L’idroelettrico è ancora protagonista dell’energia

L’energia rinnovabile piace sempre di più agli svizzeri. Secondo gli ultimi dati forniti dall’Ufficio federale dell’energia, il 75% di quella distribuita e consumata nel Paese proviene da fonti rinnovabili. Un dato, questo, che conferma il trend al rialzo degli ultimi anni. Basti pensare che dal 2014 al 2019 questa percentuale è salita di 21 punti. Entrando più nel dettaglio del mix elettrico distribuito in Svizzera l’anno scorso, la parte del leone continuano a farla le grandi centrali idroelettriche con il 66% della fornitura, mentre l’8,4% dell’elettricità deriva dal fotovoltaico, dall’eolico, dalle piccole centrali idroelettriche e dalla biomassa. Salta all’occhio anche l’energia elettrica derivante dalle centrali nucleari con il 19%. Ma volgendo lo sguardo alle nostre latitudini, il Ticino in materia di distribuzione di energia elettrica com’è messo?
Dal 2021 il parco eolico
Per quanto riguarda la produzione nel nostro cantone, il capo della Sezione della protezione dell’aria, dell’acqua e del suolo Giovanni Bernasconi ci spiega che la quasi totalità di essa è rinnovabile. I dati del 2018 indicano che il 94% dell’energia è prodotta dalle centrali idroelettriche. Il restante 6% è invece prodotto dal fotovoltaico (3%) – che sta particolarmente prendendo piede nel corso degli ultimi anni – e dall’impianto di termovalorizzazione (quasi il 4%). Dal 2021 si aggiungerà la produzione a pieno regime del parco eolico del San Gottardo, che corrisponderà a circa l’1%. Tornando invece al consumo, «a partire dal 2014-2015 abbiamo assistito a un netto aumento della distribuzione delle energie certificate di origine rinnovabile». Questo anche grazie al fatto che, parallelamente all’adozione del Piano energetico cantonale, è stata messa in vigore una norma in base alla quale, sul totale dell’energia fornita, l’Azienda elettrica cantonale deve poter offrire al consumatore finale in Ticino una quota minima del 90% di energia certificata di origine rinnovabile a prezzi concorrenziali.
Fotografia dei Distretti
Detto della distribuzione a livello nazionale, abbiamo dato un’occhiata ai dati presenti sul sito dell’Associazione delle aziende elettriche svizzere per tracciare un quadro del mix elettrico fornito ai vari Distretti del nostro cantone nel 2019. Il primo dato che balza all’occhio è che la maggior parte dell’energia fornita deriva dal settore idroelettrico. A Chiasso, infatti, il 72,4% dell’energia distribuita dall’AGE (Acqua Gas Elettricità) deriva dalle grandi centrali idroelettriche, un dato simile a quello dell’Azienda multiservizi di Bellinzona (AMB) con il 78%. Una percentuale minore si registra alle Aziende industriali di Lugano (AIL) con il 58,4%, alle Aziende industriali di Mendrisio (AIM) con il 56,2%, mentre la Società elettrica Sopracenerina (SES) registra il 58,6%. Per quanto riguarda l’energia solare, sul gradino più alto del podio troviamo l’AGE con il 10,5%, livelli invece nettamente più bassi nel resto dei distretti ticinesi che si aggirano intorno all’1/2%. Cifre altalenanti si registrano invece per l’energia nucleare e il carbone. L’AIL primeggia con il 34% di energia fornita dalle centrali nucleari, subito dietro la SES con il 23,5%. A proposito del carbone, il «fanalino di coda» dei Distretti ticinesi è la SES con l’1,4%, mentre AGE e AMB registrano rispettivamente il 4% e il 4,7%. Balzo in avanti invece dell’AIM con l’8%.
Una fornitura più economica
Abbiamo dato un’occhiata anche alla composizione del mix dell’energia elettrica fornita dall’Azienda elettrica ticinese (AET) ai propri clienti nel corso dell’anno. Un dato subito evidente è la variazione tra il 2018 e il 2019 dell’energia nucleare e il carbone. L’anno scorso la fornitura del carbone ammontava al 69%, mentre quella del nucleare al 6,5%. Nel 2018, invece, nucleare e carbone presentavano praticamente quasi la stessa percentuale, pari al 37,8%. La spiegazione ce la fornisce il responsabile della comunicazione dell’AET Pietro Jolli. «La qualità dell’energia erogata dipende dalla richiesta dei clienti. La prevalenza di energia non rinnovabile indica che i clienti in questione hanno optato per la soluzione di fornitura più economica, che nel 2019 è corrisposta a quella prodotta dal carbone».