Lodrino, dagli scavi torna la storia

BELLINZONA - Tra il 18.esimo e il 19.esimo secolo diede lavoro a molta gente del posto e oggi rimane nell'immaginario collettivo anche grazie a una rivisitazione storiografica pubblicata decina d'anni fa. Stiamo parlando della vecchia Vetreria di Lodrino, l'unica mai esistita in Ticino insieme a quella di Personico. La sua attività è cessata quasi duecento anni fa, ma le testimonianze non mancano, a cominciare dallo stabile stesso, tuttora esistente. L'ultimo inaspettato pezzo di questa storia, in ordine di tempo, è venuto alla luce mercoledì scorso. Durante lo scavo per la realizzazione delle nuove canalizzazioni è stato scoperto un manufatto risalente agli anni 1780-1784, quando la fabbrica venne costruita e si avviò la produzione. Si tratta di una parte del canale che alimentava l'attività industriale. Scendendo dalla zona dell'acquedotto portava al frantoio l'acqua necessaria per macinare il quarzo, ricavandone il vetro. Gli operai della ditta Ennio Ferrari SA hanno subito intravisto l'opera nei pressi del ponte vecchio, decretando lo stop ai lavori. Sono quindi intervenuti gli specialisti della Sezione archeologia dell'Ufficio dei beni culturali, i quali giovedì hanno poi proceduto a prelevare il materiale che verrà conservato e verosimilmente valorizzato. «Si tratta di un bel manufatto in granito, lavorato ottimamente», spiega contattato dal CdT Giulio Foletti, parte in causa in tutti i sensi essendo al contempo collaboratore dell'Ufficio dei beni culturali, municipale di Lodrino e autore - insieme al compianto Flavio Bernardi - della ricerca «Le vetrerie di Personico e di Lodrino» pubblicata nel 2005 dalle Edizioni Jam. I lavori di recupero degli specialisti sono terminati l'altroieri. «Si tratta di un'importante testimonianza di archeologia industriale», commenta ancora lo storico Giulio Foletti. Non è la prima volta che emergono elementi un tempo appartenuti alla vecchia fabbrica del vetro. Di recente da un giardino privato erano spuntati dei forni.