Locarno

L’oasi verde ferita dal vento rinascerà con alberi e arbusti

La strategia per risanare l’Isolino, fortemente danneggiato dalla violenta tromba d’aria verificatasi a metà agosto
Sono ancora molto evidenti i danni provocati dalla tromba d’aria dello scorso mese di agosto. © CdT/Chiara Zocchetti
Barbara Gianetti Lorenzetti
Barbara Gianetti Lorenzetti
29.01.2022 06:00

Sono in molti a passeggiarvi durante le loro ore di svago. Chi per godersi la natura, chi attraversandolo per un periplo nella zona del delta, chi facendo una corsetta, chi per accompagnare i più piccoli nel parco giochi. L’Isolino è, insomma, un’oasi verde molto apprezzata dai locarnesi e dagli ospiti della città. Non solo. Si tratta anche di una rarità, per certi versi. Di origine golenale e con una superficie di circa 45 mila metri quadrati, rappresenta infatti uno dei rari casi di boschi planiziali ancora esistenti sul nostro territorio. «Una zona – chiosa il municipale di Locarno Bruno Buzzini – da cui, come dagli altri parchi e giardini presenti nel comune, cittadine e cittadini devono poter trarre beneficio». Roberto Tulipani, poi, direttore della Divisione logistica e territorio, sottolinea come «abbiamo tutti il dovere di tutelare tale patrimonio, elemento naturale di vita, per le generazioni che verranno». Quella inferta dalla violenta tromba d’aria dello scorso 16 agosto è dunque stata una ferita molto sentita e profonda, in seguito alla quale – però – la Città si è subito messa all’opera, ponendo nero su bianco una strategia per riportare l’Isolino a nuova vita.

Addio a piante vecchie e giovani
«I danni inferti al patrimonio forestale – commenta l’ingegner Giovanni Monotti, che da tempo segue da vicino lo sviluppo del bosco cittadino – sono stati molto ingenti. Le forti raffiche di vento hanno sradicato e danneggiato irreparabilmente sia piante vecchie di grosse dimensioni sia piante più giovani dai diametri più contenuti, in vari casi rovinate a terra anche per un effetto domino, sotto il peso delle prime». Il disastroso risultato finale è stato «il frutto della concomitanza di più fattori esterni – prosegue Monotti –. In particolare hanno influito la direzione e la forza della tromba d’aria, ma soprattutto ha giocato la grande resistenza offerta dalle chiome delle piante, coperte da un denso fogliame». Ha pesato in modo importante anche il radicamento superficiale di diversi alberi, che ha reso instabili molte parti del bosco.

Una valutazione di dettaglio
«Di conseguenza – spiega ancora l’esperto – gli interventi messi in campo dagli addetti ai lavori, oltre all’allontanamento del legname a terra, hanno implicato anche una valutazione di dettaglio delle piante rimaste in piedi, che svettavano al di sopra dell’altezza media del popolamento, risultando quindi isolate e, a corto-medio termine, instabili». Nel corso del mese di dicembre sono stati ultimati gli abbattimenti e ora si procederà con il ripopolamento delle radure, in particolare con la messa a dimora di 45 piante già sviluppate in verticale e di un centinaio di arbusti, che ricostruiranno il margine boschivo e torneranno a inverdire le aree più aperte.

«Considerato il potenziale rigenerativo della zona e la rapidità di crescita delle varie essenze – chiarisce l’ingegner Monotti – si può affermare con tutta sicurezza che le marcate ferite nel tessuto arboreo del Bosco Isolino verranno rapidamente sanate e che la zona riacquisterà nel breve il suo carattere silvestre». Per quanto riguarda il finanziamento dell’operazione, Roberto Tulipani aggiunge che «la Sezione forestale garantisce la consulenza ai Comuni, ai patriziati e ai consorzi e autorizza gli interventi immediati e urgenti di ripristino che la situazione richiede in caso di danni della natura. Tutti gli interventi forestali sono sussidiati dalla Sezione stessa, sulla base delle vigenti leggi in materia forestale e ambientale, e finanziati dal Comune, al netto dei ricavi della vendita del legname ricavato dopo la tromba d’aria».

Occhio attento alla biodiversità
Il Bosco Isolino, tanto caro ai locarnesi, ritroverà dunque presto il suo splendore, seguendo la via degli interventi selvicolturali iniziati a partire dal 2012, che miravano alla riqualifica e alla tutela della funzione ricreativa dell’area, alla valorizzazione della funzione ecologica e al miglioramento del parco giochi, per il quale era stato realizzato un progetto parallelo. Si è pure voluto puntare sull’aspetto divulgativo, realizzando un percorso formativo didattico, indirizzato in particolare alle scuole elementari. Nel futuro si punterà ancora maggiormente alla tutela della biodiversità, evitando sfalci intensivi e puntando invece su interventi mirati e regolari e sulla lotta alle neofite invasive. «Il parco giochi – conclude Buzzini – è un elemento di richiamo imprescindibile per molte famiglie e tale rimarrà. La Città intende garantirne sempre la sicurezza e migliorarne ulteriormente l’attrattività».