Le piscine diventano «local» e i residenti apprezzano

Tempo di bilanci per le piscine comunali di Mendrisio e Chiasso. Le due strutture hanno archiviato da pochi giorni le loro stagioni estive, entrambe concluse domenica 6 settembre e ovviamente segnate dalla pandemia, e quindi dalla messa in atto di misure speciali per poter garantire la sicurezza degli utenti e il rispetto delle disposizioni.
Un’estate corta
Ma andiamo con ordine. Le strutture balneari hanno avuto due stagioni parallele sotto molti punti di vista. Entrambe sono state agibili dal 20 giugno al 6 settembre ed entrambe hanno limitato le entrate quasi solo ai residenti. Entrando nel dettaglio, a Chiasso l’accesso era consentito anche ai domiciliati nei Comuni momò convenzionati, mentre a Mendrisio potevano accedere alla piscina anche i turisti che soggiornavano in città, i dipendenti del Comune e i non residenti, ma solo se accompagnati da un domiciliato o un lavoratore di Mendrisio (al massimo tre ogni residente o lavoratore) e questo solo dal 10 luglio.
Le cifre
Veniamo alle cifre perché, come vedremo in seguito, mostrano una tendenza significativa. Gli ingressi registrati in totale a Chiasso nei 79 giorni di apertura della piscina comunale sono stati 24.143 per una media giornaliera di quasi 306 persone, come spiega Loris Codoni, responsabile delle strutture sportive della cittadina di confine. A titolo di paragone, negli scorsi anni l’impianto chiassese aveva registrato mediamente circa 500 entrate al giorno. Il dato comprende però anche i mesi di maggio e giugno, normalmente più freschi e meno gettonati. E include i non residenti. Ardui quindi i paragoni.
«La media è buona», conferma Codoni, a maggior ragione se si considera che a Chiasso non si potevano acquistare biglietti validi per una sola giornata, almeno sino a metà agosto: «L’entrata era possibile soltanto acquistando una tessera stagionale o una tessera valida per 10 entrate. Questo è stato deciso per poter garantire la tracciabilità, visto che le tessere erano nominali, e per evitare la creazione di colonne all’entrata, quindi degli assembramenti. Dal 15 agosto il sistema è poi un po’ cambiato, perché vendere tessere da 10 entrate non aveva più senso e avrebbe fatto sprecare entrate a molte persone. Così abbiamo introdotto la possibilità di acquisto del biglietto singolo».
Gli addetti ai lavoro chiassesi sono soddisfatti. «La stagione è stata impegnativa per tutti ma positiva», conclude Codoni, accennando ad alcuni spiacevoli episodi vissuti dal personale in cassa al momento di dover impedire l’accesso ad alcune persone impazienti di tuffarsi in piscina. «Alcune cassiere sono state accusate di essere razziste, non tutti hanno capito che le limitazioni erano per la sicurezza degli utilizzatori».
Di più, in meno tempo
Passiamo al capoluogo, dove le entrate totali, come fa sapere il responsabile dell’Ufficio sport e tempo libero Giuliano Genoni, sono state 13.587 (per una media di 172 persone) di cui 11.099 da parte di domiciliati a Mendrisio. Il primo dato è in calo di circa 17.000 unità rispetto al 2019 - ma la cifra è comprensibile - mentre il secondo è in aumento di quasi 1.300. «Il dato va letto con una certa positività - sottolinea Genoni -. I domiciliati che sono stati in piscina sono stati 1.293 in più dell’anno scorso», malgrado gli accessi limitati e malgrado i 35 giorni in meno di apertura.
Anche a Mendrisio, come a Chiasso, alcune regole sono state modificate strada facendo: «In un primo momento, l’accesso ai non domiciliati era vietato. Poi con la decisione del Consiglio federale di diminuire la superficie necessaria per ogni persona all’interno delle strutture balneari è stato possibile aumentare il numero massimo delle presenze da 500 a 800 e sono stati allargati i criteri di accesso».