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«Lugano Beach» come Dubai: uno sceicco pronto a investire

La spiaggia sul Ceresio potrebbe diventare presto realtà - Un ricco magnate arabo presenta la sua curiosa idea: gli «Emirati Luganesi Uniti» - Per accedere alla croisette si pagherà
(fotomontaggio di Alessio Petralli)
Red. Online
01.04.2019 06:00

LUGANO - Il progetto di una vera e propria spiaggia sul lungolago di Lugano, in pieno centro, oltre a far discutere e a dividere l’opinione pubblica, inizia a solleticare l’interesse di potenziali investitori. «Lugano Beach», infatti, stando a nostre informazioni, potrebbe diventare presto - si parla già dell’estate 2021 - una realtà, grazie all’intervento milionario di un facoltoso sceicco di Dubai. Il magnate vorrebbe riproporre il modello di spiagge in voga - e di successo - nella rinomata città degli Emirati Arabi Uniti. «Lugano Beach» - nel progetto dello sceicco, che si sarebbe innamorato della città e del suo lago durante un recente soggiorno, tanto da acquistare un prestigioso appartamento nei pressi del LAC - nella sua parte più suggestiva dovrebbe diventare una sorta di «piccola Dubai»: l’uomo, sulla cinquantina, avrebbe già preso contatto con l’Esecutivo e con il sindaco Marco Borradori, ma desidera mantenere l’anonimato «sino a quando i giochi non saranno fatti». Nel progetto e nei sogni dello sceicco, «Lugano Beach» dovrà assomigliare al Jumeirah Beach Park di Dubai, la principale spiaggia pubblica della città, dalle fini sabbie dorate, immersa nel verde dell’omonimo parco. Per entrare a Jumeirah è attualmente necessario pagare un ingresso di dieci dinari, e un po’ su questo modello ci si vorrebbe muovere anche a «Lugano Beach», per evitare che il fiore all’occhiello della città diventi un bivacco a cielo aperto. Secondo nostre fonti, si sta già pensando a «una tessera estiva che permetterà ai residenti di accedere alla spiaggia a prezzo ridotto». L’idea dello sceicco, d’accordo con il Municipio (unico contrario al momento è Lorenzo Quadri, che si è comunque detto pronto a rivedere la sua posizione) è quella di accelerare i tempi e ridurre al massimo la possibilità di ricorsi e discussioni politiche, che rischierebbero di compromettere la buona riuscita del progetto. È possibile che già nel corso del 2019 il messaggio municipale arrivi sui tavoli del Legislativo: e a quel punto, quella che sembrava una “boutade” – lanciata a inizia anno dal linguista Alessio Petralli – potrebbe clamorosamente diventare realtà, per la gioia di buona parte dei luganesi, che in un recente sondaggio svolto dal nostro sito cdt.ch si erano detti favorevoli alla lingua di sabbia chilometrica, dal Ciani al LAC. Il progetto ha addirittura un nome in codice, che tradotto suona più o meno come: «Emirati Luganesi Uniti». Non è noto al momento se questo sarà il nome definitivo della spiaggia.