Viabilità e clima

Le auto elettriche fra il personale in divisa

Il Green Deal europeo punta a ridurre del 100% entro il 2035 le emissioni prodotte dalle nuove automobili rispetto ai livelli del 1990 - I ticinesi sono, tra gli elvetici, i più interessati ai veicoli elettrici, ma lo sforzo «civile» dovrà essere sostenuto anche da forze dell’ordine e servizi di primo intervento: facciamo il punto della situazione interpellando alcune centrali del nostro cantone
Uno dei veicoli elettrici utilizzati da assistenti ed ausiliari di Polizia nella centrale di Mendrisio. / © CdT/Chiara Zocchetti
Giacomo Butti
13.10.2021 06:00

Quello dell’Unione europea (e della Svizzera con essa) è un obiettivo ambizioso: rendere il nostro il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050. Tra i punti del Green Deal proposto negli scorsi due anni dalla Commissione europea, la riduzione entro il 2030 del 55% delle emissioni prodotte dalle nuove automobili rispetto ai livelli del 1990, del 100% entro il 2035. Un progetto che vedrà probabilmente aumentare rapidamente la fetta di mercato occupata dai veicoli «alternativi», siano essi alimentati da biocombustibili, carburanti sintetici, idrogeno o la più classica elettricità. Un’opzione, quest’ultima, che sembra stare a cuore al nostro cantone: a dimostrarlo il sondaggio condotto in agosto da bonus.ch, secondo il quale i ticinesi sono, tra gli elvetici, i più ben disposti nei confronti di questa tecnologia, con il 35,5% degli intervistati che si è detto pronto ad acquistare un veicolo elettrico.

Ma lo sforzo «civile» non basterà per arrivare davvero al tanto agognato zero sulla lancetta delle emissioni. Quali sono dunque i piani del personale in divisa? Forze dell’ordine e servizi di primo intervento ticinesi posseggono già mezzi a emissioni zero? Abbiamo fatto il punto della situazione con alcune centrali sparse nel cantone.

Polizia: «Sì, ma...»

La Polizia ticinese utilizza mezzi elettrici? La risposta è spesso una: «Ne possediamo alcuni, ma...». Una congiunzione avversativa che ha sostanzialmente caratterizzato la posizione nelle centrali da noi interpellate: cantonale, Bellinzona, Lugano e Mendrisio. Da quest’ultima, il comandande Patrick Roth ci spiega: «Attualmente abbiamo in servizio sei veicoli completamente elettrici. Tutti questi non sono però veicoli d’urgenza, ma vengono utilizzati principalmente dagli assistenti e ausiliari di Polizia. Per il recente acquisto di nuovi veicoli d’emergenza, dal punto di vista tecnico la Polizia Città di Mendrisio ha considerato una serie di requisiti (seguendo peraltro la linea di altri Corpi di Polizia del Cantone). In linea generale, alti standard di sicurezza sotto tutti i punti di vista, affidabilità, durevolezza, polivalenza e comfort. Per procedere all’acquisto sono stati considerati anche il credito concesso dal Legislativo comunale in rapporto alla quantità di veicoli necessari, oltre che le emissioni di CO2 e, in generale, l’impatto ambientale».

Per quanto riguarda i veicoli d’emergenza, considerati requisiti tecnici e costi, si è optato ancora per vetture con motore a combustione

In base a questi punti, lasciare la benzina in favore dell’elettrico sembra sia un passo, almeno per quanto riguarda i veicoli d’emergenza, ancora prematuro. «Per quanto riguarda i veicoli d’emergenza, considerati i requisiti tecnici citati, il credito a disposizione e i maggiori costi delle vetture elettriche, si è optato ancora per mezzi con motore a combustione. L’elettrico sarà comunque un’opzione da tenere sempre più in considerazione per il futuro e al momento siamo in attesa della consegna di un nuovo SUV ibrido», conclude Roth.

Simile la situazione nelle altre centrali di polizia del cantone, dove i mezzi elettrici, ancorché presenti, non vengono utilizzati per interventi d’emergenza. Il Comando di polizia luganese ci racconta: «Le linee di sviluppo della Città di Lugano 2018-2028 promuovono un’attenzione particolare all’ambiente e alla qualità urbana. In tale ottica di risparmio energetico e di riduzione delle emissioni di carbonio, la nostra polizia sta già concretamente percorrendo questa strada. Nel 2017 abbiamo acquistato il primo veicolo a impronta ecologica e, da allora, la nostra flotta veicoli è sostanzialmente aumentata, tanto che allo stato attuale conta nove veicoli di pattuglia plug-in ibridi e otto veicoli di servizio ibridi senza cavo di ricarica. Questa dotazione più garante dell’ambiente rappresenta quasi il 40% della nostra flotta veicoli». Insomma, ibrido sì, ma full elettrico ancora no. «Finora non siamo stati dotati di veicoli totalmente elettrici in quanto il rapporto costo-funzionalità per i nostri servizi non motivava ancora il passaggio a questa tecnologia. In particolare, alla polizia servono veicoli sempre pronti all’uso e l’aspetto dei tempi di ricarica rappresenta ancora un problema. Nella volontà di perseguire, in ogni caso, la via più ecologica, la soluzione ibrida è apparsa la più adeguata tra quelle esaminate in occasione di un recente cambio flotta».

E in futuro? «La nostra tendenza è quella dell’abbandono delle emissioni di carbonio. Le tecnologie nel campo ecologico dell’automobile stanno evolvendo rapidamente, quindi sono esaminate, a mano a mano che si rende necessario il cambio dei veicoli, tutte le soluzioni che dimostrino coerenza con la riduzione delle emissioni di carbonio, secondo i principi dell’economia e della funzionalità dei nuovi veicoli per le nostre esigenze. La Divisione spazi urbani sta conducendo uno studio, in collaborazione con TPL e AIL, sulla futura progressiva migrazione verso una flotta comunale di veicoli a basse emissioni di carbonio. In questo ambito, oltre alla propulsione elettrica pura, mediante batterie, sta valutando la propulsione elettrica tramite idrogeno, soluzione che potrebbe essere maggiormente adeguata in quei casi in cui il tempo di rifornimento fosse determinante. Nel medio termine, anche per i veicoli di pronto intervento, non escludiamo di effettuare un tentativo, così da poter valutare sul campo i pro e i contro».

Simili le impressioni dal Comando di Bellinzona: «Presso la nostra sede sono presenti due biciclette elettriche e un veicolo elettrico per uso civile», ci spiegano. Ma per le emergenze bisognerà aspettare: «Non abbiamo esperienza in merito, valuteremo in base alle esperienze nelle altre sedi».

Stefano Gianettoni, dell’Ufficio stampa della Polizia cantonale, ha aggiunto: «Al momento non disponiamo di veicoli di pattuglia elettrici, quindi a emissioni zero, per gli interventi di emergenza. In totale, per quanto riguarda il parco di veicoli immatricolati a favore della Polizia cantonale, circa il 4% dispone di propulsione alternativa (elettrica/ibrida). Si tratta di veicoli civili utilizzati per servizio ma non per pattugliamento. È attualmente in fase di elaborazione una strategia a lungo termine che permetta al Corpo di adeguarsi sempre più all’attuale evoluzione del mercato e alla sensibilità della popolazione. In quest’ambito, quale misura di accompagnamento, appare pure rilevante l’adattamento delle attuali strutture alle esigenze dei nuovi veicoli, in particolare in relazione alla loro ricarica».

Verso mezzi pesanti elettrici

«Siamo in una fase di transizione», ci spiega dal canto suo il capitano del Corpo civici pompieri di Lugano Omar Della Chiesa. «Le grosse ditte costruttrici di mezzi per pompieri stanno lanciando dei prototipi. Penso ad esempio alla ditta Rosenbauer, che ha creato un’autobotte completamente elettrica. Dietro vi sono grandi studi sulla durata media di un intervento (circa 90 minuti), con la possibilità di continuare le operazioni anche con le batterie scariche, sfruttando il motore della pompa».

© Rosenbauer
© Rosenbauer

«Il mercato si sta sicuramente adeguando, ma bisogna comunque considerare che per i mezzi che devono eseguire i lavori (e non solo trasportare personale e materiale sul luogo), oggi bisogna ancora capire se tali premesse siano sufficienti. Per i Mulini di Maroggia, ad esempio, l’autobotte è rimasta sul luogo otto giorni». Insomma, per casi estremi l’alimentazione elettrica presenta ancora dei problemi. «Per quanto riguarda i veicoli leggeri, disponiamo di due mezzi con aiuto elettrico (non propriamente ibride), ma dovremo cambiare diversi veicoli leggeri nei prossimi due anni e stiamo dunque eseguendo delle valutazioni per entrare in una fase intermedia con dei mezzi ibridi per poi passare in futuro al full elettrico, nel caso dovesse rispettare le nostre esigenze. Parallelamente per veicoli non d’emergenza, utilizzati ad esempio nel caso di disinfestazione di api o vespe, prevediamo la sostituzione di un mezzo attuale con uno elettrico, per quanto riguarda servizi esterni e contatti con i clienti, anche lì prevediamo l’acquisto di un mezzo elettrico. Nei prossimi anni inizieremo la ristrutturazione della caserma e in fase di studio vi è un progetto di bike-sharing elettrico aziendale, oltre che l’installazione di stazioni di ricarica così da essere pronti all’arrivo futuro di eventuali mezzi elettrici/ibridi. Insomma il cambio è sul tavolo, vogliamo andare in quella direzione».

Un veicolo gira con 60-100 litri di liquido altamente infiammabile. Sembra una pazzia, però funziona. L’elettrico ha delle caratteristiche che possono risultare pericolose, ma sta a noi essere pronti durante gli interventi

L’additata infiammabilità delle batterie dei veicoli elettrici non preoccupa il capitano Della Chiesa: «Anni fa, quando si pensava che la Formula E dovesse sbarcare a Lugano, abbiamo partecipato a un incontro con i costruttori di questi veicoli. All’evento un produttore ci ha fatto notare: ‘‘Se oggi inventassero l’auto a benzina, non la omologherebbero’’. Aveva ragione: un veicolo gira con 60-100 litri di liquido altamente infiammabile. Sembra una pazzia, però funziona. L’elettrico ha delle caratteristiche che possono risultare pericolose, ma sta a noi essere pronti durante gli interventi. Il settore si sta evolvendo rapidamente e in tutto il mondo i costruttori hanno un occhio di riguardo per i mezzi delle forze d’intervento. La sicurezza sta davanti a tutto». Con il capitano del Corpo civici pompieri di Lugano parliamo poi dei tempi di un’ipotetica conversione della flotta. «Un veicolo pesante ha una vita media di circa vent’anni, quelli leggeri attorno ai dieci. Il cambio dunque richiederà del tempo, non possiamo anticipare troppo la transizione». Importante anche il fattore economico: «Un’autoscala costa un milione», sottolinea il capitano. «La porta è aperta, è molto probabile che quando arriverà il momento ci muoveremo in questa direzione. Come autorità dobbiamo dare un segnale a favore dell’ecologia».

La transizione è in atto anche nella Protezione civile di Locarno e Vallemaggia, ci spiega il Responsabile istruzione Mauro Quattrini: «La maggior parte dei nostri mezzi sono autofurgoni a 9 posti per il trasporto dei militi sulle piazze di lavoro e sono tutti mossi da motori diesel. Abbiamo inoltre dei veicoli da lavoro quali pick-up o furgone con ponte, tutti diesel, e un paio di vetture 4x4. Al momento non disponiamo di alcun veicolo a propulsione elettrica, ma quando sostituiremo le vetture leggere lo faremo senz’altro con mezzi elettrici o ibridi, mentre per i mezzi da trasporto 9 posti i tempi non sono ancora maturi, principalmente per due ragioni: il grande peso del carico e dei rimorchi trainati sul nostro territorio montagnoso e l’impossibilità di installare colonnine di ricarica nei nostri parcheggi, tutti in affitto. Stiamo valutando la possibilità in un prossimo futuro di costruire una nuova sede operativa per la Protezione civile: se e quando ciò avverrà, anche il concetto del parco veicoli subirà uno sviluppo, sicuramente in ‘‘chiave elettrica’’, perché è in quella direzione che tutti i costruttori, anche di veicoli commerciali, stanno andando».

Ambulanze elettriche? Al momento ci sono limiti strutturali e di autonomia

E le ambulanze? Un’idea della situazione ci è data da Andrea Bigi, del Servizio Autoambulanza Mendrisiotto. «Nella nostra sede disponiamo già di alcuni mezzi ibridi (veicoli leggeri di servizio) dei quali abbiamo parlato in un recente articolo pubblicato sul nostro periodico ‘‘InfoSAM’’». È novità invece di questo mese l’ordinazione (avvenuta lunedì 4 ottobre) della nuova auto comando full electric, utilizzata dal capo intervento regionale: «Con un’autonomia di 400 chilometri, l’operatività è garantita».

L’intenzione della SAM è andare in questa direzione, quella delle zero emissioni, ci spiega Bigi, ma anche nel settore del pronto soccorso per i mezzi d’intervento pesanti i tempi non sono ancora maturi. «Per questi veicoli al momento vi sono ancora grossi limiti. Uno è la durata della carica, con un’autonomia stimata attorno ai 200-250 chilometri. Un numero troppo basso, considerato l’impatto delle apparecchiature sanitarie presenti (le quali necessitano anch’esse di alimentazione, ndr) o il fatto che il trasporto di un paziente non significhi necessariamente il semplice viaggio dal luogo dell’emergenza all’ospedale più vicino, ma deve anche tener conto di spostamenti imprevisti come il passaggio a un centro ospedaliero più lontano ma meglio attrezzato per trattare un problema clinico».

Vi sono poi dei problemi strutturali a impedire al momento una rivoluzione elettrica nelle ambulanze: «Essendo le autoambulanze dei furgoni, nelle versioni elettriche la batteria è posta solitamente nella scocca inferiore, luogo dove noi però andiamo a fissare la barella. Ciò impedisce al momento il passaggio a questo tipo di mezzo, ma da parte nostra rimane interesse nell’osservare le future evoluzioni del settore».

E la REGA?

Come parlare di mezzi di soccorso svizzeri senza pensare alla REGA? Anche la fondazione autonoma si sta muovendo verso l’elettrico. Nell’aeronautica, però, bisognerà attendere: «Seguiamo gli sviluppi tecnici dei sistemi di propulsione alternativi nell’aviazione molto da vicino e con grande interesse», ci spiega un portavoce. «Nell’aviazione di salvataggio, e soprattutto nel nostro esigente settore operativo, come la montagna, l’affidabilità è fondamentale. Per questo, attualmente, non c’è alternativa ai nostri elicotteri di salvataggio di ultima generazione. Stiamo però promuovendo l’elettrico in altri settori: ad esempio, il veicolo utilizzato per manovrare i jet-ambulanza è alimentato elettricamente. Inoltre, il Rega Center di Kloten è stato dotato di stazioni di ricarica per le auto elettriche dei collaboratori. Attualmente è in corso l’installazione graduale di simili colonne nelle dodici elibasi della Rega in tutta la Svizzera».