Il caso

«L’hanno picchiato in dieci»: è denuncia per tentato omicidio

L’avvocato Della Santa, patrocinatore del giovane vittima del pestaggio di sabato a Locarno, spiega gli sviluppi giudiziari del caso – «La vicenda mi interpella anche come sindaco: la situazione è preoccupante e le istituzioni devono mobilitarsi al più presto»
Nell’interrogazione firmata dai Verdi locarnesi si parla di in aumento di violenza in città. ©CdT/Archivio
Barbara Gianetti Lorenzetti
Barbara Gianetti Lorenzetti
09.12.2021 17:51

«L’hanno picchiato in dieci. È comprensibile che la vittima si concentri su quel tipo di reato». Sottoscrive l’ipotesi del suo patrocinato l’avvocato Gianluigi Della Santa, legale del giovane vittima dell’aggressione di sabato notte a Locarno. Quest’ultimo stamattina ha formalizzato quanto annunciato nei giorni scorsi, depositando una denuncia contro ignoti per tentato omicidio. «A breve poi – prosegue il nostro interlocutore – la famiglia del 18.enne incontrerà gli inquirenti fornendo tutto il materiale (filmati, immagini e quant’altro) ricevuto da quando il caso è stato raccontato attraverso i social media. Indizi che potrebbero servire per identificare gli autori dell’aggressione o, comunque, per raggiungere persone che al fatto hanno assistito. Poi spetterà al Ministero pubblico decidere come muoversi». Attualmente il legale fa riferimento al procuratore pubblico Zaccaria Akbas, magistrato di picchetto al momento dei fatti. «Ora la priorità – aggiunge l’avvocato – è appunto quella di identificare i presunti autori. In base ai risultati di tale operazione si saprà come andranno avanti le cose». Il procuratore pubblico dovrà insomma decidere se e quali accuse promuovere e nei confronti di chi.

Entrambi accusatori privati

Nel frattempo anche lo stesso Della Santa avvierà tutti i passi necessari. «Di certo – spiega – confermerò la denuncia già depositata dal mio patrocinato e, nel contempo, inoltrerò precauzionalmente anche una querela per lesioni semplici, nel caso in cui le altre accuse (tentato omicidio, ma anche, subordinatamente, lesioni gravi, ndr.) dovessero venire a cadere». Inoltre il legale costituirà come accusatori privati sia il 18.enne locarnese sia – fatto salvo, ovviamente, il consenso della famiglia – il minorenne pure coinvolto nell’aggressione, colpito per primo e per soccorrere il quale era intervenuto l’altro giovane.

Intanto quanto avvenuto nel fine settimana ha portato nuovamente alla ribalta una situazione nota da tempo e caratterizzata da atti di violenza gratuita, più o meno gravi, che parrebbero ripetersi a scadenze regolari in occasione degli assembramenti del week-end nella zona della rotonda di piazza Castello. «Una situazione decisamente preoccupante – prosegue Della Santa – che mi interpella anche come sindaco. Abbiamo a che fare con alcuni giovani veramente difficili da gestire, per i quali non vale alcuna regola sociale. Una problematica che travalica ormai i confini comunali. Per questo abbiamo aderito al progetto portato avanti a livello regionale assieme alla Fondazione Il Gabbiano perché vengano reintrodotti al più presto gli operatori di strada. Sono convinto si tratti di un provvedimento efficace, ma ora dobbiamo assolutamente stringere i tempi. E, soprattutto, mettere a disposizione tutte le risorse necessarie». In tale ambito, secondo il sindaco di Gambarogno, è fondamentale anche il ruolo del Cantone. «Proprio perché – conclude Della Santa – ci troviamo di fronte a una problematica generalizzata, sarebbe auspicabile che anche Bellinzona entrasse decisa in campo, soprattutto nell’ambito del lavoro di prevenzione».

Le domande dei Verdi

Intanto il caso del fine settimana è anche oggetto di un’interrogazione indirizzata al Municipio cittadino dal gruppo dei Verdi in Consiglio comunale (primo firmatario Marko Antunovic). Nell’atto si ricorda l’interpellanza sul tema già presentata nel settembre 2020 e nella cui risposta l’Esecutivo anticipava il progetto avviato, in collaborazione con la Fondazione Il Gabbiano, per la reintroduzione degli operatori di strada. Da allora, sottolineano gli interroganti, la situazione parrebbe essere ulteriormente peggiorata. Da qui la serie di domande rivolte al Municipio, al quale si chiede, fra l’altro, a che punto sia tale progetto, se siano state valutate anche altre modalità di intervento, se si sia lavorato con il Centro giovani per individuare spazi e opportunità da dedicare ai ragazzi. Interrogativi anche sulla prevenzione e sulla repressione diretta degli atti di violenza e sul supporto agli agenti di polizia, potenzialmente vittime di frustrazione visto che spesso «dopo il fermo di questi delinquenti, il giorno dopo se li ritrovano di nuovo in giro per la città».