Lugano

Lombardi o Chiesa? Tutti e due: nomine tese ai vertici delle AIL

Rinnovato fra le polemiche il consiglio di amministrazione della società di proprietà pubblica – Ha fatto discutere soprattutto la scelta dell'UDC di proporre il suo municipale al posto di Galeazzi – Ferrara: «Imbarazzante» – Bühler: «Ha le competenze»
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Giuliano Gasperi
12.05.2025 23:50

Le ultime nomine che avevano fatto discutere così tanto erano state, nove anni fa, quelle per il direttivo del LAC. Il rinnovo dei rappresentanti della Città nel consiglio d’amministrazione delle AIL si è concluso, dopo svariate polemiche, con la nomina di Filippo Lombardi (designato dal Municipio), Mario Antonini, Fabio Forrer (proposti dal PLR), Lukas Bernasconi (Lega), Marco Chiesa (UDC) per cui è stato necessario il secondo turno, Paolo Beltraminelli (Centro) e Filippo Zanetti (Sinistra). Due municipali nel CdA: una situazione rara e fortemente criticata da alcuni, soprattutto per il fatto che i democentristi hanno puntato su Chiesa (inizialmente il nome era quello di Tiziano Galeazzi) dopo che l’Esecutivo aveva deciso di riproporre Lombardi. Questo nonostante il fatto che lo stesso Lombardi, avendo raggiunto i sessantanove anni, potrebbe restare in carica solo un altro anno, come da statuto delle AIL (l’interpretazione della relativa norma ha reso necessaria una perizia giuridica interna). «Anche se per un periodo limitato - ha detto il sindaco Michele Foletti - il contributo di Lombardi potrà garantire un processo di transizione ottimale. E un anno in più di continuità potrà accompagnare meglio il cambiamento di assetto in corso nelle AIL, preparando il terreno per l’avvicendamento».

Quattro fuori

Il dibattito è stato teso e senza giri di parole. Ed è cominciato con quattro persone che hanno lasciato la scena. Essendo parti in causa, Paolo Beltraminelli e Lukas Bernasconi hanno abbandonato la sala per evitare un conflitto d’interessi. Poi, punzecchiati dalla capogruppo liberale radicale Natalia Ferrara, lo hanno fatto anche i municipali Marco Chiesa e Filippo Lombardi. La stessa Ferrara, poi, ha criticato duramente la candidatura di Chiesa. «Siamo a Lugano, non a Napoli. Non è opportuno che un candidato escluso dal Municipio venga riproposto da un gruppo del Consiglio comunale, mettendo tutti gli altri di fronte a una prova di forza: una situazione difficile e imbarazzante. Chiesa - ha concluso Ferrara - deve ritirare la sua candidatura». Non è tardata la risposta del democentrista Alain Bühler. «Premettendo che modificare il proprio candidato è legale, dopo la conferma del Municipio nei confronti di Lombardi, ci sembrava corretto riconsiderare la nostra proposta iniziale e sostenere l’ingresso di Chiesa: una figura autorevole e preparata. La sua nomina non solo è una garanzia di competenza, ma un contributo alla continuità dell’azienda». Chiesa fa parte della Commissione dell’ambiente, della pianificazione del territorio e dell’energia del Consiglio degli Stati, oltre che dell’associazione IG Energiegase, che rappresenta i grandi consumatori di gas energetici in Svizzera (circostanza che secondo Chiesa non rappresenta un conflitto d’interessi: se così fosse, sarebbe comunque disposto a lasciare il sodalizio).

Il grande assente

E pensare che tutte queste discussioni sulle nomine avrebbero potuto non esserci. O perlomeno svilupparsi in modo molto diverso. Avrebbero potuto, se fosse già entrato in vigore il regolamento sulla governance di sette società detenute dalla Città (AIL, AIL Servizi, Avilù, Casinò Lugano, Società Funicolare Cassarate-Monte Brè, TPL e Verzasca) chiesto con una mozione nel 2012 e messo nero su bianco dal Municipio nel 2018. La riforma propone una serie di norme in base alle quali, per citare la più discussa, i consiglieri comunali non potranno essere più nominati, in rappresentanza del Comune, nei consigli di amministrazione delle società in questione, dove il lavoro svolto viene remunerato con un compenso annuale che può raggiungere cifre non indifferenti: decine di migliaia di franchi all’anno per le aziende con il giro d’affari più ampio. Un compenso (dettaglio non da poco) che in base al nuovo regolamento non verrebbe percepito dai municipali, che in quanto dipendenti dell’amministrazione dovrebbero riversare la somma nelle casse del Comune. Ebbene: un rapporto per portare il documento nella sala con le nuvole dipinte sul soffitto, nella scorsa legislatura, era anche stato firmato. Lo aveva messo a punto una commissione speciale presieduta dal liberale radicale Fulvio Pelli. Poi ci sono state le elezioni, la commissione speciale è stata rinnovata e la nuova, guidata da un’altra liberale radicale, Natalia Ferrara, ha deciso di revocare il precedente rapporto per presentarne uno nuovo, come da sua facoltà (è successa la stessa cosa sul tema delle zone trenta). Di quest’ultimo rapporto, tuttavia, non si vede ancora nemmeno l’ombra. La commissione si è riunita diverse volte, ha posto domande al Municipio e ha ottenuto delle risposte, ma il suo lavoro non è concluso. Secondo nostre informazioni, dovrebbe durare fino ad oltre l’estate. Nel frattempo è passato un termine importante (se parliamo di governance delle partecipate) cioè il rinnovo dei CdA di altrettanto importanti società. Un termine che, a detta di più di un consigliere comunale, non doveva scadere senza un regolamento sul tavolo.  

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