Lugano, quella villetta in Corso Elvezia va tutelata o no?

Il Consiglio comunale di Lugano ha di recente dato mandato al Municipio, entro un anno, di rivalutare alcuni edifici per eventualmente proporne una tutela quale bene culturale. Fra di essi vi è una villetta affacciata su Corso Elvezia costruita un secolo fa. Ecco perché.
Contesto troppo mutato
A volere la villetta fu il luganese Costanzo Daminelli, attivo nell’ambito dell’artigianato alimentare con una ditta omonima. L’edificio in stile eclettico, di autore ignoto, si sviluppa su tre piani e si erge al centro di un giardino tutt’ora esistente. Nel 1930 e nel 1933 l’architetto Nino Beretta, sempre su richiesta di Daminelli, vi ha apportato lievi modifiche. Il suo valore storico e culturale, come ricorda il Cantone in un suo parere, risiede nel «riuscire ancora a evocare l’immagine di corso Elvezia di inizio ‘900». In quel periodo, si legge nella scheda descrittiva ad essa dedicata, lungo Corso Elvezia (che assume tale nome nel 1909) «vengono costruite delle palazzine su modello della città-giardino. Negli anni Venti in questa zona periferica ci sono estese superfici non edificate, tanto che, al momento dell’edificazione della chiesa del Sacro Cuore (1922-1927) situata sull’isolato di fronte alla villa, il tratto settentrionale del corso si presenta ancora come una strada di campagna».
Di tutto ciò si è quasi perso traccia. Tanto che, argomenta il Municipio, «attorno al fondo sorgono diverse palazzine di edificazione più recente: il contesto circostante pertanto sminuisce la presenza dell’edificio in questo comparto» al punto da non decretarne la tutela. E questo malgrado l’ISOS (l’Inventario federale degli insediamenti da proteggeri) ponga un obiettivo di salvaguardia «A», il più elevato.
«Può reggere il confronto»
Per il Consiglio comunale, la villetta è però quantomeno degna di uno sguardo più approfondito, in quanto non condivide « l’argomentazione del Municipio secondo la quale il contesto circostante sminuisce l’edificio in modo così marcato», come si legge in un rapporto. E ancora: « Secondo il Cantone, la palazzina potrebbe reggere il confronto con il contesto urbano in cui si situa: i rapporti volumetrici e spaziali tra la preesistenza e le diverse palazzine di edificazione più recente sono infatti mitigati sia dalla dimensione del fondo di pertinenza, sia dalla sua ubicazione». Da cui la richiesta di rivalutare la tutela.