Le emozioni di chi non resta di ghiaccio

Le anguille messe in versi da Giorgio Orelli vi si agitavano sul banco del pescivendolo. Perché «On ice - Il fascino del ghiaccio» è (anche) quello, ma soprattutto altro, per l’Alto Ticino. S’intitola così la mostra che da sabato 14 maggio alle 15 (entrata libera) sarà visitabile per due anni al Museo di Leventina di Giornico. Grazie allo stato solido dell’acqua la valle ha scritto pagine indelebili di storia e fatto emozionare migliaia di persone. Nell’hockey, certo. Ma pure nel pattinaggio e nel curling. Ha regalato momenti di gioia e ha fatto piangere, creando nel contempo delle dinamiche aggregative che hanno plasmato la società, forgiando le anime e l’identità personale e collettiva da Bedretto a Pollegio.
«Quando bagnavo la pista...»
«Ogni paese aveva la propria pista, spesso improvvisata. Personalmente andavo a bagnare di notte quella di Faido per poter giocare l’indomani...». L’ex consigliere di Stato Gabriele Gendotti, coordinatore del museo, i pattini li ha indossati eccome. Ad una carriera nell’Hockey club Ambrì-Piotta (HCAP) ha preferito la politica, ma il vecchio amore non l’ha mai dimenticato. Dopo l’esposizione sulla neve era quasi scontato dedicarne una al ghiaccio. «La pandemia ci ha insegnato che per una struttura piccola come la nostra è fondamentale avere idee innovative, puntando altresì sulle nuove tecnologie. Il problema è trovare i finanziamenti. Ce l’abbiamo sempre fatta, vero, ma che fatica tremenda...», ha affermato di fronte alla stampa il già direttore del DECS. Un’impostazione oseremmo definire 2.0 che gli undici musei regionali ticinesi - ha precisato il direttore del Centro di dialettologia e di etnografia Paolo Ostinelli - hanno dovuto adottare, «concentrandosi sulla contemporaneità».
Fantasia, agonismo, gioco
La direttrice e padrona di casa Diana Tenconi ha dal canto suo posto l’attenzione sulle cinque sezioni nelle quali si articola la mostra. Il ghiaccio, infatti, è fantasia ed immaginazione. E, ancora, divertimento, gioco, sport, tempo, agonismo: «I visitatori potranno scoprire atteggiamenti ritualizzanti ed osservare la messa in scena dei valori condivisi della società». Accantonati per un attimo gli aspetti prettamente sociologici, è comunque l’occhio a dominare a Casa Stanga, dove è possibile ad esempio ammirare una ricca collezione di pattini che spazia dal 1800 alla fine del Novecento, compresi quelli indossati dall’indimenticato Andy Bathgate, leggenda della NHL e uno dei primi stranieri a vestire la maglia biancoblù. Altri oggetti vintage riguardano, per par condicio, pure l’HCL, l’altra «metà» del Ticino del disco su ghiaccio. Mentre saranno visionabili anche dei filmati d’antan sui derby.
Addio Valascia, addio nostalgia
E a proposito di HCAP, non poteva mancare il presidente Filippo Lombardi. Il quale ha paragonato le vicissitudini del sodalizio altoleventinese alla Battaglia dei Sassi Grossi del 1478: «Il museo ha lo scopo di far entrare la storia nella nostra quotidianità. È incredibile come un piccolo popolo di montagna sia in grado di sconfiggere le grandi potenze dell’hockey svizzero». Naturale, pertanto, ha aggiunto, legare il rito del gioco al «tempio» dove esso si svolge. Nella fattispecie la Gottardo Arena. «Ho dovuto superare mari e monti per regalare una casa più moderna ai nostri tifosi. La prima difficoltà è stata riuscire a convincere molte persone che non si poteva più giocare alla Valascia. Dopo un anno posso affermare che la nostalgia è venuta meno», ha puntualizzato il numero uno dell’HCAP. Hockey, sì, ma anche prevenzione. E ciò in collaborazione con la Fondazione Pat Schafhauser, come ha ricordato l’ex giocatore e dirigente Beat Kaufmann.
Un "altro" pubblico
«La sfida di questa nuova esposizione sarà quella di mediare i contenuti a differenti tipologie di pubblico». Diana Tenconi è sicura di riuscire nell’impresa. Ossia far apprezzare la mostra «On ice - Il fascino del ghiaccio» anche a coloro che non sono abituati a mettere piede in una struttura museale. Si è dunque optato per delle forme ludiche e, per le visite di gruppo, per una specie di competizione fra due squadre come si trattasse di una partita di hockey. Un occhio particolare è stato inoltre rivolto ai bambini e ai frequentatori con disabilità, con un allestimento concepito ad hoc (altezza e carattere dei testi).