Le auto non sono sospese

È un’attrazione talmente conosciuta, oramai, che può quasi essere ritenuta il quarto castello della Città (o quinto, se consideriamo anche il maniero dei Magoria a Claro). Non è però tutto oro quel che luccica sotto il ponte tibetano «Carasc», sulla montagna di sponda destra di Bellinzona. Il boom di turisti - provenienti non solo dalla Svizzera - riscontrato dalla sua inaugurazione avvenuta nel maggio 2015 è croce e delizia per gli abitanti di Monte Carasso. Se ne è avuta la riprova giovedì sera in occasione della seconda serata del tour che il Municipio sta compiendo nei quartieri. Dalla sala (presente una quarantina di persone) non sono mancate le voci preoccupate per i disagi (a livello di traffico e di gestione dei posteggi) che l’importante flusso di visitatori comporta in paese, chiaramente soprattutto dalla primavera inoltrata all’inizio dell’autunno. Dall’Esecutivo sono giunte risposte che, va detto, non sembrano aver soddisfatto appieno gli abitanti, sebbene come vedremo in seguito si è già intervenuti adottando delle misure puntuali per limitare gli inconvenienti.
Fra qualità di vita e strategie
A tre anni esatti di distanza dall’ultimo incontro con la popolazione, il Municipio si è dovuto confrontare con gli stessi interrogativi. «Il turismo è in alto, ma i problemi sono in basso. Ci sono persone che posteggiano ovunque: automobili, camper e roulotte. E in alcuni casi ho persino constatato dei bivacchi notturni. Tutto ciò ha delle conseguenze sulla viabilità. Dov’è la famosa qualità di vita che continuate a ripetere essere un atout di Bellinzona?», ha esordito un abitante. Il capodicastero Finanze, economia e sport Fabio Käppeli ha precisato che la strategia adottata è doppia. Da un lato si mira ad incentivare ulteriormente l’utilizzo dei mezzi pubblici, dall’altro a promuovere maggiormente i posteggi appositamente pensati per chi si reca al ponte tibetano (al Ciossetto di Sementina e in via Tatti nel weekend), rendendoli se possibile più attrattivi facendoli diventare dei veri e propri «punti di raccolta».
Strade poco larghe
La discussione si è in seguito allargata alle questioni legate alla viabilità in generale. «Monte Carasso è un comparto particolare, caratterizzato da strade poco larghe. Sulla base degli approfondimenti eseguiti negli scorsi anni, la situazione non è così preoccupante», ha spiegato il responsabile del dicastero Territorio e mobilità Simone Gianini. Il Municipio, in ogni modo, sta valutando l’introduzione di limiti di accesso ad esempio negli orari di punta. Gli ha fatto eco il collega Mauro Minotti, secondo il quale «bisogna trovare il giusto compromesso». Lo stesso abitante che ha messo sul tavolo la questione, tuttavia, ha chiesto celerità, auspicando dei sensi unici per garantire la massima sicurezza: «Guardate che vedo mamme che portano i bambini all’asilo o a scuola che sono costrette a fare zig-zag con i passeggini».
Gli elicotteri «rumorosi»
Dopo aver affrontato un’altra patata bollente (quella dell’utilizzo degli elicotteri per portare materiale o legname con relativo «rumore assordante») sollevata dall’ex caposezione Protezione aria, acqua e suolo del Dipartimento del territorio Mario Camani, è stata sviscerata una peculiarità di Monte Carasso, quella pianificatoria. Nella fattispecie relativa alla Commissione di esperti in materia di legislazione edilizia comunale, che stando ad una patrizia andrebbe abolita. Il consesso è invece tuttora attivo, sebbene il paese da ente locale si sia trasformato in quartiere. «Che si differenzia dagli altri per il Piano regolatore estremamente sintetico. Ossia gli architetti dispongono di grande libertà. Ecco perché vi è l’esigenza di un controllo da parte degli esperti affinché vi siano delle costruzioni in armonia con il resto della Città», ha sottolineato Simone Gianini. Il quale ha aggiunto che non è da escludere, in futuro, la creazione di una commissione paesaggistica per i progetti di grande rilievo. Sempre in attesa dell’armonizzazione dei vari PR, ovvio. Due parole, infine, sono state spese sulla crisi energetica che ha occupato buona parte dell’ultima seduta di Municipio. Per il sindaco Mario Branda, oltre a preoccupare, questa situazione «ci obbligherà a ripensare il nostro futuro, ad affrontare la questione in modo diverso».