Mendrisiotto

Laveggio: il parco si completa come un puzzle

È un momento cruciale per il progetto che mira alla realizzazione di un parco ubrano tra Riva e Stabio - «Sarebbe bello se i Comuni coinvolti si coordinassero di più»
©CdT/Chiara Zocchetti
Lidia Travaini
19.09.2019 06:57

Valera, Santa Margherita a Stabio, la zona della Tana e i prati di San Martino. Apparentemente distanti, ma tutte racchiuse in quel fazzoletto di terra che è il Mendrisiotto, queste aree – già oggi meta di svago - hanno una caratteristica comune: sono tutte attraversate dal Laveggio.

È verosimilmente partendo da questa constatazione che ormai 10 anni fa un gruppo di cittadini, riunito nell’associazione Cittadini per il territorio, ha avuto l’idea del Parco del Laveggio, un progetto che mira a trasformare le zone attraversate dal fiume in un parco urbano fruibile alla popolazione, da Santa Margherita alla foce nel Ceresio. Per stilare un primo bilancio e per avere uno sguardo complessivo sulla valorizzazione del fiume abbiamo incontrato i coordinatori dell’associazione Ivo Durisch e Grazia Bianchi, che rendono subito attenti su un aspetto per loro cruciale: «La fruibilità del fiume è fondamentale e deve essere al centro di ogni progetto, la stessa deve però essere dolce e non stravolgere ulteriormente un comparto già sotto pressione per colpa dell’economia e delle edificazioni», esordisce Bianchi.

Otto comparti, otto progetti

Del progetto Parco del Laveggio fanno parte svariati progetti «minori». Ognuno di essi si riferisce a una porzione di fiume (o comparto) ed è associato ad una scheda. I comparti sono la zona della foce a Riva San Vitale, i Prati Maggi, San Martino, la zona della stazione di Mendrisio, Cercera, Campagna Adorna/Valera, Colombera e Santa Margherita. Per ogni porzione di fiume i Cittadini per il territorio hanno messo nero su bianco una serie di problematiche, di obiettivi e di misure da attuare. Degli intenti che in questi anni sono stati trasformati, per più di un comparto, in progetti di valorizzazione e tutela, alcuni dei quali sono sempre più vicini alla concretizzazione. È il caso del disegno che sta portando avanti il Comune di Riva San Vitale, con la collaborazione di quello di Mendrisio, per la riqualificazione dell’ultima tratta del fiume (dalle piscine) e della sua foce, al cui centro vi è la futura fruibilità del Laveggio. «Per la foce del fiume abbiamo grosse aspettative – spiega Durisch -, l’area oggi è occupata da barche e muri che delimitano il fiume, auspichiamo che in futuro l’acqua diventi accessibile, sul modello di quanto fatto a Lugano». In località La Tana, parallelamente al recupero della masseria (quasi ultimato) è stata creata una zona verde lungo il fiume, con percorsi pedonali. Poco più a sud, in zona Cercera, un recente progetto edilizio per la costruzione di uno stabile industriale prevede anche la valorizzazione di una tratta di fiume, all’altezza delle cisterne tra Mendrisio e Rancate. Risalendo il fiume si giunge in zona Valera. Un comparto di 18 ettari di cui negli ultimi anni si è parlato moltissimo e per cui il Cantone ha infine optato per un Piano di utilizzazione cantonale. L’intenzione è di creare un grande polmone verde, il relativo messaggio dovrebbe essere pubblicato a breve. Si è invece optato per un decreto di protezione, anch’esso cantonale, per il comparto Molino-Colombera. Il recupero di quell’area tra Stabio, Ligornetto e Genestrerio, è cosa ormai fatta. È infine recentissimo il messaggio del Municipio di Stabio con cui chiede al Consiglio comunale della località un credito di 300.000 franchi per valorizzare la tratta di Laveggio che scorre sul suo territorio, rendendola una zona di svago attrattiva per la popolazione.

A mancare all’appello è soprattutto la porzione di fiume che scorre in territorio di Mendrisio. Anche nel capoluogo nel recente passato si è però discusso del ruolo fondamentale del Laveggio. Il futuro Piano direttore comunale, in fase di allestimento, punterà infatti molto sul fiume, che dovrà diventare la spina dorsale della città.

Osservazione critica

I Cittadini per il territorio non possono che rallegrarsi di tutti i progetti che vedono protagonista il Laveggio. A loro spetta però anche un lavoro di osservazione critica, che è già sfociata nell’invio di osservazioni in merito a singoli disegni. «Gli obiettivi di tutti i piani devono essere la fruibilità e la tutela del fiume, è quindi importante che non si prevedano interventi come disboscamenti o allargamenti troppo invasivi dei sentieri attuali. Gli interventi devono essere di tutela, perché c’è già l’economia che erode territorio e non possiamo permetterci che anche le opere di valorizzazione vadano in questa direzione -, spiegano Bianchi e Durisch, prima di concludere con un auspicio -. Sarebbe bello che i tre Comuni coinvolti (Riva, Mendrisio e Stabio) si coordinassero maggiormente».