Lugano a caccia di idee, ma stentano ad arrivare

Che questo o quel progetto sia stato calato dall’alto è una lamentela frequente alle nostre latitudini, specie in ambito pianificatorio. Associazioni e cittadini che trasecolano, che dicono di non essere stati informati se non a cose fatte. Non sempre a torto, peraltro: la Legge sullo sviluppo territoriale prevede che, per quanto riguarda la partecipazioni, i Comuni possano limitarsi al deposito degli atti per un mesetto, previo avviso all’albo. Senza troppa fanfara, volendo. In questo quadro, Lugano sta per contro sperimentando un’altra via e da mesi sta chiedendo urbi et orbi di esprimersi sul costruendo Piano direttore comunale (Pdcom), lo strumento che farà da base ideologica per la pianificazione della Lugano del 2040. Facendo peraltro seguire alle parole i fatti: negli scorsi mesi sono stati organizzati incontri, serate, passeggiate nei quartieri. Eppure la risposta della popolazione sta lasciando un po’ a desiderare. Ad esempio, alla Città sono arrivate solo 22 prese di posizione sul progetto: «Forse la gente non è abituata a questo genere di processi - afferma il municipale Filippo Lombardi, capodicastero Sviluppo territoriale -. È abituata che tutto viene dall’alto. Ma stavolta c’è veramente la possibilità di partecipare e di discutere. Non credo che abbiamo sbagliato metodo per far partecipare la popolazione, ma credo che non tutti abbiano capito l’importanza di farlo». E, fra chi sta partecipando, è sottorappresentata la categoria a cui il tema dovrebbe interessare di più: i giovani. «Sarebbe importante che si rendano conto che non si discute di pura teoria, bensì della città che vivranno fra vent’anni e i loro figli fra quaranta. Spero che nella seconda fase della consultazione ci sia una maggior risposta da parte della popolazione».
Il senso della procedura
A stilare il Pdcom da fine gennaio è un gruppo multidisciplinare guidato dallo Studio d’architettura Paola Viganò, la cui visione è stata quella preferita dalla giuria fra quelle che hanno partecipato a una procedura a mandati di studio in parallelo. Visione che si intende tramutare entro la prossima primavera in un documento che terrà conto degli spunti raccolti in questi mesi fra la popolazione, gli esperti e la Città stessa. Il Pdcom sarà poi la base su cui operare la revisione degli oltre venti Piani regolatori (Pr) di Lugano, che verranno sensibilmente ridotti (ne resteranno fra i 7 e i 10) in base al principio delle Costellazioni proposto dallo studio Viganò: non più un Pr per ogni ex quartiere o nucleo, bensì uno per ogni zona che abbia continuità territoriale, demografica e infrastrutturale. Ad esempio potrebbero essere uniti da questo profilo Sonvico, Dino,Cadro e Villa Luganese. «L’idea di fondo mi sembra sia stata bene recepita - afferma Lombardi. - La sfida ora sarà definire i confini fra una zona e l’altra, tenendo conto che la proposta Viganò prevede di frazionari alcuni dei quartieri esistenti».
Cosa è emerso finora
E veniamo a quanto raccolto finora, che può essere consultato nella sua interezza al sito dedicato www.pdcomlugano.ch. A partire dal centinaio di suggerimenti liberi arrivati dalle 22 prese di posizione. Spunti di vario tipo: nuovi («Creare una circolazione limitata a senso unico ad anello andando a formare 4 aree pedonali esclusive»), concettuali e di ampio respiro («Manca una strategia per ridurre le zone edificabili», «Ridimensionare il Pian Scairolo», «Introdurre un road pricing per disincentivare l’accesso veicolare alle aree centrali della città); puntuali («Dare vocazione di trasporto pubblica alla Funicolare San Salvatore per la popolazione di Pazzallo», «Recupero e riuso dei terrazzamenti sopra Gandria e restauro del villaggio medievale di Gandrio»; e internazionali («Potenziare il servizio di navigazione fino a Porlezza per pendolari con abbonamenti agevolati e investimenti italiani nelle infrastrutture di supporto», «Promuovere il Parco del Camoghè quale parco regionale nazionale e internazionale. Ciò aprirebbe ai finanziamenti federali e UE»).
I tavoli tematici
Parallelamente alla partecipazione pubblica, sono anche stati convocati dei tavoli che si sono chinati su aree tematiche specifiche: cultura; volontariato e società civile; scuola, università e ricerca; tempo libero (commercio, turismo e sport); ed economia e finanza. A mo’ di esempio il tavolo volontariato e società civile era composto da fra Martino Dotta (Fondazione Diamante) Marcello Cartolano (Ingrado), Marco Imperadore (Associazione Amelie), Margaret Kuelen (Ministero pubblico), Marialuisa Parodi (FAFT Plus), Maria-Luisa Polli (Fondazione Diamante), Achille Ranzi (ATTE), Marilena Ranzi Antognoli (ATTE) Josiane Ricci (Croce Rossa) e Noah Sartori (Drunken Sailor/Morel). Fra i temi ce ha sollevato vi erano quelli della mancanza di spazio pubblico in centro e di occasioni di socialità, nonché la necessità di avere servizi e facilitazioni per le famiglie per conciliare casa e lavoro.
Quelle Commissioni un po' rassegnate
A giugno è stata organizzata una decina di passeggiate per le «Costellazioni». Anche queste di alterno successo. Meriti e demeriti, in questo caso, sembrano essere però più delle singole Commissioni di Quartiere, a cui la Città si è appoggiata per spargere la voce. «Non tutte hanno concepito allo stesso modo l’importanza di quanto si sta facendo - afferma Filippo Lombardi. - Alcune mi sono sembrate un po’ rassegnate». Come se ritenessero futile l’esercizio: «Ma le invito ad attivarsi: si sta davvero dicutendo il futuro di Lugano». Buon per loro, ci sarà l’appello: la Città intende tornare nei quartieri e nei villaggi per raccogliere ulteriori suggestioni, con modalità ancora da definire.
Adesso si riparte
La consultazione intanto proseguirà. Innanzitutto con una serie di tre incontri tematici al Foce (il primo il sei settembre dal titolo «Lugano, la presenza dell’acqua»). Poi si vuole appunto tornare nei quartieri. Nel frattempo, per chi cercasse letture da spiaggia alternative, il citato sito dedicato al Pdcom offre ampissimo materiale per arrivare preparati ai prossimi appuntamenti.