Lastminute: confermate quattro carcerazioni preventive

Primi sviluppi nell’ambito della vicenda che coinvolge il gruppo lastminute.com, con sede principale a Chiasso. L’azienda è finita nell’occhio del ciclone qualche giorno fa, dopo che il Ministero pubblico ha annunciato di aver aperto un’inchiesta per presunti abusi riguardo le indennità di lavoro ridotto COVID-19. Nell’ambito dell’indagine in corso nei confronti di alcuni attuali e precedenti dirigenti e manager di alcune società controllate da lastminute.com, il Minisero pubblico ha reso noto nelle scorse ore che il Giudice dei provvedimenti coercitivi ha confermato la misura restrittiva della libertà per quattro delle sette persone fermate nei giorni scorsi. Si tratta di cittadini italiani tra i 33 e i 57 anni che sono stati posti in carcerazione preventiva.
Gli altri manager interrogati sono stati rilasciati, ha dal canto suo reso noto la compagnia ieri mattina in una nota. Testo in cui annunciava la carcerazione preventiva di 5 persone. «Un quinto imputato, arrestato provvisoriamente, è stato nel frattempo scarcerato», si legge tuttavia nel comunicato della Magistratura, che è stato diffuso diverse ore dopo quello di lastminute.com.
La Procura ha bloccato una parte dei fondi detenuti in alcuni conti bancari delle filiali interessate per un importo complessivo di 7 milioni di franchi svizzeri. La società ha già adottato misure per salvaguardare un’adeguata continuità di tutta la gestione quotidiana delle filiali in questione – si aggiunge nella nota del gruppo – in quanto potrebbero essere interessate da tali misure.
Ad occuparsi dell’inchiesta è il procuratore pubblico Claudio Luraschi che nei confronti degli indagati ipotizza i reati di truffa e, in subordine, ottenimento illecito di prestazioni di un’assicurazione sociale o dell’aiuto sociale. Tra il marzo 2020 e il febbraio 2022 gli aiuti COVID ricevuti dall’intero gruppo ammontano a 28,5 milioni di franchi.