L’incredibile storia di BoBosco: un successo nato per gioco

È un successo nato per gioco quello che, nel solo primo anno di attività, ha attirato in valle Verzasca oltre ventilmila persone (che, in realtà, potrebbero esser state anche molte di più). Alla base c’è un principio semplicissimo, concepito dalla mente di un padre alle prese con tre figli piccoli poco propensi a camminare. «Per stimolarli – racconta lui stesso al CdT – ho puntato sul divertimento». E la cosa ha funzionato. Tanto che l’idea è stata apprezzata anche da altri. «Poi, con alcuni amici, che pure avevano a cuore la passione per la natura e per i boschi della Verzasca, ha preso forma il progetto ‘Boccia al bosco’, che – dopo aver costituito l’associazione BoBosco – siamo riusciti ad inaugurare nel maggio dello scorso anno». Ed è stato un vero exploit, con un crescendo costante di visitatori che continua anche in questa stagione. Tanto che Joe Scolari (questo il nome dell’ideatore verzaschese) e i suoi compagni di avventura hanno già in previsione di raddoppiare l’iniziativa.
Cinque chilometri per divertirsi
Ma di cosa si tratta concretamente? Di un sentiero ludico, lungo cinque chilometri, che collega Brione Verzasca con Lavertezzo. Immersi nel verde del bosco, a pochi passi dalle acque cristalline del fiume, ci si sposta a piedi sul tracciato portando con sé una boccia di legno (che è possibile acquistare in vari punti della valle). Lungo il percorso sono disseminate dodici postazioni e alcune sorprese, dove i piccoli visitatori (ma anche gli adulti) hanno la possibilità di giocare, facendo salire la boccia su carrucole e teleferiche, lanciandola con catapulte o, ancora, facendola scendere su piste sempre nuove e sempre diverse. Il tutto realizzato con materiali naturali. Un modo divertente, insomma, per godersi il contatto con la natura e per muoversi senza accorgersi dello sforzo. «Che è poi – prosegue Scolari – quanto avevo iniziato a fare con i miei figli quando non volevano saperne di camminare e si annoiavano subito durante le passeggiate».
Le prime esaurite in un lampo
Grazie a BoBosco anche i più piccoli la noia non sanno proprio cosa sia. E sono state tantissime le famiglie – di turisti, certo, ma anche di ticinesi – a salire incuriosite in Verzasca per provare l’esperienza. «Difficile – aggiunge l’ideatore del progetto – fornire cifre precise. Basti dire che le prime duemila bocce che avevamo ordinato sono andate esaurite in un mese e mentre aspettavamo la seconda fornitura abbiamo dovuto piazzarne alcune per ogni postazione, chiedendo ai visitatori di lasciarle sul posto una volta utilizzate. Nemmeno noi ci aspettavamo un simile successo». Nel frattempo i rifornimenti sono arrivati e nel primo anno di attività le bocce vendute sono state diecimila. «Ma il numero degli utenti – prosegue Scolari – è sicuramente stato superiore (direi che arriva almeno a ventimila), considerando che spesso le bocce vengono acquistate solo per i bambini, i quali sono sempre accompagnati da uno o più adulti». A questi ultimi si consiglia comunque di dotarsi a loro volta dello strumento di gioco. «Perché fra gli obiettivi di ‘Boccia al bosco’ vi è anche quello di favorire la condivisione dell’esperienza fra piccoli e grandi e spesso ne nascono momenti molto divertenti». Tant’è vero che lungo il tracciato fra Brione e Lavertezzo l’affluenza è tornata a crescere fortemente pure quest’anno. «Rischiando – prosegue il coordinatore operativo – di creare anche qualche problema, visto che a volte si è costretti ad attendere il proprio turno a qualche postazione, cosa che non è proprio l’ideale durante una pandemia...». Ma l’esperienza risulta così piacevole che, alla fine, la pazienza ha sempre la meglio. In ogni caso i rischi di «affollamento» potrebbero presto risolversi, visto il nuovo progetto nel cassetto dell’associazione BoBosco.
Obiettivo alta valle
«L’idea per il prossimo anno – prosegue Scolari – è quella di allungare il tracciato, praticamente raddoppiandolo e arrivando fino a Frasco». Prendendo non solo due ma tre piccioni con una fava. Oltre a rendere più «fluida» la presenza dei visitatori, si faciliterebbe la suddivisione dell’avventura in più tappe separate nel tempo. «Infine – aggiunge il nostro interlocutore – porteremmo più gente in alta valle, meno frequentata, ad esempio, della zona di Lavertezzo». Un’operazione il cui costo è valutato sui 60 mila franchi, la stessa cifra che è stata investita – con il contributo di diversi sponsor – per il tracciato attuale.
Le palline di domani a chilometro zero
Sono realizzate in faggio e, inizialmente, erano state ordinate in Austria, non sapendo quale riscontro avrebbe avuto il progetto. Oggi però, visto il successo di «Boccia al bosco», si sta valutando la possibilità di avviare una produzione locale delle palline in faggio. Nel frattempo queste ultime possono essere acquistate presso gli Info point di Tenero, alla diga e a Sonogno, al chiosco e al grotto Al Ponte di Lavertezzo e al distributore automatico di Brione Piee. Ulteriori informazioni sul sito www.bobosco.ch.