Locarno

«L’ex casa dell’arciprete? Non è tra le nostre priorità»

Preavviso negativo del Municipio alla mozione di Mauro Belgeri che propone la ricostruzione del palazzo in via Cittadella dove ora vi sono un parcheggio e un punto per la raccolta separata dei rifiuti – «Arduo per tutti progettare un edificio in quel contesto urbano così delicato a ridosso della chiesa Nuova»
Piazzetta Respini, per il momento, resta coi com'è. ©Ti-Press/Samuel Golay
Spartaco De Bernardi
07.07.2025 06:00

Riedificare la casa arcipretale in Città Vecchia sarebbe senz’altro buona cosa, ma la complessità dell’operazione, la delicatezza del comparto in cui andrebbe ad inserirsi e l’investimento necessario induce a rinunciarvi. È in buona sostanza questa la posizione del Municipio di Locarno al riguardo della proposta avanzata da Mauro Belgeri che da decenni si adopera per sensibilizzare sulla lacuna edilizia che interrompe la trama edificata di Via Cittadella. Lacuna che il consigliere comunale del Centro vorrebbe colmare con la riedificazione, appunto, della casa arcipretale e del suo giardino come si presentavano un tempo. E questo «togliendo di mezzo il posteggio e la piazza raccolta rifiuti», recita il testo della mozione di Belgeri che l’Esecutivo cittadino preavvisa tuttavia negativamente. E questo per tutta una serie di motivi che elencheremo più avanti. Prima, infatti, va detto che già all’incirca 25 anni Palazzo Marcacci, in un momento di difficoltà economiche per la Città, aveva ragionato sulla possibilità di vendere il fondo, a tutti gli effetti edificabile, con l’obiettivo di riequilibrare le finanze comunali. Analogo ragionamento, spiega ancora l’Esecutivo, aveva interessato diverse altre proprietà pubbliche.

Ipotesi già scartata 25 anni fa

L’ipotesi di vendere quel terreno, oggi denominato piazzetta Respini, «era stata scartata quasi immediatamente, tanto è vero che non si è neanche proceduto ad una sua rivalutazione contabile e tantomeno alla sua commutazione in bene patrimoniale», recita il testo del preavviso negativo alla mozione di Belgeri. Le ragioni che avevano indotto allora il Municipio a lasciare così com’è la piazzetta Respini sono valide ancora oggi e possono essere riassunte in sei punti. Innanzitutto «il ripristino di un edificio demolito nella prima metà del secolo scorso comporta un’analisi molto precisa del contesto e rischia di compromettere una situazione nel frattempo consolidatasi dal profilo urbanistico e funzionale». A maggior ragione se si considera la vicinanza con un bene protetto di grande rilevanza qual è la chiesa di Santa Maria Assunta, detta anche chiesa Nuova. Proprio questa vicinanza, argomenta ancora il Municipio, non rende facile il compito di sviluppare e realizzare un progetto per un nuovo edificio che deve dialogare con un tessuto storico di indubbia qualità, oltretutto in un punto molto esposto del centro storico di Locarno.

Destinazione incerta

«Dando per acquisito che la funzione originale di casa arcipretale non può essere ripristinata si pone il problema del ruolo da attribuire al futuro edificio, dal punto di vista della funzione e dell’utilizzo pubblico o privato che ne determina pure la qualifica di bene patrimoniale o amministrativo». Ricordando come lungo via Cittadella vi siano altri punti dove la demolizione di singoli edifici ha creato nuovi spazi caratteristici, l’Esecutivo precisa che, a prescindere da una prossima valorizzazione di piazzetta Respini, «il suo utilizzo attuale quale area di parcheggio e la presenza di un centro di raccolta dei rifiuti, comunque indispensabile per i bisogni del quartiere, pongono a loro volta un ostacolo all’ipotesi di realizzare un nuovo edificio». Non da ultimo, il Piano finanziario e delle opere per questo quadriennio (e per quello successivo), evidenzia le priorità d’investimento ed i limiti finanziari d’intervento della Città, «per cui riteniamo che le nostre risorse debbano concentrarsi su altri progetti che portino un maggior valore aggiunto a Locarno e che rispondano concretamente alle esigenze della popolazione ed alla sua qualità di vita».

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