Le nuove Officine FFS al Tribunale federale

«Il gruppo Marti ricorrerà quasi sicuramente». Salvo ripensamenti, dunque, le future Officine FFS finiranno sulla scrivania dei giudici del Tribunale federale. L’avvocato Franco Gianoni conferma al Corriere del Ticino l’intenzione di rivolgersi a Mon Repos contro la sentenza del Tribunale amministrativo federale (TAF) che lo scorso 22 febbraio ha dichiarato inammissibili i ricorsi inoltrati contro la determinazione della zona riservata (150.000 metri quadrati) per il futuro stabilimento industriale. Una sentenza che ha fatto storcere il naso alle ditte Otto Scerri, Geniobeton, Mancini & Marti ed al presidente del Consiglio di amministrazione di quest’ultima.
«Certo che abbiamo interessi…»
Il gruppo dà lavoro ad oltre 260 collaboratori e, complessivamente, occupa terreni per circa 33.000 metri quadri. E nonostante ciò il TAF ha ritenuto che le aziende «al momento attuale non dispongono di un interesse concreto degno di protezione all’annullamento della zona riservata, bensì unicamente di un interesse ipotetico». Secondo l’avvocato Franco Gianoni si tratta di una motivazione che non sta «né in cielo né in terra in quanto il gruppo che rappresento è proprietario dei terreni. Come si fa a dire che non ha interessi? Il problema comunque sta nel manico, ossia alla dichiarazione d’intenti sottoscritta fra le Ferrovie, il Cantone e la Città di Bellinzona l’11 dicembre 2017».
Valutazioni in corso
Allo stato attuale sono invece ancora in corso valutazioni da parte di coloro che avevano ricorso in prima istanza. Si tratta, ricordiamo, dell’Unione contadini ticinesi; dei Comuni di Biasca, Bodio, Giornico e Personico; e della Commissione regionale dei trasporti delle Tre valli. Tutti, in sostanza, caldeggia(va)no la soluzione alternativa dell’ex Monteforno di Bodio-Giornico al posto di Castione per insediare il moderno stabilimento produttivo da 580 milioni di franchi. E questo anche il gruppo Mancini&Marti. Vuoi alla luce del sacrificio di quasi 80.000 metri quadrati di superfici per l’avvicendamento delle colture qualora il sito produttivo si insediasse nel Comune bellinzonese e vuoi, in seconda battuta, per rilanciare il comparto dell’ex acciaieria bassoleventinese. Il termine per appellarsi al TF scade il 21 marzo.