La rivendicazione

Locarno vuol tenersi la Corte d’appello e di revisione penale

Il Municipio scriverà al Governo per evitare il trasferimento - Rispondendo ad un’interrogazione di Nicola Pini l’Esecutivo annuncia anche l’intenzione di ottenere nuovi impieghi cantonali
La tematica era divenuta d’attualità nell’ambito della prospettata ristrutturazione del Pretorio di Locarno, dove la CARP ha sede attualmente. (foto Zocchetti)
Red. Locarno
13.05.2019 16:19

LOCARNO - Altro che insediamento temporaneo: la Corte d’appello e di revisione penale (CARP) deve rimanere a Locarno. Ad esserne convinto è il Municipio cittadino, che in tali termini ha risposto al consigliere comunale PLR Nicola Pini, autore di un’interpellanza sul tema, poi trasformata in interrogazione. Lo spunto per l’atto era venuto dal rapporto della Gestione del Gran Consiglio sul credito approvato di recente dal Parlamento per la progettazione della ristrutturazione del palazzo del Pretorio (dove la CARP ha appunto sede). Nel documento, redatto dallo stesso Pini, si ricordava che l’insediamento della corte sulle rive del Verbano era stato deciso nel 2009, con la definizione di «temporaneo» e con l’intenzione, poi, di trasferirla a Lugano. A tal proposito il rapporto gestionale invitava il Consiglio di Stato a riesaminare la questione, mantenendo la CARP a Locarno, sia per favorire un’equa distribuzione regionale dei servizi sia per garantire la separazione delle sezioni del Tribunale d’appello.

Nel frattempo Pini aveva interpellato sullo stesso tema anche il Municipio locarnese, che gli ha ora risposto. L’Esecutivo afferma di essere informato del ventilato trasferimento e, soprattutto nell’ottica della ridistribuzione dei settori cantonali sul territorio, sottolinea come «sarebbe giusto che questa importante camera del potere giudiziario rimanesse a Locarno». Anche per mantenere separati i due livelli giudicanti in ambito penale.

Detto ciò, l’Esecutivo si dice disposto a darsi da fare perché tale auspicio diventi realtà, adoperandosi affinché i lavori di ristrutturazione del Pretorio «siano eseguiti tenendo conto della permanenza della Camera di appello e revisione penale a Locarno». Per ottenere tale risultato la Città coinvolgerà i propri rappresentanti in Gran Consiglio e scriverà direttamente al Consiglio di Stato.

Nella sua interrogazione Pini allargava poi il discorso alla presenza di posti di lavoro cantonali sul territorio locarnese, chiedendo quale fosse la strategia del Municipio in tale ambito. Nella risposta si sottolinea come l’Esecutivo si sia più volte attivato per preservare impieghi del genere entro i confini locarnesi (chiedendo, ad esempio, il mantenimento dell’ufficiale dei registri e di quello di esecuzione, come pure dello sportello della polizia degli stranieri). Altro passo concreto è stata la variante pianificatoria – adottata con l’avallo del Consiglio comunale – che ha permesso l’ampliamento dell’Istituto cantonale di patologia. L’Esecutivo ha inoltre ventilato la possibilità di concretizzare nuovi progetti, come quello della Città dei mestieri, che non ha però ottenuto il sì da Bellinzona. Ma Locarno non si fermerà: «Il Municipio – conclude infatti la risposta – intende allestire un elenco di possibili sedimi e edifici in grado di ospitare settori dell’amministrazione cantonale, da sottoporre al Consiglio di Stato».