Mendrisio

L’EOC rompe il silenzio sull’ex infermiere

L’Ente ha garantito la sua piena collaborazione nell’indagine che vede almeno cinque morti sospette per cui è indagato un 44.enne che però nega il suo coinvolgimento
Foto Reguzzi
Red. Online
03.06.2019 15:57

MENDRISIO - «Negli ultimi giorni diversi media hanno pubblicato notizie di vario genere in relazione con il caso dell’ex infermiere dell’Ospedale regionale di Mendrisio attualmente in detenzione preventiva», inizia così una presa di posizione resa pubblica poco fa dell’Ente ospedaliero cantonale (EOC) che per la prima volta si esprime sulla vicenda che coinvolge un ex dipendente dell’Ospedale della Beata Vergine attualmente sotto inchiesta per omicidio intenzionale.

L’Ente specifica che «fin dall’inizio ha collaborato con le autorità inquirenti per far piena luce sull’accaduto e ha messo a disposizione del Ministero pubblico tutte le informazioni richieste relative al caso in questione. L’EOC si è attenuto e si attiene al divieto di informare, sia nei confronti dei propri collaboratori sia verso l’opinione pubblica, che il Procuratore pubblico ha deciso nei suoi confronti e che è tuttora in vigore». L’Ente aggiunge però anche che non intende entrare nel merito del caso in questione, ma «desidera esprimere il suo profondo rincrescimento per la situazione e la propria vicinanza nei confronti dei pazienti e dei famigliari coinvolti. In linea con il proprio codice di condotta, l’EOC desidera ringraziare la persona che ha evidenziato il comportamento non adeguato dell’ex collaboratore, permettendo in questo modo di procedere con la segnalazione all’autorità di vigilanza e contestualmente al Ministero pubblico».

Inchiesta interna

«Non appena il Procuratore pubblico avrà tolto il divieto di informare - si legge poi nella nota -, l’EOC avvierà un’inchiesta interna, in collaborazione con l’autorità di vigilanza, con la ferma intenzione di chiarire tutti gli aspetti. L’inchiesta penale in corso, ad oggi, non vede imputato nessun altro collaboratore EOC. La sicurezza dei pazienti è tutelata, come confermato dall’Ufficio del Medico cantonale».

L’Ente ospedaliero invita infine a non gettare il sospetto e il discredito su tutta la categoria del personale curante, che ogni giorno prende in carico i pazienti nei vari nosocomi del cantone.