Locarnese e valli

Le aziende «fanno scuola» alle medie

Successo per l’iniziativa che, a Cevio e Locarno, ha portato artigiani e imprenditori fra gli allievi. Il progetto pilota potrebbe estendersi a tutto il cantone.
Alcuni momenti delle prove di apprendistato nelle scuole medie di Locarno e Cevio. (Foto Ufficio orientamento)
Barbara Gianetti Lorenzetti
Barbara Gianetti Lorenzetti
28.03.2019 06:00

LOCARNESE - Agli ospiti era stata data facoltà di portare con sé strumenti e oggetti del mestiere. Uno carrozziere non se l’è fatto ripetere due volte e, quando gli allievi sono entrati in classe, si sono ritrovati davanti un vero cofano d’automobile. Come a dire, per un giorno il mondo del lavoro è entrato in carne e ossa in quello della scuola. È successo, nelle scorse settimane, alle medie di Locarno 2 (alla Morettina) e a quelle di Cevio. Pioniere, queste ultime, di un modo diverso di mettere in contatto i propri allievi con le prospettive professionali che li aspettano. «Già da qualche tempo – spiega il direttore Carlo Ambrosini al Corriere del Ticino – nell’ambito delle ‘Giornate di progetto’ dell’istituto, avevamo promosso questi incontri fra i ragazzi e le aziende attive sul territorio, anche stimolati dal fatto che fra i nostri licenziati sono relativamente molti coloro che scelgono poi la strada dell’apprendistato». Ed è proprio questo aspetto che ha interessato, in modo particolare, l’Ufficio regionale di orientamento scolastico e professionale di Locarno, che quest’anno, come ci conferma il caposede Claudio Pianca, ha deciso di aderire all’iniziativa, la quale è stata perfezionata e ampliata, coinvolgendo poi anche la sede cittadina.

«Siamo partiti dalla premessa – spiega Pianca – che ad oggi circa il 40 per cento dei ragazzi che escono dalle medie optano per proseguire gli studi in una scuola media superiore. Spesso, però, senza conoscere il vastissimo ventaglio delle possibili alternative. Dal canto loro, i responsabili delle aziende che operano sul nostro territorio hanno raramente l’opportunità di entrare in contatto con la possibile manodopera del futuro, di presentarsi, di spiegare in cosa consiste la loro professione». Nelle scorse settimane ne hanno avuto l’occasione 17 ditte a Locarno e 16 a Cevio. «E lo hanno fatto – confermano sia Ambrosini sia Pianca – con grande passione. È stato toccante vedere quanto si siano spesi per trasmettere informazioni e conoscenze, per coinvolgere i ragazzi, valorizzando ogni mestiere». Le giornate di «Aziende a scuola» sono state una vera e propria immersione – a volte davvero entusiasmante – nel mondo delle professioni, considerando che i giovani partecipanti (una settantina di allievi di terza a Locarno e 113 ragazzi di terza e quarta a Cevio), oltre a seguire un’informazione teorica, hanno potuto letteralmente toccare con mano i vari ambiti lavorativi. Scelti, fra l’altro, per offrire un ventaglio di proposte il più ampio possibile, secondo criteri validi a livello nazionale. Iragazzi hanno dunque scoperto che cosa fanno, ad esempio (e decliniamo tutte le professioni al maschile solo per comodità), un selvicoltore, un cuoco, un estetista, un parrucchiere, un disegnatore (di architettura o di ingegneria civile), un falegname, un installatore di impianti sanitari e riscaldamenti, un muratore, un meccanico, un metalcostruttore, un assistente di farmacia, un impiegato di commercio, un addetto alle cure sociosanitarie, un grafico, un assistente di studio medico o veterinario, un fiorista, un panettiere-pasticcere-confettiere, un creatore di abbigliamento, un piastrellista, un laboratorista in chimica, un elettronico, un operatore in automazione, un carrozziere, un verniciatore o un fotografo.

Un orizzonte, insomma, decisamente ampio. Che ha offerto due vantaggi fondamentali, i quali non sempre sono contemplati dagli «stage» tradizionali che i ragazzi delle medie vengono invitati a svolgere nelle aziende di loro iniziativa. Da una parte lo scoprire che esistono professioni di cui non si immaginava l’esistenza (o che si ignorava fossero presenti anche da noi). «Dall’altra – sottolinea ancora Pianca – il poter sperimentare concretamente per arrivare poi ad una scelta davvero ponderata». Detto in altre parole, a volte i giovani hanno su un lavoro aspettative che poi, senza potercisi confrontare prima, rischiano di cozzare contro una diversa realtà. «In ogni caso – proseguono i nostri interlocutori – hanno potuto scoprire un bacino di opportunità formative molto interessante e di grande qualità». L’apprendistato, dunque, è un’alterntiva da prendere in seria considerazione e i cui sbocchi possono rivelarsi davvero interessanti. «Senza contare – aggiunge Pianca – che nessun curriculum è ha compartimenti stagni. Fra una strada e l’altra vi è grande permeabilità ed è sempre possibile cambiare strada facendo».

Scelte e opportunità che tanti dei ragazzi coinvolti hanno scoperto quasi con stupore. Mentre le aziende, a loro volta, hanno molto apprezzato l’iniziativa. «Tanto che – conclude il caposede dell’Ufficio regionale di orientamento scolastico e professionale – si sta valutando la possibilità di estendere l’iniziativa anche ad altre sedi scolastiche del cantone».