «Questa disavventura - ha detto Cervini - mi ha insegnato che è il mondo è meno ignobile di quanto sembri». Come gesto di ringraziamento per l’impegno profuso da tanti volontari della regione, la famiglia di Bernie ha fatto una donazione a due associazioni che si occupano degli animali, Forza rescue dog e Animali Ticino.