Criminalità

Lugano resta la città più sicura del Paese

Registrati 23,5 reati ogni 1.000 abitanti nel 2021 - A Lucerna sono il doppio, a Ginevra quasi il triplo - Preoccupa l'aumento della violenza domestica - In crescita i comportamenti scorretti al volante, mentre i furti sono in diminuzione ormai da un decennio
John Robbiani
17.05.2022 06:00

Lugano continua ad essere la città elvetica in cui vengono registrati meno reati, e il divario con le dirette inseguitrici rimane ampio. Nel principale centro ticinese infatti, l’anno scorso, sono stati censiti 24,7 reati ogni 1.000 abitanti (+1,3% rispetto al 2020) contro i 36,3 di San Gallo e i 36,8 di Winterthur. Molto staccate le altre città elvetiche. Lucerna, al quarto posto, registra per esempio 50 reati ogni 1.000 abitanti. Losanna 54, Zurigo 56, Ginevra 64, Bienne 79, Basilea e Berna 76. Un primato, quello di Lugano, esposto con fierezza - durante un incontro con la stampa organizzato per presentare l’attività del 2021 - dal comandante della Polizia comunale Roberto Torrente e dalla capodicastero Sicurezza Karin Valenzano Rossi. Incontro con la stampa che si è tra l’altro tenuto poche ore dopo l’accoltellamento in piazza Dante.  

Tra le mura di casa

Lugano primeggia in Svizzera anche se si guarda il numero d’incidenti della circolazione. Sono 15,4 ogni 10.000 abitante rispetto, per esempio, ai 27,3 di Zurigo e ai 29,6 di Losanna. E in città da anni si nota una continua diminuzione dei furti, che si sono praticamente dimezzati in un decennio. «Un dato un po’ preoccupante - ha sottolineato Valenzano Rossi - riguarda però il numero di reati riconoducibili alle violenze domestiche. La polizia è dovuta intervenire 47 volte d’ufficio nel corso dell’anno (+74%)». I casi erano stati 27 nel 2020 e 43 nel 2019. «Un aumento - è stato spiegato - che si nota in tutti i centri elvetici». In tutto il Luganese sono stati registrati 96 casi di violenza domestica nel 2021 (erano 68 nel 2020) mentre in Ticino il dato si attesta a 209.

L’auto e un bicchiere di troppo

La polizia ha invece notato un aumento delle infrazioni al voltante (2.397 contro le 1.609 del 2020 e le 1.959 del 2019). E lo stesso vale per i controlli dell’alcolemia. L’anno scorso sono state 317 le persone sorprese mentre guidavano con un tasso superiore allo 0,4. Nel 2020 erano 202 (ma l’anno è stato segnato anche da un periodo di lockdown) e 263 nel 2019. Una crescita importante, dunque. 

Giovani e prevenzione

La polizia continua poi a tener d’occhio la situazione dei giovani. Durante la pandemia sono infatti emersi alcuni episodi che hanno avuto ampia eco sulla stampa: assembramenti, risse e aggressioni. «La gioventù però è sana» ha spiegato Valenzano Rossi. Da questo punto di vista c’è un’anticipazione. La Città nelle prossime settimane vorrebbe promuovere un progetto di prevenzione e sensibilizzazione. «Abbiamo notato - ha spiegato la capodicastero - che una parte degli adulti, dopo la pandemia, non è più abituata al rumore e ad avere una città viva. Vorremo rivolgerci a loro chiedendo un po’ di comprensione. Ma poi vorremo anche rivolgerci ai giovani chiedendo loro di rispettare le necessità di chi vorrebbe più tranquillità».

La videosorveglianza

Il comandante Torrente ha poi fatto il punto sul sistema di videosorveglianza in città, sempre più utilizzato dall’autorità inquirente. Sono state 488 (cento in più rispetto al 2020) le ricerche effettuate grazie alle immagini registrate dalle telecamere posizionate in centro. Uno strumento diventato ancora più utile al Ministero pubblico da quando, proprio su richiesta della Procura, la Città ha portato a 100 i giorni di conservazione delle immagini.

«No alla polizia unica»

Valenzano Rossi ha poi ribadito lo scetticismo (cfr. il CdT dell’11/5) della PolCom e delle altre polizie strutturate del Luganese in merito all’idea di una polizia unica in Ticino. La municipale ha comunque confermato la necessità di riforme.