Il caso

Lavizzara fa un passo indietro e rinuncia alla casa anziani

Il progetto di nuovo istituto per la terza età a Broglio, al centro di qualche dissapore in Vallemaggia, è stato accantonato dal Municipio
© CdT/Archivio
Mauro Giacometti
05.02.2022 06:00

«Un passo indietro dettato da un senso di responsabilità nei confronti del nostro Comune, seppur con molto rammarico». Così il sindaco di Lavizzara Gabriele Dazio commenta al CdT la decisione presa dal suo Municipio di rinunciare al progetto di nuova casa anziani a Broglio. «L’investimento per il comune sfiorava i tre milioni di franchi su circa 8,5 di preventivo per l’edificazione del nuovo istituto per anziani. Più i costi di gestione, che comportano altri 100/150 mila franchi l’anno. Così, dopo un incontro con gli altri Comuni della regione, le associazioni che operano sul territorio e la Fondazione Vallemaggia, che gestisce la Residenza alle Betulle di Cevio, abbiamo comunicato al Cantone - Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) - la nostra intenzione di accantonare la realizzazione del nuovo istituto per la terza età». Questa decisione dell’Esecutivo di Lavizzara naturalmente dà via libera all’innalzamento della casa anziani di Cevio, peraltro già previsto, contribuendo a rasserenare il clima in valle che proprio sulla collocazione della nuova struttura medicalizzata per anziani s’era un po’ rabbuiato.

Lo scontro
Fu nell’ottobre del 2019 che il consiglio direttivo dell’Associazione dei Comuni della Vallemaggia (Ascovam) decise a maggioranza e un po’ a sorpresa di optare per la soluzione proposta appunto dal Comune di Lavizzara a Broglio e non all’ampliamento della casa anziani di Cevio per sostituire la vetusta struttura di Someo che doveva essere chiusa. Un’opzione piuttosto costosa quella della nuova casa anziani, per la quale si ipotizzava un investimento superiore agli otto milioni di franchi per una decina di posti letto più un’altra dozzina riservati ad ospiti malati di Alzheimer. Per contro, per l’innalzamento della Residenza alle Betulle di Cevio si prevedeva un in vestimento di circa 4,5 milioni di franchi. «La soluzione Broglio sarà finanziariamente onerosa, ma è stata privilegiata per dare un’opportunità alla Lavizzara, confrontata con tutte le problematiche che sono proprie delle zone più discoste e fragili anche dal punto di vista demografico», sottolineò allora il consiglio direttivo l’Ascovam nel motivare le sue scelte. Decisione che non fu accolta «serenamente» dall’allora sindaco di Cevio, ma che circa un anno più tardi fu osteggiata anche dal Municipio di Maggia che sostenne di aver individuato «problemi e criticità sul progetto e sul ruolo destinato alla Fondazione Vallemaggia» revocando il proprio sostegno al progetto Broglio e invitando gli altri Comuni a riproporre la sopraelevazione della struttura di Cevio.

Il vento è cambiato
Nel frattempo però con le elezioni comunali dello scorso aprile a Cevio e Maggia sono radicalmente cambiate le compagini municipali e soprattutto è arrivata la pandemia a scompaginare le priorità e i bilanci delle amministrazioni locali. «L’onere del progetto di Broglio, non solo per i costi di costruzione ma anche di gestione, nonché l’incertezza legata al coronavirus ci hanno fatto riflettere - sottolinea Dazio -. Fattori che ci hanno portato a considerare che un investimento di tale portata non sarebbe sostenibile. Dispiace, perché avremmo dato volentieri ai nostri anziani una struttura moderna e accogliente. Comunque voglio ringraziare i colleghi attuali e passati di Municipio, così come i consiglieri comunali di due legislature, che in questi anni hanno sempre sostenuto la realizzazione della casa anziani di Broglio», dice il sindaco di Lavizzara.

Sostegno alla scuola
A Prato Sornico, sede del Municipio di Lavizzara, però non si vuole rinunciare del tutto a pensare ai propri anziani, prospettando «un progetto alternativo per offrire in futuro nuovi servizi in ambito sociale o culturale», si legge in una nota stampa. La nuova aria politica che si respira in valle, poi, potrebbe portare al sostegno da parte degli altri Comuni di alcuni dossier che riguardano Lavizzara. «Mi riferisco ad esempio alla difesa del nostro Centro scolastico con l’obiettivo di mantenere una sede di Scuola d’infanzia nel Comune, che avendo rinunciato ai contributi cantonali, non avendo ricevuto una deroga per il numero minimo di allievi, ci costa 40.000 franchi l’anno. Come pure ci attendiamo sostegno e solidarietà per altre iniziative d’importanza locale», conclude Dazio.