Le rive del lago Ceresio, come non le avete mai viste

Non fatevi ingannare dal loro nome, che può farle sembrare tecniche e sfuggenti, perché le misure di compensazione ambientale e paesaggistica previste nell’ambito di PoLuMe (il progetto di potenziamento autostradale tra Mendrisio e Lugano) sono in realtà facili da immaginare e sempre più concrete. È almeno il caso di uno dei progetti collaterali, quello che riguarda le rive del lago Ceresio tra Capolago e Maroggia. Lì si immagina di realizzare un’opera che valorizzerà le rive lacustri, rendendole accessibili e percorribili a piedi.
Questo disegno è stato uno dei protagonisti dell’incontro della Commissione di accompagnamento politico del progetto PoLuMe tenutosi nei giorni scorsi a Val Mara. Un incontro durante il quale è emerso che l’opera PoluMe prende sempre più forma e un progetto esecutivo dovrebbe essere pubblicato entro la fine del prossimo anno, ma anche durante il quale sono state mostrate rive del Ceresio... mai viste. Nel futuro del comparto – tratteggiato anche in alcuni rendering – ci sono infatti passerelle pedonali, spazi verdi, rive fruibili e molto altro. A renderlo possibile anche l’utilizzo del materiale ottenuto con lo scavo delle nuove gallerie previste da PoLuMe.
Tre obiettivi
Ma cosa potrebbe accadere tra la foce del Laveggio, a Capolago, e l’area ex Don Bosco di Maroggia? L’intento è di realizzare la cosiddetta passeggiata a lago, ma nel concreto quali opere potrebbero vedere la luce? «Gli interventi di rivitalizzazione delle rive si distinguono, in base alle necessità, in proposte tecnicamente semplici (piantumazione di canneto e strutturazione della riva) ad interventi più ambiziosi che prevedono l’apporto di materiale e la creazione di nuovi habitat acquatici. La passeggiata è prevista in parte su passerelle, su nuove terre emerse, oppure adattando i calibri del percorso già esistente», spiega Laura Bernasconi del Dipartimento del territorio.
Nel corso dell’incontro di qualche giorno fa lo stato di avanzamento del disegno di recupero delle rive lacustri è stato presentato proprio dal Territorio, committente dello studio insieme all’Ufficio federale delle strade e i Comuni di Mendrisio e Val Mara. Gli obiettivi principali sono tre – prosegue Bernasconi –: «Migliorare lo stato ecomorfologico della riva, al fine di ripristinare le dinamiche naturali e la loro funzionalità ecologica; riqualificare lo spazio pubblico delle aree di svago a lago, garantendo e migliorandone la fruibilità e realizzando una passeggiata a lago continua; disporre di un disegno concreto che permetta il deposito del materiale di scavo proveniente dal progetto federale PoLuMe». Ciò che USTRA vuole realizzare con PoLuMe, ricordiamo, è il potenziamento dell’A2 tra Lugano e Mendrisio creando una terza corsia dinamica, da aprire nei momenti di traffico più intenso. L’opera include la realizzazione di due nuove gallerie tra Bissone e Maroggia, l’ampliamento di quelle sotto il San Salvatore, l’aggiramento dell’abitato di Bissone e un nuovo svincolo a Melano. Costo totale stimato? 1,2 miliardi di franchi, di cui 84 milioni a carico del Ticino. L’inizio dei 12 anni di lavori previsti è stimato nel 2030.
Le cosiddette misure di compensazione hanno l’obiettivo di mitigare l’impatto ambientale e territoriale di PoLuMe (che dovrebbe portare al peggioramento ad esempio delle condizioni dell’aria, ma anche della viabilità su alcune arterie del Mendrisiotto). In fase di studio, più o meno avanzato, ce ne sono svariate, alcune delle quali dedicate alla mobilità lenta. Tra queste la rivitalizzazione delle rive del lago, ma anche l’ottimizzazione della viabilità ciclabile tra Bissone e Capolago, dove «sono previsti lungo la strada cantonale alcuni interventi indipendenti dal progetto di valorizzazione della riva, presentati nell’ambito del programma d’agglomerato del Mendrisiotto (PAM). L’obiettivo è di garantire una maggiore sicurezza e un migliore confort per i ciclisti. Nella seduta della Commissione di accompagnamento non si è però entrati nel merito», conclude Bernasconi.