Cantiere

Lugano, la nuova piazza pronta per Natale

Aprirà entro la fine dell’anno l’area riqualificata di Piazzetta della Posta con la fontana, alberi e panchine - Bertini: «Ora si pensi alla zona della Pensilina» - LE FOTO
© CDT/GABRIELE PUTZU
Chiara Nacaroglu
06.11.2019 06:00

Sarà confezionata come un regalo sotto l’albero di Natale dei luganesi la nuova Piazzetta della Posta dove gli operai sono al lavoro per ultimare la fontana di porfido rosso che, in primavera, vedrà l’acqua zampillare. Inizialmente, come spiegato nell’incontro informativo organizzato a giugno dalla Divisione servizi urbani della Città, le tempistiche previste erano altre: a fine agosto sarebbe stata ultimata la fontana e un mese più tardi la piazza. Il ritardo - che, va detto, è tale solo se guardiamo alla realizzazione della fontana perché non prolunga la durata del cantiere - è dovuto ad un dettaglio richiesto dall’architetto per la posa dei dadi di porfido: se il materiale è lo stesso di quello utilizzato in centro, la forma è leggermente diversa così come il dettaglio di posa.

«È stato deciso un nuovo modo di operare», spiega il responsabile della Realizzazione delle infrastrutture Maurizio Solcà. Si tratta di un lavoro di fino, eseguito manualmente da due operai, pioggia permettendo. All’altezza di ogni pianta che circonderà la fontana c’è da seguire un disegno ben preciso di posa. Si tratta di una sorta di patchwork a cerchi di larghezza diversa. Un lavoro che non si vede spesso in una piazza pubblica e per questo sta affascinando i molti curiosi che da settimane sbirciano dietro i pannelli adibiti a protezione del cantiere. Tra le altre novità legate alla vasca ci sono ugelli supplementari e l’illuminazione. Ma se sono stati «ritardati» i lavori in Piazzetta della Posta, nel frattempo sono stati portati avanti quelli nel Piazzale ex Scuole che è - e sarà ancora per un bel po’ - area di cantiere. «In ogni caso,- spiega dal canto suo il capodicastero Servizi urbani Michele Bertini - il cantiere sta avanzando nei tempi e nei costi preventivati». Il credito di 8,5 milioni di franchi per il cantiere che completa quanto iniziato trent’anni fa con i gli interventi di riordino delle infrastrutture e la posa della pavimentazione in pietra naturale, lo ricordiamo, è stato approvato nel 2016. Nel 2018 sono iniziati i lavori la cui fine è prevista all’inizio del 2021.

Lo spazio, come detto, sarà vivibile per Natale. «Entro le feste auspichiamo di aver concluso tutto e valuteremo la possibilità di spostare la recinzione per rendere fruibile il comparto, posizionare le panchine e piantumare i lecci», spiega ancora l’ingegner Solcà.

Lecci che fanno già bella mostra di sé da qualche settimana in via della Posta (nella foto sopra), in parte riaperta e terminata, accanto a candelabri stradali con luci a LED. «Il lavoro di riqualifica - dice Bertini - è finalmente visibile: non dimentichiamo che in Contrada di Verla c’era un posteggio per moto e che in Piazzetta della Posta giusto qualche fioriera. È valsa la pena tenere duro nel momento delle critiche puntando ad un risultato». A gennaio (e almeno fino ad aprile) si lavorerà su via Vegezzi dividendo il tratto in due in modo da lasciare agibile il posteggio privato.

«A livello urbanistico, il prossimo sforzo sarà dare un contenuto a Piazzale ex Scuole e, come avevo già detto, bisognerà trovare il coraggio di sacrificare la Pensilina Botta. Questo per non dover condizionare uno sviluppo importante per il futuro di Lugano, ovvero l’arrivo del tram-treno, ad una struttura preesistente. Quell’area diventerà la porta d’accesso della città - continua - e andrà valorizzata a dovere».

Dopo le polemiche per il cantiere tra i commercianti della zona l’ambiente è più disteso, nonostante chiusure di spazi commerciali ci siano state. A luglio ha chiuso il negozio di giocattoli La città del sole e la proprietaria aveva additato tra le cause proprio i lavori e il rifiuto da parte del proprietario di casa (un privato) di abbassare l’affitto almeno temporaneamente. Ora quello spazio è abbandonato a se stesso. Un peccato, anche secondo Bertini. «Se vogliamo una città viva con i commerci non più solo legati ai fasti di un tempo, - dice - dobbiamo riuscire ad incentivare anche altri tipi di attività. E questo spetta all’ente pubblico, che si occupa di dare un contesto piacevole e facilitare l’accesso al centro, ma dovrebbe nascere anche da una coscienza collettiva per cui anche chi mette in affitto gli spazi commerciali capisca che se la città è viva ne beneficiano tutti. Magari privati potrebbero pensare di regolare l’affitto in base alla cifra d’affari per evitare una chiusura. Perché - conclude - quando un negozio abbassa la serranda per sempre, perdiamo tutti».