Le false università di fronte al giudice

LUGANO - Si è aperto quest'oggi alle 9.30, di fronte alla Corte delle Assise criminali presieduta dal giudice Marco Villa, il processo per il caso Ipus/Unipolisi. Alla sbarra due imputati: si tratta dell'ex direttore della scuola chiassese - un 60enne cosentino - e la sua compagna di 48 anni.
I due sono accusati di una lunga serie di reati elencati nell'atto d'accusa siglato dalla procuratrice pubblica Raffaella Rigamonti, che descrivono il raggiro architettato ai danni di centinaia di studenti tramite due istituti di formazione spacciati per università private, ossia l'IPUS di Chiasso e la sua emanazione, l'Unipolisi, con sede a Disentis. Il 60enne e la 48enne dovranno rispondere di ripetuta amministrazione infedele qualificata, ripetuta truffa, bancarotta fraudolenta e frode nel pignoramento, ripetuta cattiva gestione, omissione della contabilità, ripetuta appropriazione indebita d'imposta alla fonte, infrazione alla legge federale sugli stranieri (inganno nei confronti delle autorità), contravvenzione alla legge federale sull'assicurazione per la vecchiaia e i superstiti.
L'ex direttore delle due scuole aveva peraltro già avuto guai con la giustizia ticinese. Nell'autunno di un anno fa, la Pretura penale l'aveva condannato al pagamento di una multa di 10 mila franchi per violazione alla Legge federale sulla promozione e sul coordinamento del settore universitario svizzero per aver, a partire dal 30 novembre 2014, utilizzato senza la necessaria autorizzazione il termine "università".