Lo spirito di Nebiopoli non tramonta mai

È stato ribattezzato «Pacco Momò». Al suo interno, aveva spiegato il comitato di Nebiopoli, c’è tutto lo spirito del Mendrisiotto. Uno spirito solidale, dal momento che il ricavato dell’iniziativa verrà devoluto «ai gruppi di carnevale in difficoltà che ne faranno richiesta» recitava il comunicato diffuso ieri. Ebbene, le 300 confezioni sono state vendute nello spazio di poche ore. Per la gioia del presidente Alessandro Gazzani. Il quale, candidamente, ammette: «Non ci aspettavamo una risposta simile». E ancora: «La speranza, è chiaro, c’era. Una parte del comitato spingeva per realizzare 100 confezioni, altri invece puntavano a 500. Con 300, diciamo, abbiamo accettato un compromesso. Considerando che ogni Pacco è stato venduto a 60 franchi, la somma raccolta è considerevole. E ci permette di guardare con fiducia alla prossima edizione, forti anche del successo realizzato nel 2020 poco prima della pandemia».
Il popolo del carnevale, insomma, ha risposto presente.
«Sì, ma aveva risposto presente anche lo scorso anno dopo il nostro grido di allarme. Il tam tam, adesso, è ripreso. Certo, nel frattempo il mondo si è fermato complice la pandemia. Ed è una situazione che ha pesato soprattutto sui nostri partner, i fornitori. Nel 2020 avevamo preso una direzione chiara, rinunciando ai grandi marchi a favore del commercio locale. Ovvero, piccoli e medi imprenditori della zona. A questo giro, ci siamo venuti incontro. Una sorta di aiuto reciproco. D’altronde, con lo stop di molte attività come i ristoranti i nostri partner hanno perso anche l’80-90% della loro cifra d’affari».
Che significato possiamo dare ad un successo simile?
«Io ho avuto il coronavirus e non è stato uno scherzo. Rispettiamo totalmente le misure attualmente in vigore anche perché, banalmente, non siamo medici. Il nostro compito, però, è far divertire le persone e con questo piccolo gesto abbiamo ripreso il fil rouge della scorsa edizione».


I carnevali erano stati un po’ dimenticati, al grido «non sono importanti». Ma, a modo loro, lo sono. Vero?
«Non dico che siamo stati dimenticati, visto che c’erano e ci sono problemi ben più gravi. Dico però che c’è tutto un sottobosco fatto di volontari e persone che dedicano anima e corpo ad associazioni come la nostra. Un sottobosco che ha un impatto sociale ed economico, un valore aggregativo. È stato sottovalutato, questo sì, l’impatto del coronavirus su realtà come i gruppi di carnevale. I quali, ad esempio, hanno costi fissi come l’affitto di capannoni e via discorrendo».
Facciamo un salto in avanti: come vi immaginate Nebiopoli nel 2022?
«In presenza, come ai vecchi tempi. La mia e la nostra speranza è quella. Di tornare ad aggregarci, spensierati, con una in mano e tanti sorrisi. E mascherarsi, mi riferisco al carnevale, fa bene. Perché ti permette di uscire dalla quotidianità e di mettere da parte i problemi. Pesa, pesa tantissimo non avere questa spensieratezza di fondo».
Sarà davvero possibile avere un carnevale in presenza?
«Lo spero, anche se la paura c’è. Ed è legata all’evolversi della pandemia, sebbene l’arrivo del vaccino sia un elemento di fiducia. Noi, come comitato, stiamo già ragionando sul 2022. Da un lato, come detto, c’è la voglia da parte di molti di tornare a divertirsi. Lo vediamo dalle reazioni sui social alle nostre recenti iniziative. Dall’altro, però, non tutti recupereranno prima le caratteristiche della vita pre pandemia. Si è insinuata, appunto, molta paura. E diversi comportamenti innaturali, come il distanziamento e l’uso delle mascherine, sono diventati nostri oramai».
Torniamo al «Pacco Momò». Ne farete degli altri a questo punto?
«Le discussioni sono in corso. Siamo già andati un pelino oltre le 300 unità, abbiamo bloccato le prenotazioni un po’ dopo. Parallelamente, non vogliamo esagerare mantenendo una certa esclusività».
