Mobilità lenta

Le bici si fanno largo nel parco del Tassino

Domanda edilizia per una nuova pista ciclopedonale di circa duecento metri che costeggierà buona parte della ferrovia – Sarà sempre accessibile, ma verrà delimitata da una recinzione – L’opera acquisterà più valore una volta ultimato il campus SUPSI in stazione
Uno scatto della torretta Enderlin nel parco del Tassino, costruita nel 1855. © CdT/Archivio

Sul podio dei parchi panoramici più belli di Lugano c’è sicuramente il Tassino. Poi, su quale gradino sia meglio posizionarlo, è soggettivo. In ogni caso, i luganesi sanno esattamente dove si trova e come arrivarci. Un po’ meno, forse, i turisti e chi non abita nella regione. Il motivo è semplice: non è così evidente scovarlo, dal momento che è poco pubblicizzato nonostante sia proprio a ridosso della stazione FFS (il parco San Michele per contro, secondo la Commissione di quartiere di Castagnola-Cassarate-Ruvigliana non è poco pubblicizzato, ma «poco valorizzato»). Tornando al Tassino, un po’ di visibilità in più potrebbe arrivare dalla futura pista ciclopedonale, che si svilupperà proprio all’interno del parco per diverse centinaia di metri.

Amplia e completa

La nuova pista al Tassino (dal costo di 350.000 franchi) collegherà l’accesso di via Basilea (davanti al Parkhotel) con quello di via Tassino. Per la Divisione spazi urbani della Città, che ha presentato la domanda di costruzione, rappresenta un’esigenza per diversi motivi. E tutti, invero, contribuiranno a pubblicizzare il «balcone» di Lugano, oltre a dare un’ulteriore spinta alla mobilità lenta, uno dei temi di punta della Città.

Il primo: completare e ampliare il circuito presente nel comparto della stazione, attualmente interrotto vicino al Ponte di Ferro. In questo modo, il parco del Tassino entrerà a tutti gli effetti nella rete dei percorsi ciclabili della città. Il secondo (e forse il più importante): la nuova pista acquisterà maggiormente valore una volta che sarà ultimato il nuovo Campus SUPSI sul piazzale nord della stazione.

Sempre accessibile

Già nel 2015 la Divisione spazi urbani aveva messo sul tavolo un progetto di fattibilità, in cui buona parte del percorso ciclabile seguiva quello pedonale. In questo modo, gli interventi per completare l’opera sarebbero stati ridotti al minimo. Ora, il cambio di direzione. La nuova versione vede il tracciato svincolarsi dall’attuale percorso pedonale e spostarsi più a valle rispetto alla soluzione del 2015, costeggiando quindi buona parte della linea ferroviaria. La pista, inoltre, sarà sempre accessibile (a differenza del parco che rimane chiuso di notte per ragioni di sicurezza, ndr). Questo, però, comporterà la posa, lungo buona parte del perimetro del tracciato, di una recinzione. In più verranno inseriti dei cancelli per entrare e uscire dal Tassino.

Per le ciclovie spazi ridotti e avversari tosti

Lugano non è Zurigo, Berlino o Barcellona. Non ha tutto quello spazio pianeggiante per realizzare una rete di percorsi ciclabili capillare e continua. Quella della nostra città, anche se in continua espansione, come dimostra l’articolo a lato, somiglia ancora troppo a uno spaghetto fatto a pezzi e sparpagliato sul territorio, con percorsi che iniziano e poco dopo finiscono, per poi riapparire quasi magicamente qualche manciata di metri più avanti. Che lo spazio a disposizione sia poco, e ambìto, lo conferma la recente risposta del Municipio a un’interrogazione del verde Niccolò Castelli, che chiedeva lumi sui lavori recentemente eseguiti in via Curti – che si sviluppa perpendicolarmente fra le vie Franscini e Lambertenghi – e in particolare sulla mancata posa di alberi. L’Esecutivo ne fa chiaramente una questione di metri quadrati:«Nel caso specifico, l’inserimento di nuove piante o la creazione di aree verdi non è stato possibile perché le opere di allargamento dei marciapiedi prevedevano la condivisione dello spazio tra pedoni e biciclette. Eventuali nuove aree verdi – scrivono sempre sindaco e colleghi – avrebbero quindi diminuito questo spazio rendendo difficoltoso, se non impossibile, un incrocio agevole e a norma fra gli utenti». In pratica:o io (la pista ciclabile) o loro (gli alberi). In questo caso ha prevalso la pista ciclabile (gli alberi si potranno consolare in corso Pestalozzi, dove troveranno spazio approfittando dei lavori per il tram). In altre parti della città, le ciclovie devono vedersela con un avversario altrettanto ostico: i posteggi. Il sacrificio degli uni a favore delle altre non è mai facile da far digerire. 

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