Lugano conta i danni della scossa

La Cassa pensioni dei dipendenti perde 15 milioni, il Casinò teme un crollo delle giocate di clienti italiani
Giuliano Gasperi
17.01.2015 06:00

LUGANO - Il terremoto del cambio euro-franco vicino alla parità sta facendo tremare molte mura e quelle degli enti pubblici non fanno eccezione. Partiamo da via Carducci 4, dove la Cassa pensioni della Città di Lugano, da inizio anno, ha perso una cifra attorno ai 15 milioni di franchi. La somma corrisponde al 2,6% del patrimonio globale dell'ente cittadino, come spiega da noi contattato il risk manager Luca Bonanomi. E pensare che prima dell'abolizione della soglia minima da parte della Banca Nazionale la tendenza era positiva: nelle prime due settimane del mese c'era stata una crescita dello 0,5%.

Il danno per l'ente luganese si è materializzato in Borsa: da un lato con le partecipazioni in alcuni titoli svizzeri penalizzati dal cambiamento, dall'altro con le obbligazioni in valuta estera. Più che in euro, moneta con cui la Cassa pensioni è esposta per il 6% del proprio patrimonio, il calo è avvenuto con il dollaro, che pure ha patito il rafforzamento del franco e con il quale l'esposizione è del 14%.

«Tutte le casse pensioni avevano delle remore sull'euro, ma la decisione della Banca Nazionale ha toccato tutte le valute creando un effetto perverso» commenta Bonanomi. Un effetto che per ora non tocca il grado di copertura della Cassa pensioni dei dipendenti della Città. «La perdita verrà assorbita da nostre riserve che ammontano a più del doppio» fa sapere il nostro interlocutore. E l'impatto sul mercato immobiliare? «Per ora non vedo effetti negativi sulla Cassa pensioni. Al massimo ci sarà un'influenza positiva se i tassi d'interesse scenderanno ancora».

Spaventa l'effetto indiretto

Da via Carducci ci spostiamo in piazza della Riforma, a Palazzo Civico. La preoccupazione per le conseguenze sul mondo economico e le relative entrate fiscali è forte, anche se nell'immediato, per i bilanci della Città, gli effetti positivi superano quelli negativi, come spiega il capo dell'Area finanze ed economia Michele Foletti. «Da una parte, l'aumento del tasso negativo sui depositi interbancari può aumentare il costo di tenere in cassa tanta liquidità, come accade a noi quando incassiamo le imposte, quindi dovremo pensare a gestirla in un altro modo. Lo stesso aumento però – spiega sempre il municipale – potrebbe far abbassare i tassi d'interesse e rendere meno onerosi i debiti con le banche. Con la necessità di indebitamento che ha Lugano, questo secondo effetto ha un peso maggiore».

La Città risparmierà qualcosa anche su alcuni pagamenti fatti all'estero, come quelli alle compagnie teatrali per «Lugano in Scena». La situazione a medio e lungo termine però preoccupa. Foletti ritiene che sia ancora troppo presto per valutare l'effetto indiretto sull'economia del nuovo cambio euro-franco – senza dimenticare l'impatto sulla piazza finanziaria dell'accordo fiscale con l'Italia – ma il timore di vedere ridotto ancora il gettito fiscale esiste, viste anche le conseguenze a cui potrebbero andare incontro settori come il turismo, il commercio, la ristorazione e in generale il mercato del lavoro.

L'Italia punterà meno pesante

Lasciamo piazza della Riforma per l'ultima tappa della nostra camminata immaginaria: via Stauffacher, sede del Casinò di Lugano. «Sicuramente dovremo rivedere il preventivo dell'anno prossimo – dice l'amministratore delegato della casa da gioco Patrick Lardi – Siamo ovviamente preoccupati per la diminuzione del potere d'acquisto dei giocatori italiani (l'80% dei clienti gioca in euro, ndr) ma non va dimenticata una cosa: in un giorno i nostri jackpot sono passati da un valore di 390 mila a uno di 480 mila euro e questo ci rende più attrattivi».

Lardi non si sbilancia ancora sui possibili effetti sul conto economico dell'anno prossimo e le eventuali contromisure a livello di costi. «Ora preferiamo restare prudenti e aspettare di vedere come reagirà l'economia, anche sulle misure preventivate dal presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi».