L'oro blu del lago per nutrire gli acquedotti

L’oro blu sarà estratto dal lago. L’acqua potabile che disseterà gli abitanti di Brissago, Ronco s/Ascona e Ascona potrebbe in un prossimo futuro essere «pescata» dal Verbano. I tre Comuni, infatti, si sono accordati per finanziare uno studio di fattibilità sull’approvvigionamento idrico dal lago, anziché dalle sorgenti. «Non si tratterà di sostituire l’acqua sorgiva, ma di costituire una riserva per i periodi di siccità», ci spiega Claudio Jelmoni, capodicastero del Servizio di approvvigionamento idrico, Servizio raccolta rifiuti e Ambiente (energia) di Brissago. «Una possibilità peraltro già inserita nel Piano cantonale di approvvigionamento idrico e in via di attuazione, ad esempio, nel Mendrisiotto, a Riva San Vitale, dove ci siamo recati per approfondire il tema. Insieme ai municipali e agli uffici tecnici dei rispettivi Comuni che si affacciano sul Verbano, a Riva San Vitale c’erano anche gli esperti della Holinger, società che abbiamo incaricato di allestire lo studio di fattibilità per la possibile captazione dal Lago Maggiore», evidenzia Jelmoni.
La concessione OFIMA
L’acqua di Brissago è praticamente tutta sorgiva. Circa il 70% proviene dal drenaggio della galleria che collega il lago di Palagnedra alla centrale delle Officine idroelettriche della Maggia (OFIMA), azienda con la quale Brissago ha una concessione. Il rimanente 30% proviene da sorgenti montane, distribuite soprattutto nelle coste di Incella e Piodina. «Si tratta ovviamente di acqua non superficiale, che sgorga delle profondità della roccia, ed è quindi particolarmente pulita, filtrata in modo naturale. Per precauzione, effettuiamo comunque dei trattamenti con lampade UV che eliminano eventuali batteri residui», spiega Giacomo Fiscalini, responsabile del Servizio di approvvigionamento idrico di Brissago. «Nei prossimi anni (2035) scadrà la concessione con l’OFIMA – afferma Jelmoni -, e nel caso non fosse possibile rinnovare tale concessione, ci verrebbe a mancare la principale fonte di approvvigionamento idrico». Anche da qui, oltre che dai lunghi periodi di siccità annunciati, la necessità di un piano B: pescare l’oro blu dal lago.
Oltre 2 milioni di metri cubi
Il consumo di acqua potabile nei tre Comuni rivieraschi arriva mediamente a superare i 2 milioni di metri cubi l’anno. Il Quello del Comune di Ascona, con 1,3 milioni, è l’acquedotto che ne distribuisce di più, mentre Brissago si aggira sui 500.000 e Ronco s/Ascona sfiora i 300.000 metri cubi annui.