«L’eccellenza nella professionalità»

BELLINZONA - Diventare igienista dentale o tecnico in radiologia medica. Oppure designer con indirizzo in computer animation. Formazioni apparentemente distanti che presentano però lo stesso minimo comun denominatore. Sono tutte raggruppate sotto il cappello delle Scuole specializzate superiori (SSS). Un’offerta formativa ancora poco conosciuta, o trascurata, soprattutto da chi è convinto che il percorso dell’apprendistato sia una via di seconda scelta. A dare un colpo di mano alle SSS – in termini di marketing e promozione – è stato il Quadro nazionale delle qualifiche, concepito per facilitare la comprensione del sistema formativo e per consentire una migliore comparabilità dei titoli svizzeri all’estero. «Grazie a questo strumento, è stato possibile mappare le competenze professionali di chi frequenta i nostri percorsi attribuendo a ognuna un punteggio e chiarire una volta per tutte il valore di questi diplomi, che risultano a tutti gli effetti sullo stesso piano dei bachelor, delle lauree triennali e dei bachelor professionali» indica la presidente del Collegio dei direttori delle SSS Manuela del Torso Merlini. Ma cosa distingue le SSS dalle altre offerte di tipo terziario? «Si tratta di percorsi completamente pratici, cui si può accedere a seguito di un apprendistato – prosegue del Torso Merlini – e si profilano come un binario parallelo a un percorso accademico». Un aspetto, questo, che per la presidente rappresenta «un impulso alla cultura, perché crea un’eccellenza nella professionalità». Detto del confronto con il mondo accademico, veniamo ora alle competenze acquisite dai ragazzi che scelgono di intraprendere questa strada. Durante gli anni di studio, gli studenti acquisiscono nozioni teoriche e pratiche immediatamente applicabili sul posto di lavoro. «Sono percorsi calibrati in modo che i nostri giovani diplomati non abbiano bisogno di essere inseriti in azienda, perché le loro competenze sono spendibili subito – afferma del Torso Merlini – un atout enorme per i nostri ragazzi e per il mondo professionale». E per sentire il punto di vista di chi ha preferito questa formazione rispetto alle altre offerte, abbiamo parlato con Fidel Esteves Pinto che ha terminato la formazione di infermiere nel 2017 e ora frequenta l’anno passerella che lo porterà a ottenere un secondo diploma professionale come soccorritore. «Sono sempre stato interessato all’ambito sanitario e al servizio d’ambulanza» racconta Fidel, che spiega come l’esperienza alle SSS di un suo amico l’abbia spinto verso questo percorso, malgrado fosse affascinato anche dallo studio della geografia. Mettendo quindi sul piatto della bilancia da un lato una formazione professionale e dall’altro una di tipo accademico, la scelta è ricaduta sull’ambito più pratico. Come mai? «Proprio per l’opportunità di entrare a gamba tesa nel mondo del lavoro, senza avere carenze di nessun tipo e, non da ultimo, con la possibilità di avere la medesima classe salariale» conclude. Fidel è stato fortunato perché il suo modulo ha raggiunto il numero minimo di iscritti e non è stato frenato dalla mancanza di una richiesta sufficiente. Un problema che «in alcuni casi si verifica – spiega del Torso Merlini – e per questo alcune formazioni non possono partire, malgrado la richiesta da parte del mondo del lavoro. È un vero peccato». Per poi evidenziare: «Grazie alla fitta collaborazione con molte aziende e ai test d’entrata per alcuni profili, i nostri diplomati molto raramente restano senza un posto di lavoro».