«L’avvocato ai tempi era qualcuno, ora è tutto cambiato»

«Parecchi anni fa, durante una discussione sulla funzione dell’avvocato nella società, a chi ironicamente mi chiese se all’avvocato non bastano le virtù teologali e cardinali, non esitai a rispondere: ‘No non bastano, occorre anche l’indipendenza, per essere e rimanere un uomo libero, che non chiede e non deve nulla a nessuno’». Ci perdoneranno i colleghi, ma in città e nel Bellinzonese intero Franco Gianoni è l’avvocato per antonomasia. Classe 1929, è un uomo di legge dal 14 dicembre 1955, quando «vestito di nero con la mano destra alzata» ha prestato giuramento di fronte ai giudici del Tribunale d’appello. Una professione «fra le più belle e nobili» che svolge tuttora nel suo studio legale e notarile nella Turrita aperto nel 1958. Oltre sei decenni di carriera condensati nel libro «Il mio mestiere, l’avvocato» (G. Giappichelli Editore) di cui è appena uscita la terza edizione.
E pensare che Franco Gianoni aveva pensato per un attimo di fare l’economista. Ma poi «per sbaglio», come ricorda nel libro, fu iscritto alla Facoltà di diritto dell’Università di Berna. Studi in seguito completati, in diritto e economia, alla Sorbonne di Parigi. «In quel tempo, in Ticino, un avvocato era ‘qualcuno’, come si usava dire. Probabilmente perché ve ne erano pochi e ogni nuovo arrivato era salutato dalla stampa e festeggiato non solo dai famigliari, ma anche dagli amici e conoscenti, dal Pretore e da qualche collega anziano che non temeva più la concorrenza», scrive Gianoni. Una figura profondamente cambiata negli anni. Sia, semplicemente, perché i tempi e i costumi sono mutati. Ma altresì poiché «noi avvocati, con la nostra superficialità, il nostro arrivismo, i nostri abusi, i nostri vizi capitali insomma, perché siamo uomini né più né meno degli altri, abbiamo contribuito al suo discredito agli occhi di molti».
Nel corposo volume (509 pagine) Franco Gianoni espone al lettore la propria esperienza con l’obiettivo di tramandare i principi etici e la passione per lo studio e la pratica forense. Ritroviamo così descritti i rapporti fra l’avvocato e il cliente, il procuratore pubblico, il giudice, i testimoni, i colleghi, la stampa, eccetera. Gianoni è stato per 20 anni sindaco PPD di Gnosca (di cui è cittadino onorario), granconsigliere dal 1975 al 1987, vicepresidente cantonale del Partito popolare democratico e presidente di BancaStato. «Più un aderente aumenta la sua influenza nel partito, più aumenta la sua ‘solidarietà partigiana’ sia nei confronti dello stesso, sia nei confronti della corrente (anima) alla quale appartiene, anche perché dall’uno o dall’altra o da entrambi trae una ‘motivazione’ diretta e concreta. È però altrettanto evidente che la ‘solidarietà partigiana’, al di là di un certo limite, è inconcepibile con l’indipendenza dell’avvocato», puntualizza il legale bellinzonese.
L’indipendenza dev’essere sempre preminente. E porta con sé, spesso, per «l’avvocato di trincea», la solitudine. Ci si ritrova soli un po’ ovunque, se ci si pone l’obiettivo di preservare la libertà. Che non va mai persa alla pari della passione principale, quella che accompagna l’avvocato «giorno e notte»: per il mestiere.