Scuola

Lezioni nel container: disagi e soluzioni traballanti

Pronto dal 2012, il progetto per le nuove aule speciali delle Medie di Chiasso è ora in forse
Il prefabbricato, in uso dal 2014, con le aule speciali. (foto CdT)
Patrick Colombo
10.12.2018 12:03

Sembrava finalmente essersi fatta in discesa la strada verso la realizzazione del nuovo edificio con le aule speciali della scuola media di Chiasso, invece spuntano nuovi imprevisti che rendono il già complesso cammino ancor più lungo e tortuoso. Come si evince dalle indicazioni fornite congiuntamente da Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS) e Sezione della logistica, il progetto scelto nel 2012 dal Comune di Chiasso per l’immobile destinato a sostituire lo stabile ex Cattaneo, raso al suolo, rischia ora di essere accantonato. Per allievi e docenti, costretti dal 2014 a seguire e impartire alcune lezioni in un container posato sul piazzale scolastico, si prolunga quindi l’attesa per una soluzione duratura e soprattutto dignitosa ad un disagio che sarebbe dovuto essere di breve durata. Sì, perché in alcuni periodi dell’anno - inverno e fine primavera in particolare - le condizioni climatiche all’interno del prefabbricato si fanno proibitive. Consapevole del problema e premesso «che il progetto per la realizzazione delle aule speciali necessarie alla scuola media di Chiasso è parte della strategia logistica scolastica dell’intera regione del Mendrisiotto», Tiziana Zaninelli, responsabile della Sezione dell’insegnamento medio, spiega che «il concorso indetto dal Comune di Chiasso era basato su esigenze ad oggi non più attuali. Le verifiche in corso tra DECS, Sezione della logistica e Comune di Chiasso determineranno se il progetto vincitore del concorso sia ancora realizzabile oppure se occorrerà provvedere all’organizzazione di un nuovo concorso di architettura. I due filoni progettuali, ben si comprende, presentano tempistiche ampiamente differenti». Eppure, un paio d’anni fa sembrava che il Cantone avesse trovato il modo, con alcune modifiche necessarie anche per motivi di risparmio, di dare attuazione ai piani presentati dallo Studio di architettura Montemurro Aguiar, che col progetto Molecola si era aggiudicato il concorso per la realizzazione del nuovo stabile con le aule speciali. Difficile, in queste condizioni di perdurante incertezza, definire una scaletta. «Qualora si ritenesse ancora realizzabile il progetto vincitore del concorso, si può legittimamente prevedere la presentazione del messaggio governativo per la richiesta dei crediti di progettazione entro i primi mesi del 2019 e l’avvio dei lavori di costruzione entro un orizzonte di tempo di due anni (periodo necessario alla progettazione dell’edificio, all’appalto dei contratti ed alla procedura edilizia). In caso di organizzazione di un concorso su nuove basi, la pianificazione dei tempi si prolungherebbe di 12-15 mesi» fa sapere Zaninelli.

Tra l’altro, la fase di stallo è stata allungata dall’attesa di schiarite su un altro fronte, quello riguardante la scuola di moda. Fino a qualche mese fa il Cantone, viste le difficoltà sorte per l’insediamento dell’istituto ora a Viganello nel comparto della stazione FFS di Chiasso, non escludeva l’alternativa del suo inserimento nel campus scolastico della cittadina, con conseguente congelamento del dossier delle aule speciali. Almeno su questo versante, dopo la decisione definitiva di trasferire la scuola di moda nell’area dello scalo ferroviario, i dubbi si sono dissolti.

In attesa che Bellinzona decida quale strada imboccare per le aule speciali della scuola media, una parte delle lezioni di educazione visiva, educazione tecnica, tecnica dell’abbigliamento, educazione alimentare e sostegno pedagogico continuerà ad essere transitoriamente ospitata in spazi ricavati nelle vicine Elementari e l’altra nel container. Zaninelli tiene a ringraziare l’istituto scolastico comunale «perché la collaborazione permette di risolvere da un punto di vista operativo la carenza di spazi». Tuttavia, a Chiasso la pazienza non può essere infinita. Il capodicastero Educazione della cittadina di confine Davide Dosi osserva che sulla spinosa vicenda «non abbiamo informazioni recenti circa le intenzioni del Cantone». In alternativa al container, aggiunge, «secondo le informazioni a nostra disposizione, a breve non sono da prevedere altre soluzioni . Che la situazione non sia soddisfacente da più punti di vista è evidente a tutti». In occasione degli ultimi contatti con le autorità cantonali, conclude il municipale socialista, «abbiamo fatto presente che sarebbe utile immaginare una soluzione che, oltre alle aule speciali, preveda la costruzione di una o più palestre, vista la mancanza di spazio per la pratica dell’educazione fisica nei diversi ordini di scuola».