L’autostrada ciclabile torna in mano ai Comuni

Dopo notizie di rincari milionari e bordate tra la Commissione regionale dei trasporti del Luganese (CRTL) e il Dipartimento del territorio, per la ciclopista Melide-Paradiso c’è finalmente una buona notizia. L’«autostrada ciclabile» – che collegherà i due comuni passando per un lembo di terreno luganese – potrebbe, il condizionale resta d’obbligo, uscire dal tunnel in cui era finita in questi mesi. L’opera è stata inserita nel Programma di agglomerato di quinta generazione (PAL5) con priorità B, ossia con orientamento temporale 2035. Il PAL5 è stato trasmesso alla Confederazione, che dovrà esprimersi nel merito. In ballo ci sono decine di milioni di sussidi federali, ma «solo» per le opere in priorità A.
E la ciclopista, dunque? Ebbene, la prima novità è che il progetto è ora portato avanti dai tre Comuni interessati e non dal Dipartimento del territorio. E proprio questa settimana, il Municipio di Melide ha approvato un messaggio con la richiesta di un credito di 50 mila franchi per la conclusione dei lavori di progettazione di massima del collegamento ciclopedonale. «Avremmo potuto utilizzare la delega municipale senza passare dal Consiglio comunale, ma abbiamo deciso di coinvolgere il Legislativo visto che si tratta di un progetto politicamente importante, ma per il quale gli ultimi crediti approvati da Melide risalgono al 2017. Da allora molto è cambiato e ci è sembrato giusto riportare il tema all’attenzione della politica», spiega al Corriere del Ticino il sindaco Emiliano Delmenico.
Degli ultimi sviluppi avevamo riferito ormai più di un anno fa, quando il presidente della CRTL Filippo Lombardi aveva annunciato che il costo totale era lievitato da 17 a 50 milioni di franchi. «L’obiettivo è restare entro i 40 milioni – dice Delmenico –. È possibile risparmiarne 5-10 se nel frattempo dovesse arrivare il Potenziamento Lugano-Mendrisio (PoLuMe), che declasserebbe la strada della Forca di San Martino». Ma questa è musica del futuro. Per il momento si lavora con l’asticella fissata a 40 milioni di franchi. «Chiediamo questo credito perché dobbiamo affinare il progetto di massima su indicazione della Commissione federale per la protezione della natura e del paesaggio, che ci ha chiesto di limitare il più possibile l’impatto dell’opera sulla flora e sulla fauna», dice il sindaco di Melide. Il Comune, come detto, stanzierà 50 mila franchi. Altrettanto dovrebbe fare Paradiso, mentre Lugano dovrebbe stanziare 150 mila franchi.
Un tour virtuale
L’idea dell’autostrada ciclabile era stata lanciata nel 2015 dall’allora consigliere nazionale PLR Rocco Cattaneo e negli anni i tre Comuni interessati dall’opera avevano dovuto produrre diversi studi a dimostrare la fattibilità dell’opera. La ciclopista sarà lunga circa quattro chilometri. Partendo dal lido di Paradiso, il tracciato procederà per un breve tratto parallelo alla cantonale (su una strada dedicata) per poi superare il promontorio della Forca di San Martino grazie anche una galleria costruita nel 1863 da una società inglese e poi «dimenticata». Il percorso proseguirà poi in riva al lago - prevalentemente su passerella - per diverse centinaia di metri fino alla zona Ferrera, dove attraverserà la ferrovia attraverso un sottopasso già esistente e la cantonale e proseguirà lato monte fino alla rotonda di Melide.
Perché più cara?
A incidere sui maggiori costi, lo ricordiamo, erano in particolare due modifiche al progetto chieste dal Cantone. La prima: l’allargamento della ciclopista fino a 3,90 metri nella parte di tracciato che si allontana dalla strada cantonale. Stando ai servizi cantonali, in caso di emergenza i mezzi di soccorso dovrebbero così poter circolare sulla ciclopista e incrociare senza difficoltà anche una bicicletta con agganciato un rimorchio. La seconda: un sottopasso in zona Ferrera, al posto di un passaggio ciclopedonale semaforizzato che attraversa a raso strada. La ciclopista, da Paradiso fino a lì, segue la riva del lago, ma poi deve passare sul lato montagna per raggiungere la rotonda di Melide. Il progetto iniziale elaborato prevedeva appunto un semplice attraversamento semaforizzato della strada.