Luce verde a Campione d'Italia per la vendita dell'ex Tennis

Circa 100 mila euro gravano sui bilanci comunali di Campione d’Italia soltanto per le pratiche doganali di «esportazione» dei rifiuti, uno degli effetti dell’inclusione dell’enclave nell’area dell’Europa unita. Il dato è emerso nel corso dei lavori consiliari, lunedì sera, in tema di approvazione - avvenuta a maggioranza - delle tariffe 2025 della tassa per i rifiuti (complessivamente quasi 840 mila euro), così come tra una astensione e due voti contrari dai banchi della minoranza, è stata ratificata la variazione di bilancio che considera, tra altro, il saldo dell’annoso debito con il Comune di Lugano per i costi del Consorzio di depurazione delle acque. Assente il sindaco Roberto Canesi, la seduta consiliare aveva avuto un esordio imprevisto causa complicazioni della convocazione della riunione medesima, superate dalla vicesindaco Tanina Padula, che l’ha presieduta, con la ratifica dell’urgenza per questioni amministrative prossime alla scadenza.
Fulcro della seduta, però, è stato un argomento che va e viene dai banchi consiliari fin dal 2012, lungo tre legislature. Riguarda la cessione dell’area ex Tennis, a monte del borgo. Soggetto a vincolo paesaggistico, il compendio è da anni abbandonato, per quanto fosse stato a suo tempo ceduto dal Comune ad una impresa che non ha mai smesso di rivendicarne il possesso in una ridda di cause, ricorsi, sentenze. Di quella del Tribunale amministrativo il Consiglio comunale è stato chiamato lunedì a prendere atto, e «conseguenti determinazioni», con l’obiettivo di concludere una vicenda ricapitolata dall’assessore Paolo Bortoluzzi con la lettura di uno sterminato atto: in principio l’ex Tennis avrebbe dovuto accogliere struttura per anziani, centro benessere e hotel, oltre ad alcune residenze, 10 milioni di franchi il prezzo pattuito. Un importo poi ridotto a 9 milioni, mentre sulla scorta di prescrizioni della competente Sovrintendenza, si andava contraendo anche la superficie edificabile. Finalmente fuori dalle aule giudiziarie è maturata una nuova possibile intesa di compravendita: 7 milioni e mezzo di franchi per un progetto esteso su quasi 7.400 metri quadrati. Dall’insediamento residenziale sono scomparsi l’hotel e la casa medicalizzata per anziani, e per quanto di quest’ultima si riconosca universalmente la necessità, nello stato di dissesto finanziario in cui ancora versa il Comune l’opera non è più che vagheggiata mentre proprio il provento della cessione dell’ex Tennis, è stato ribadito, consentirebbe un decisivo risanamento dei bilanci. Per la maggioranza consiliare il via libera alla vendita ridarà vita ad una zona da troppo tempo «dismessa» mentre il gruppo minoritario Campione 2.0 ha chiesto l’inclusione in delibera di un parere legale fortemente critico sull’operazione.
Due mozioni presentate del medesimo gruppo di minoranza, infine, non hanno raccolto la maggioranza dei consensi: respinta quindi l’ipotesi di un albo che tenga espresso conto di piccole e medie imprese campionesi nei lavori commissionati dal Comune, e negata l’adesione all’Autorità di bacino del Ceresio italiano, che paradossalmente ha sede proprio nell’enclave, di cui pure Campione d’Italia aveva fatto parte, da cofondatore dell'istituzione, fino al 2020. Secondo i consiglieri Simone Verda e Gianluca Marchesini, sottoscrittori della mozione, l’adesione produrrebbe cespiti cospicui: se ne è detto convinto anche Christian Toini, sempre dalle parti dell’opposizione, mentre la maggioranza ha avuto un soprassalto, come dire, autonomista, rivendicando il diritto, in materia, di fare da sé.