Politica

Le Cantonali, tra attrazione e infedeltà

L'Osservatorio della vita politica regionale dell'Università di Losanna ha pubblicato una prima indagine sulle elezioni dello scorso 2 aprile
©Gabriele Putzu
Paolo Gianinazzi
15.01.2024 12:05

Ricordate le elezioni cantonali dello scorso aprile? No? In questo «vortice» di elezioni - con le Cantonali prima, le Federali poi, e le Comunali adesso - è infatti facile perdersi. Il rinnovo dei poteri cantonali è stato il primo di tre appuntamenti elettorali che in Ticino, a cavallo tra il 2023 e il 2024, ha dato il via a questo lungo anno elettorale. Ora, a qualche mese di distanza, l'Osservatorio della vita politica regionale dell’Università di Losanna (OVPR) ha cercato di fare un po' di chiarezza, analizzando quanto accaduto, in termini elettorali, lo scorso 2 aprile.

Come noto, tra i partiti di Governo l'unico partito ad essere uscito indenne dalle Cantonali è stato il Centro, che ha sostanzialmente mantenuto le posizioni. E non a caso, l'OVPR nel comunicato che accompagna l'indagine spiega che «gli spostamenti di schede che hanno penalizzato tre dei quattro partiti di governo (PLR, Lega e PS) sono riconducibili in buona parte alla crescita della scheda senza intestazione». Per quanto concerne il Centro, invece, esso rispetto a quattro anni prima ha sì «ceduto una quota di schede più importante, anche se limitata, all’UDC», ma allo stesso tempo è comunque riuscito «ad intercettare la quota di gran lunga più importante di nuove schede da coloro che nel 2019 avevano votato un altro partito di governo».

Più nel dettaglio, per quanto riguarda i partiti di Governo, l'Osservatorio rileva che il PLR è stato «quello che meno ha guadagnato dai flussi (perdendo la più alta quota di schede a vantaggio della scheda senza intestazione)», mentre il Centro è stato quello che, «rispetto al 2019, ha acquisito più votanti provenienti dagli altri partiti».

L'analisi dell'OVPR si sofferma poi anche su una delle novità delle Cantonali 2023: il Movimento Avanti con Ticino&Lavoro, guidato da Amalia Mirante. Su questo fronte, dall'indagine è emerso che il nuovo movimento si è affermato «anzitutto con il voto di ex sostenitori del PS e della Lega», ma anche grazie al fatto di aver «attratto una quota significativa di votanti (circa il 20%) tra coloro che quattro anni prima avevano scelto la scheda senza intestazione o si erano astenuti». 

Qualche dato interessante è poi emerso anche sull'altra grande vincitrice delle scorse elezioni cantonali: l'Unione democratica di centro (UDC), che in aprile ha guadagnato due seggi in Gran Consiglio. «Nel 2019 - scrive l'Osservatorio -, quasi la metà della forza elettorale dell’UDC era dovuta a votanti che quattro anni prima avevano sostenuto PLR e Lega, con un aumento netto di attrattività nei confronti soprattutto dei votanti PLR rispetto al 2015. Per contro, nel 2023, l’UDC ha consolidato la propria base (circa il 71% di elettori ed elettrici UDC avevano già votato il partito nel 2019), mentre la sua crescita è ancora una volta dovuta a un afflusso di elettori ed elettrici della Lega». Ma c'è di più. Oltre ad aver consolidato la propria base, l'UDC è stato pure il partito che «ha annoverato in assoluto gli elettori e le elettrici più fedeli». Nel dettaglio, «il 92% di coloro che hanno votato UDC nel 2019 hanno rinnovato la loro scelta di voto nel 2023». Per quanto riguarda gli altri partiti, la quota di elettorato fedele è risultata importante pure per il Centro (87%) e il PLR (circa l’85%). «Per contro - scrivono i ricercatori dell'OVPR -, rileviamo che tre partiti hanno visto sensibilmente diminuire la quota del loro elettorato fedele in occasione dell’ultima tornata elettorale: la Lega, passata dall’80% del 2019 al 68% circa del 2023, il PS dal 72 al 64% e i Verdi dal 79 al 63% circa».