Lo schermo di Piazza Grande si accende di polemiche

«Locarno: don't touch the screen!». È il titolo della petizione che, in un giorno e mezzo ha già raccolto più di 3.000 firme. Il riferimento è alla richiesta di tutela del grande schermo di Piazza Grande durante il Locarno Film Festival. «Frutto di un’intuizione del celebre architetto Livio Vacchini, che sviluppò su misura della piazza cittadina le specifiche strutture di proiezione, caratterizzate dall’iconica struttura reticolare».
La kermesse ha deciso, già a partire dalla 78. edizione in programma dal 6 al 16 agosto 2025, di «mandare in pensione lo schermo» per motivi economici e logistici. «I vecchi tubolari avevano più di 20 anni e andavano cambiati», ha spiegato alla RSI il CEO Raphaël Brunschwig. «Abbiamo trovato una soluzione per la quale allo spettatore non cambia assolutamente nulla. Ma che a noi costa 1 milione di franchi, anziché 4».

Lo schermo gigante risale al 1971. La cabina di proiezione è già cambiata due volte. È una quinta scenica unica al mondo. «L’intuizione geniale di Vacchini, rispetto alla quale non cambiamo una virgola, è quella di aver portato il festival in Piazza Grande e di averlo reso popolare e accessibile», ha aggiunto Brunschwig. «Noi siamo soltanto i custodi temporanei di un’istituzione che ha un’anima, un’essenza, una forza che va ben al di là delle scelte sull’impalcatura».
La decisione è presa ed è impossibile, a livello tecnico, fare dietrofront. Ma il Festival si dice aperto alla «valorizzazione della struttura storica».
Eppure, oltre 3.000 persone hanno già firmato la petizione, sostenuta da 20 primi firmatari appartenenti al mondo della cinematografia, dell’architettura, della cultura e della tutela del patrimonio. Tre le richieste: «Al Locarno Film Festival di preservare e valorizzare lo schermo e la cabina progettati da Livio Vacchini continuando ad impiegarli per le proiezioni in Piazza Grande; alle autorità comunali, cantonali e federali di tutelare la proiezione cinematografica in Piazza Grande durante il Locarno Film Festival e le strutture di proiezione appositamente sviluppato dall’architetto Livio Vacchini; di garantire in futuro trasparenza, partecipazione e dibattito pubblico riguardo a scelte dal forte impatto per il Festival in rapporto al suo ruolo culturale e ai valori identitari».