Lugano

Lo skatepark cade a pezzi: in arrivo un progetto per rifarlo

I lavori fatti nel 2017 non si sono rivelati adeguati - Il gestore: «È come giocare a calcio su un campo fatto di sassi»
© CdT/Gabriele Putzu
Athina Greco
22.01.2020 18:53

«Lo skatepark va sistemato»: lo ha deciso due giorni fa la Divisione sport di Lugano durante un incontro con gli skater luganesi. La problematica, sollevata recentemente da un’interrogazione di Rodolfo Pulino (Lega), è in realtà una questione ricorrente: nel 2017 erano stati effettuati dei lavori di manutenzione che non si sono però rivelati adeguati e che hanno richiesto altri due interventi negli anni a seguire. Ma ormai le pezze non bastano più. A spiegarcelo è Daniele Stamerra, presidente dell’associazione The Joker Skateschool, unica scuola di skateboarding del Ticino: «L’area Street (ndr: quella che replica rampe e scalini che si trovano in strada), costruita nel 2011, versa in condizioni critiche e necessita un rifacimento completo. È come giocare a calcio su un campo fatto di sassi: lo skateboarding è uno sport in crescita e i nostri skater hanno bisogno di un posto dove allenarsi». Dopo aver constatato lo stato dell’area, la decisione è stata quindi presa: «Gli skater luganesi presenteranno al più presto un progetto per il rifacimento dello skatepark» ci ha riferito Roberto Mazza, capo della Divisione sport Lugano. Nel frattempo verranno effettuati ulteriori lavori di manutenzione per rendere l’area street comunque usufruibile.

Altri vantaggi

Ma una struttura più attrattiva non sarebbe vantaggiosa solamente per gli skater locali. In un momento di evoluzione come quello che sta vivendo lo skateboarding, che da quest’anno è diventato disciplina olimpica, Lugano potrebbe tornare ad essere un punto di riferimento per sportivi provenienti da tutta la Svizzera e da oltre i confini. Nel 2002 infatti, quando fu inaugurata la struttura, lo skatepark di Lugano era molto competitivo e nei primi tempi le affluenze superavano le 30.000 persone all’anno. Un punto d’incontro che va preservato «in cui si cade, ci si rialza e ci si aiuta a vicenda» ha concluso Stamerra.