L’ennesima truffa dei garage: quasi 100 incidenti falsi

Il copione alle nostre latitudini è ormai quasi un classico e potrebbe essere quello di un film dal titolo «La truffa dei garage». Quella di oggi potrebbe essere definita una nuova puntata.
Non stiamo però parlando di cinema, bensì di vita tragicamente vera. Una vita fatta anche di errori e che oggi ha portato in aula penale due uomini immischiati nelle vicende truffaldine di un garage di Riva San Vitale. A comparire di fronte alla Corte delle Assise correzionali presieduta da Amos Pagnamenta, in due dibattimenti distinti celebrati con la formula del rito abbreviato, sono stati un 42.enne ticinese di professione assicuratore e un 61.enne della regione, gerente della carrozzeria all’epoca dei fatti (tra il 2010 e il 2017). Entrambi ammettevano i reati a loro contestati e si sono detti dispiaciuti e pentiti.
«Stress e brutte influenze»
Truffa aggravata e sviamento della giustizia i reati di cui si è macchiato il 42.enne. Sessanta gli episodi commessi tra il 2010 e il 2017 con cui ha ingannato con astuzia varie compagnie assicurative, inducendole a pagare oltre 626.000 franchi. Come? Inscenando falsi sinistri a vetture o accentuando volontariamente i danni in garage (in alcuni casi creandoli ad arte in prima persona). Dei sinistri prontamente annunciati alle compagnie assicurative.
L’uomo, in aula, ha voluto leggere uno scritto in cui faceva ammenda: «Anni fa ho preso una brutta decisione, tra brutte influenze e quant’altro. Anche lo stress di accumulare clienti ha avuto un ruolo. Ho commesso errori molto gravi e mi assumo le mie responsabilità – ha spiegato –. I tre mesi che ho passato in carcere hanno fatto crollare la mia vita, ma ora ho scelto di cambiare, mi sono trasferito e ho scelto di costruire una vita sana». La pena concordata dal procuratore pubblico Daniele Galliano e dalla patrocinatrice dell’uomo, l’avvocato Lea Kaufmann Bütschli, di 16 mesi sospesi condizionalmente per 2 anni è stata accolta dal giudice Pagnamenta, che l’ha ritenuta adeguata.
«Non so perché»
Sono invece 20 i mesi di carcere (sospesi per un periodo di prova di 4 anni) a cui è stato condannato il titolare del garage, difeso da Giuditta Aiolfi. Una pena conseguenza della commissione di tre reati: truffa aggravata, truffa e cattiva gestione.
Gli episodi truffaldini ricostruiti dal procuratore pubblico sono quasi un centinaio, risalenti al periodo tra il 2010 e il 2017. Ha «ingannato con astuzia più persone, affermando cose false o dissimulando cose vere, oppure confermandone subdolamente l’errore», si legge nell’atto d’accusa, un documento che indica come in svariate occasioni il 61.enne abbia creato ad arte danni a vetture. Il danno, quello economico causato alle compagnie assicurative, è di oltre 785.000 franchi. «Perché ha commesso questi fatti?» ha provato a chiedere Pagnamenta all’imputato. La risposta è però stata vaga: «Non so nemmeno io come sono entrato in questo giro. Sono molto dispiaciuto», è stata la replica del 61.enne.
L’uomo era accusato anche di cattiva gestione. A scatenare la lunga serie di truffe, ricostruisce l’atto d’accusa, sarebbe infatti stata la situazione finanziaria proibitiva del garage. Nel 2009 l’uomo avrebbe constatato un calo degli affari, ritenuto che le spese erano eccessive per rapporto ai ricavi, iniziando a commettere truffe per ottenere un’entrata aggiuntiva. Il 61.enne in particolare non ha presentato i bilanci, creando un eccessivo indebitamento alla ditta (nel frattempo fallita e radiata).
Decine di correi
I due, v’è da dire, non sono le uniche persone colte con le mani nella metaforica marmellata in relazione alle attività illecite del garage rivense. Nei due atti d’accusa si elencano decine di clienti con cui i due avrebbero agito in correità, molti dei quali già condannati con decreti d’accusa.