Lugano

Le case alte a Cornaredo tornano a «quota 45»?

Il Consiglio di Stato aveva ridotto la loro altezza massima a trenta metri nel 2019, ma il Tribunale cantonale amministrativo ha ora sconfessato quella decisione – Non è però detta l’ultima parola: un privato ha ricorso a Losanna
©Gabriele Putzu
Federico Storni
27.06.2025 06:00

Se questa sentenza fosse un suono, sarebbe quello che si sente quando Super Mario assume il funghetto e cresce di statura. Con la sua decisione, il Tribunale cantonale amministrativo (TRAM) ha infatti recentemente riportato a 45 metri l’altezza massima edificabile nel comparto B2b sud del Nuovo Quartiere Cornaredo (NQC), cioè l’area che, parallela a via Sonvico, va dal parcheggio sotterraneo vicino alla Cornèr Arena sino all’edificio che ospita fra gli altri la Coop, coprendo una superficie di circa 26.000 metri quadrati. Che si potesse toccare quota 45 era l’auspicio dei Comuni di Canobbio, Lugano e Porza, che così avevano deciso nel 2017. Due anni dopo, il Consiglio di Stato aveva però detto no, e compresso in trenta metri la possibilità edificatoria, vincolandola inoltre alla presentazione di un Piano di quartiere. Una decisione, a distanza di quasi sei anni, ribaltata infine dal TRAM, che ha di fatto approvato quanto sancito dai tre Comuni ormai otto anni fa. Il Consiglio di Stato ha rinunciato a ricorrere al Tribunale federale, cosa che ha però fatto un privato cittadino. Non è quindi ancora detta l’ultima parola.

Conterranno residenze e uffici

L’area in questione è fra le più pregiate dell’NCQ e una volta edificata secondo i nuovi dettami sarà la nuova porta d’ingresso di Lugano e determinerà l’impronta urbanistica dell’intero quartiere. Nelle future costruzioni è previsto l’inserimento di contenuti amministrativi e finanziari, a cui si è aggiunta in seguito una quota residenziale non superiore al 50% della superficie utile lorda. Il Consiglio di Stato temeva che, senza un Piano di quartiere obbligatorio, non vi fossero le necessarie garanzie per giungere all’auspicata qualità urbanistica, e che ci fosse un rischio di frammentazione. Nell’imporlo aveva poi lasciato facoltà ai tre Comuni, rappresentati dall’Agenzia NQC, di semmai riproporre in questo contesto i previsti bonus edificatori, che a determinate condizioni - perizia di mobilità, interesse generale per la qualità architettonica, fruibilità pubblica, elevati standard ambientali ed energetici - potevano essere concessi. I Comuni hanno però optato per impugnare la decisione, con pieno successo malgrado ci sia voluto molto tempo.

Scrive a proposito il TRAM: «La soluzione adottata dai Comuni per il comparto B2b rafforza l’aspetto qualitativo e urbanistico e rappresenta una modalità di attuazione delle disposizioni garanti di una visione unitaria auspicate dal Governo, basandosi su una corretta ponderazione degli interessi in gioco. Essa non presta fianco a critiche né si rivela inopportuna. Per contro, l’imposizione di ulteriori vincoli, non necessari, costituirebbe per finire un onere sproporzionato per rapporto agli obiettivi di carattere urbanistico perseguiti. A torto il Governo l’ha disattesa, violando così l’autonomia comunale dei ricorrenti».

I privati ci credono

In tutto ciò, i terreni del comparto B2b sud sono in mano a due società che hanno scommesso su quota 45. Una, Manalbe, aveva presentato il suo progetto già nel 2016, dunque prima del «niet» governativo. L’altra, MF Investments, l’aveva fatto nel 2023 quando era virtualmente in vigore quota 30, scrivendo: «Si tratta di una scelta espressa dalla proprietaria. Le volumetrie, intese quali lineamenti di un progetto esteso a tutto il comparto, sono disposte in modo da creare un’immagine urbanistica forte e ordinata necessaria nell’attuale situazione paesaggistica dai contenuti casuali e di poco pregio architettonico. Solo con una altezza di 45 metri si può raggiungere tale scopo».

Non saranno le uniche

Se e quando verranno realizzate, le nuove case alte saranno fra le più elevate di Lugano ma non le sole, né le più alte, di Cornaredo. Alla stessa altezza si attesteranno infatti le due torri del Polo Sportivo (una già in cantiere), mentre di fronte all’ex Termica è potenzialmente possibile arrivare addirittura a quota 60, e così ha fatto un ambizioso progetto presentato nell’aprile del 2022 e ancora in fase di affinamento con le autorità cantonali preposte.

La questione viaria

Quello oggetto di queste righe è il secondo ricorso che, dopo una lunga attesa, ha dato ragione all’impostazione urbanistica adottata dai tre Comuni. L’altro era relativo alle importanti modifiche viarie che si prevedono nell’area, anch’esse tutelate negli scorsi mesi dal TRAM. Pure in questo caso si attende però una decisione del Tribunale federale, che stando a quanto appreso dal CdT proprio nelle scorse settimane ha chiesto complementi d’informazione all’Agenzia NQC.

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