Prostituzione

Lassù dove le luci rosse non si sono riaccese

Il tema è tornato d’attualità con il tramonto del Motel Castione: che fine hanno fatto i postriboli sulla strada vecchia del Ceneri, anni fa sotto i riflettori? Uno è stato trasformato in appartamenti, uno risulta abbandonato, uno è bruciato e un altro è stato ristrutturato e trasformato di recente in snack bar
Tra i locali chiusi anche l’Osteria Ronco, un tempo tra i postriboli posizionati lungo il «Ceneri vecchio». ©CdT/Chiara Zocchetti
Red. Online
27.01.2022 06:00

Mentre tornano d’attualità le luci rosse, con quelle del Motel Castione che si sono spente negli scorsi giorni a causa dell’IVA non pagata, viene in mente l’epoca in cui nel Bellinzonese di locali simili se ne contavano decine, mentre in tutto il Ticino c’è chi negli anni d’oro della prostituzione ne ha contati una cinquantina, quasi equamente suddivisi tra Sopra e Sottoceneri. Erano molti, diffusi e ben frequentati, grazie anche ad un considerevole frontalierato del piacere, da metà anni Novanta fin circa al 2012-2014, quando la Magistratura ha fatto piazza pulita, chiudendo la maggior parte dei ritrovi e portando in aula numerosi tenutari di bordelli senza autorizzazione. A tenere banco, per mesi, fu il Lumino’s, le cui vicende sconfinarono anche nelle stanze della politica. Un caso particolare nel ventennio più caldo delle lucciole era puntualmente quello di Cadenazzo, con il «Ceneri vecchio» che in pochi chilometri contava ben quattro postriboli.

In tour dal Bosco in su
Che fine hanno fatto quei locali? I primi due salendo verso il Ceneri non ci sono più. Il «Ristorante Al Bosco» (all’inizio della salita e ancora in zona residenziale) non esiste più nemmeno come bar, visto che negli scorsi anni quegli spazi sono stati trasformati in appartamenti (riconversione residenziale che per altro ha riguardato anche l’ex Hollywood, un altro locale hot di Cadenazzo ma situato in un’altra posizione, all’entrata nord del paese). L’Osteria Ronco, posta qualche tornante più in su rispetto al Bosco, è pure chiusa e appare oramai abbandonata. Poi, continuando a salire, sulla sinistra c’era il motel Monna Lisa, ubicato in realtà in territorio di Gambarogno. La parte nord della struttura è bruciata la sera del 15 giugno 2021 a causa di un incidente avvenuto nel contesto di un’esercitazione militare. Il complesso è tuttora recintato e non è stato sistemato. Infine, proseguendo ancora verso il passo del Ceneri, un tempo c’era il Belvedere, pure finito spesso sotto i riflettori della cronaca. È l’unico rimasto aperto, ma tacchi a spillo e vestiti succinti non sono più il piatto forte. Il locale è stato completamente ristrutturato e riconvertito negli scorsi mesi in snack bar, e ribattezzato in «Village». Ronco, Monna Lisa e Belvedere, ricordiamo, erano tutti fuori zona edificabile, ciò che ne ha impedito la trasformazione in postriboli ufficiali, proprio come il citato Lumino’s.

Il colpo di grazia della pandemia
Quello che era tra i Comuni più toccati dalla prostituzione - con frequenti retate, chiusure e successive riaperture - ha dunque perso il «primato». E anche laddove l’attività sarebbe consentita, nella zona artigianale-commerciale, le luci rosse non si accenderanno. Dopo anni di battaglie, e malgrado l’abbia infine spuntata contro i confinanti contrari al progetto, il promotore di una casa d’appuntamenti con trenta professioniste e un contact bar da 150 posti ha gettato la spugna di recente, vendendo il terreno ad una ditta di trasporti. Ad influire anche la pandemia che ha messo in difficoltà un settore già in crisi.

L’unico ex bordello rimasto aperto (come normale esercizio pubblico) è il Belvedere, ribattezzato «Village». ©CdT/Chiara Zocchetti
L’unico ex bordello rimasto aperto (come normale esercizio pubblico) è il Belvedere, ribattezzato «Village». ©CdT/Chiara Zocchetti