Festività

Lugano come Como: pagano i privati

Una cordata guidata da Artioli ha pronti 300.000 franchi per creare una città dei balocchi - Previsti giochi di luce sugli stabili intorno a piazza della Riforma e una pista di ghiaccio - Solite polemiche per le casette gastronomiche
© CDT/CHIARA ZOCCHETTII
Chiara Nacaroglu
16.11.2019 06:00

«Proiezioni luminose in stile Como a Lugano? Bello, ma costerebbe troppo e senza privati non possiamo più farlo». Così il capodicastero Eventi Roberto Badaracco aveva commentato la proposta, avanzata dal consigliere comunale leghista Andrea Censi un anno fa, che chiedeva di introdurre un’illuminazione sugli stabili di piazza della Riforma e delle altre piazze coinvolte dal mercatino di Natale cittadino. Il municipale stimava una spesa di centinaia di migliaia di franchi: troppi per la Città. Centinaia di migliaia di franchi che un gruppo di investitori privati, capitanati da Stefano Artioli, ha deciso di investire per trasformare Lugano in una città dei balocchi con illuminazioni non solo su Palazzo Civico (come avvenne l’ultima volta nel 2012) ma anche sugli stabili intorno al villaggio del Natale. La spesa è tutta carico dei privati e, ci conferma Badaracco, ammonta a circa 300 mila franchi (ma potrebbero anche essere di più). La metà circa li sborsa proprio Artioli per acquistare una pista di ghiaccio che verrà posizionata in piazzetta Rezzonico e non, come si voleva inizialmente, sulla nuova banchina sul lungolago. Questo per ragioni organizzative e di tempistiche: «Ma faremo la perizia idrogeologica - dice Badaracco - in modo da poterla posizionare sull’acqua per il Natale 2020». Sì, perché è stato deciso che la pista animerà il Natale luganese almeno per tre anni. Il progetto prevede anche uno scivolo ghiacciato per slittini che quest’anno sarà posizionato sulla banchina in Riva Vela. L’accesso ad entrambe le attrazioni sarà libero. «Si tratta di un salto di qualità per l’evento natalizio cittadino, che verrà inaugurato il 1. dicembre con l’accensione dell’albero in piazza della Riforma e si concluderà con l’Epifania», dice il municipale.

E le motivazioni?

Quello messo in piedi dalla Città è un partenariato pubblico-privato visto raramente nel settore degli eventi luganesi. «È vero, cambia il paradigma a cui siamo abituati, ma questo ci permette di organizzare qualcosa per cui la Città non avrebbe i soldi», spiega Badaracco. Sulle motivazioni che hanno spinto l’imprenditore – che ha da poco comprato Palazzo Albertolli per viverci – il capodicastero assicura che Artioli «non ha chiesto nulla in cambio, ma agisce per dimostrare che ha a cuore la città».

Non mancano le polemiche

Negli scorsi anni il villaggio natalizio ha riscosso un buon successo di pubblico, tanto che ormai gli esercenti fanno a gara per aggiudicarsi una casetta gastronomica. E non mancano mai le polemiche per le modalità di assegnazione. A lamentarsi, tanto da rinunciare allo spazio che gli è stato assegnato in piazza San Carlo, è in particolare Salvatore Cavallo dello snack bar Il Coccodrillo: «Ci sono assegnazioni poco chiare e favoritismi – spiega – perché, ad esempio, due locali che non si affacciano su piazza della Riforma ma vi hanno solo la sede legale hanno diritto a una casetta?». «Da tempo ormai – replica Badaracco – assegnimo ai ristoratori sulla piazza una casetta, loro pagano la tassa per il suolo pubblico lì tutto l’anno, non possiamo negare loro l’accesso alla piazza proprio nel periodo dell’anno in cui si fanno più affari. Se la sede legale è in piazza, noi diamo la casetta. Abbiamo sempre fatto così».

"La proposta: allarghiamo il villaggetto"

«Sappiamo che l’assegnazione delle casette nei villaggetti crea spesso malumori», dice il presidente di GastroLugano Michele Unternährer, che invita gli associati a farsi avanti con proposte per il futuro. «A metà dicembre ci riuniremo per mettere nero su bianco alcune richieste da inviare al Municipio. Ci piacerebbe allargare il villaggio di Natale ad altre zone, avere più casette da affittare ad esercenti che hanno locali fuori piazza della Riforma e rivedere le modalità di partecipazione per favorire un ricambio equo». Perché, «se è vero che chi ha una casetta intorno all’albero di Natale fa affari d’oro, - conclude - non dimentichiamo che il villaggetto danneggia i bar più discosti».