L’assalto alle roccaforti PPD e PLR

Nel nostro percorso pre-elettorale tra i Comuni del Luganese siamo giunti ai piedi di due roccaforti, due baluardi che è dura espugnare: Massagno e Paradiso. Dura per le fazioni politiche che tenteranno di strappare dei seggi ai due partiti regnanti, cioè il PPD a Massagno e il PLR a Paradiso. Se «regnanti» vi sembra eccessivo, considerate che questi gruppi hanno rispettivamente quattro e cinque esponenti in Municipio, cioè la maggioranza assoluta. Vediamo se e come le cose potrebbero cambiare.
Sfumature di verde
Per mantenere le loro posizioni, i popolari democratici di Massagno schierano per l’Esecutivo il sindaco Giovanni Bruschetti, i colleghi uscenti Sabrina Gendotti, Giovanni Pozzi e Anke van der Mei Lombardi, Francesco Locatelli, Simona Rusconi e Alessandra Zumthor Bernasconi. La Lega risponde con Philippe Bouvet, Davide Dedé, Romina Del Monte, Samanta Fakhy, Micaela Rebozzi, Maria D’Amelio e Jorge Vassalli. Stavolta nessuna alleanza con l’UDC, che corre insieme all’Unione Democratica Federale presentando il municipale uscente Renato Tami e Fabio Zucal, mentre il gruppo PLR punta su Fabio Nicoli, Giorgio Chiappini, Gabriella Bruschetti Zürcher, Ugo Früh e Luigi Testino. Dal canto loro, PS e Verdi mettono in campo Adriano Venuti, uscente, Mirza Usman Baig, Andrea Brusa, Elena Meier e Rosario Talarico. È proprio il fronte rossoverde, come in molti Comuni, ad avere i riflettori puntati addosso. L’ormai famosa onda arriverà a Massagno? Il sindaco Bruschetti è tranquillo. «Dal punto di vista ambientale, il Municipio ha lavorato particolarmente bene: tra le varie cose abbiamo gettato le basi pianificatorie per la copertura della trincea, che prevede un parco pubblico di diecimila metri quadri, mentre è in fase conclusiva la realizzazione di un altro parco di pari estensione nel quartiere della Swisslife; inoltre, con la ristrutturazione delle scuole di Nosedo, abbiamo creato di fatto un altro parco urbano». Considerato ciò, Bruschetti si dice fiducioso di poter mantenere i seggi attuali. La sinistra però ci crede. «Affrontiamo le elezioni con serietà e determinazione, sicuri di aver fatto un buon lavoro in questi anni – esordisce Venuti – Un lavoro di opposizione non ‘tanto per’, ma ragionato. E così continueremo. Il raddoppio non è impossibile, in passato abbiamo già avuto due municipali socialisti: possiamo farcela».
Rossi alla riscossa
Se le mura di Massagno sono alte, quelle di Paradiso sono altissime. Alle ultime elezioni il PLR aveva superato prima il quaranta percento dei voti di scheda e poi, alla seconda votazione, dopo che la prima era stata annullata per questioni formali, era andato oltre il cinquanta salendo da quattro a cinque municipali. La squadra per il prossimo aprile è composta dal sindaco Ettore Vismara, dagli uscenti Luciano Di Simone, Renata Foglia e Cinzia Longoni e da Andrea Barbieri, Nicola Hardmeier ed Ettore Moccetti. PS e Verdi, che nella ripetizione dell’ultimo voto avevano perso il loro unico seggio nell’Esecutivo, si presentano con Fiorenza Canetta, Enzo Rigato, Walter Bormolini, l’ex municipale Marco Foglia e Laura Foglia. Il PPD schiera l’uscente Fulvia Guglielmini, Daniele Ghezzi, Paolo Ghezzi e Katja Gianella Porcu. Lega e UDC hanno invece solo due candidati: l’uscente Antonio Caggiano e Silvana Minoretti. «Quest’anno abbiamo una lista molto ristretta – ammette Caggiano – Diverse persone che c’erano quattro anni fa hanno lasciato il Comune e abbiamo fatto fatica a trovarne altre. Non abbiamo molte speranze di cambiare gli equilibri: puntiamo a mantenere i seggi attuali, né più né meno. Spero invece che rientri un socialista a discapito del PLR, in modo da avere più equilibrio. I liberali radicali comunque restano una forza indiscussa e dobbiamo conviverci». Vismara non vuol vendere la proverbiale pelle dell’orso, ma non può nemmeno negare i numeri. «Non si sa mai – frena il sindaco – Noi riteniamo di aver lavorato bene, quindi affrontiamo il voto con serenità. Non dovrei dirlo, perché comunque puntiamo a fare il meglio possibile, ma andrà bene anche se avremo un seggio in meno: quando eravamo in quattro avevamo comunque la maggioranza assoluta e tutti i partiti erano rappresentati. La nostra maggioranza, in ogni caso, non l’abbiamo mai imposta».