L’MPS scrive a Borradori: «Confidiamo nell’intervento del Municipio»

I fatti avvenuti sabato pomeriggio in via Pessina a Lugano durante la raccolta firme dell’MPS non sono andati giù al movimento che ha inviato una lettera aperta al sindaco Marco Borradori auspicando un intervento del Municipio a difesa dei diritti democratici. «Come saprà - scrivono i firmatari - alcuni energumeni, appartenenti agli ultras del FC Lugano (qualificatisi come tali e amici di Renzetti), hanno disturbato e tentato di impedire la raccolta di firme da parte di alcune militanti dell’MPS (gravemente insultate e minacciate, ‘avreste dovuto finire nel lago’)».
Il movimento sostiene che quanto successo sabato è «il risultato di un clima di intimidazione condotto dal FC Lugano e dai suoi tifosi più scalmanati. Esistono ampie prove (mail di vario genere e chat) che mostrano come vi sia una vicinanza tra questi ambienti e il FC Lugano, con il responsabile della comunicazione del club che a più riprese ‘dialoga’ con loro». Nella lettera al sindaco l’MPS ripercorre quanto avvenuto sabato con il focus sull’intervento delle autorità: «Dopo che questi energumeni si sono piazzati davanti alla nostra bancarella disturbando ed impedendo la raccolta delle firme, abbiamo chiesto l’intervento della polizia comunale. La quale, appena giunta, si è guardata bene dall’invitare i due ad andarsene, chiamandoli ‘ragazzi’. Anzi, alla loro presenza, ha invece cominciato ad ammannirci una lezione di tolleranza: sarebbe spettato a noi non reagire agli insulti, alle minacce, ai tentativi di impedire la raccolta delle firme; perché una nostra reazione sarebbe stata considerata una provocazione». Il comportamento delle forze dell’ordine è stato definito grave dal movimento e che «denota o una certa accondiscendenza nei confronti dei ‘ragazzi’ e della loro azione illegale oppure una crassa ignoranza del Codice penale svizzero (art. 279 e 280)».
In conclusione, l’MPS invita il Municipio e di conseguenza Borradori ad un maggiore interventismo nella difesa «dell’esercizio dei diritti democratici, prendendo tutte le misure necessarie affinché tali episodi non si ripetano».