L’Eremo di San Nicolao è pronto a ripartire

È uno dei luoghi più suggestivi del Mendrisiotto. Appollaiato lì, sulla roccia a circa 700 metri d’altezza, quasi a strapiombo sulle cantine di Mendrisio. Stiamo parlando dell’Eremo e del suo grotto, che da novembre riaprirà al pubblico. I nuovi gestori, Carloalberto Molina, Roberto Fusaro e Daniele Morgante, sono pronti a partire e ad afferrare il testimone lasciato in settembre, dopo 12 anni, da Lorenza Pons. Uno dei luoghi più suggestivi, dicevamo, ma che è anche parte integrante della storia del Mendrisiotto.
Stando alla leggenda nel 1413 il vescovo di Como ci trovò un’antica immagine della Madonna, attorno alla quale ordinò di costruire un oratorio. Il luogo ospito poi gli eremiti - fino al 1809 - che lo sceglievano per il suo silenzio e la sua tranquillità. «È un luogo - ci spiegano i soci - pieno di storia e che per questo merita grande rispetto. Per questo motivo non vogliamo stravolgere nulla. Il grotto resterà un grotto. Manterremo il menù tradizionale, che c’è da generazioni, aggiungendo e proponendo poi piatti speciali, per esempio il bollito misto la domenica, o a dipendenza della stagione.
«Ci dicono che siamo matti»
Il grotto riaprirà, in forma light e su prenotazione, dai primi giorni di novembre. L’inaugurazione vera e propria è prevista invece l’anno prossimo. Certo è, facciamo notare, che con i numeri della pandemia in forte aumento non sembra questo il periodo migliore per lanciarsi in un’iniziativa imprenditoriale di questo tipo. Ci vuole coraggio. «Tutti - ci spiega Molina - ci dicono che siamo matti, ma non volevamo aspettare. Vogliamo far sapere che il grotto c’è. E mi sembra anche che il pubblico stia aspettando la riapertura. In questo periodo, in cui è chiuso, riceviamo le telefonate di molte persone che vorrebbero salire per mangiare. È un peccato non accontentarle».

Prodotti del territorio
I soci vogliono proporre prodotti tipici del territorio e proprio in queste settimane stanno «scegliendo», incontrando i vari produttori, le specialità da poi proporre sulla carta. Grande attenzione sarà data ai vini («La cantina nella roccia è splendida», ci spiegano) che, in effetti, rappresentano uno dei fiori all’occhiello dell’offerta enogastronomica momò.
Un franco alla Confraternita
«Per ogni cliente che arriverà al grotto - ci viene spiegato - un franco andrà alla Confraternita». Questo l’accordo trovato con i proprietari. Un modo anche per aiutare la confraternita.
Storia e cultura
Un luogo di storia, si diceva prima. E i nuovi gerenti vorrebbero fare del grotto e dell’Eremo di San Nicolao anche un luogo di cultura. «Sono un appassionato di storia - ci conferma Fusaro - e per noi è incredibile essere in un luogo costruito nel Quattrocento. Un secolo estremamente affascinante e ricco di illuminati. Pensiamo al Bramante e ai maestri comacini. Vorremmo dunque dare a chi verrà a trovarci anche delle nozioni di storia. E ci piace molto l’idea del dialetto come collante tra le persone. Un’idea che ci è venuta in mente, per esempio, è quella di organizzare delle serate in cui si reciterà la Divina commedia in dialetto».

Alla ricerca di collaborazioni
I soci in questi giorni stanno incontrando diversi partner della regione per stringere delle collaborazioni. Con la Ferrovia del Generoso per esempio e anche con le FFS. «E stiamo cercando di sviluppare delle collaborazioni anche per il trasferimento dei clienti tra il centro di Mendrisio e l’Eremo». Eremo che si può raggiungere in auto, ma che in futuro potrebbe dunque offrire anche delle navette.
Turisti e residenti
E poi si vuole puntare sulla promozione. Perché l’Eremo è un luogo che molti momò hanno nel cuore, che molti turisti scoprono perché è un luogo promosso nelle guide, ma in realtà non poi così conosciuto nel resto dei Ticino. Perfino nella vicina Lugano. «Si può - ci spiegano - lavorare anche in questo senso. In effetti più di una persona ci ha detto che tutti conoscono l’Eremo, ma nessuno sa che c’è. È una bella frase».
