Territorio

Lugano strizza l’occhio alle partnership con i privati

L’alleanza tra pubblico e investitori privati ha portato alla realizzazione della prima area verde di Molino Nuovo – In futuro il parco di via Brentani potrebbe crescere - Intanto Lugano guarda sempre con maggiore interesse a questo tipo di collaborazione
©CdT/Chiara Zocchetti
Nico Nonella
02.10.2023 06:00

Che cosa hanno in comune il nuovo parco in via Brentani a Molino Nuovo con l’aeroporto, il Polo sportivo e degli eventi e il Polo congressuale al Campo Marzio? Tutti e tre i progetti della Città di Lugano sono (o saranno) caratterizzati da una partnership pubblico-privata. Una strategia alla quale la Città guarda con molto interesse.

Era un posteggio

Partiamo proprio dal parco pubblico di via Brentani, la prima vera area verde del quartiere di Molino Nuovo, atteso da quindici e inaugurato ufficialmente sabato scorso. I lavori erano iniziati nel giugno di tre anni fa in uno dei cantieri più grandi di Lugano. L’area che separa via Brentani da via Monte Boglia era stata trasformata – per buona parte della sua lunghezza, dal CSIA alla Migros – in una spianata di terra (prima era una spianata d’asfalto essendo la zona adibita a posteggio privato). Tutto era nato da una mozione dell’allora consigliera comunale del PPD Maddalena Ermotti Lepori e concretizzata dal Municipio con un Piano di quartiere e una partnership pubblico-privato che permise all’investitore (HRS, per conto di Credit Suisse, su progetto e input dello studio Renzetti&Partners) di costruire due palazzi da dieci pieni capaci di contenere 153 appartamenti e un supermercato al piano terra.

«Strategia win-win»

«È stato un progetto win-win – afferma la capodicastero Spazi urbani, Karin Valenzano Rossi –. I privati avevano un vincolo di realizzare un parco giochi, noi avevamo una parte da destinare a spazio pubblico e in animo di realizzare un’area giochi. La Città, grazie all’iniziativa dell’allora capodicastero Michele Bertini e dell’impulso di Renzetti&Partners, unisce le forze con i privati e insieme concordano di estendere la porzione dedicata al parco giochi condiviso fino a 3.900 metri quadri. La Città ha incaricato il progettista e si è occupata della realizzazione del parco sulla base dell’esperienza in questo ambito e con la collaborazione di professionisti del settore (Benicchio Giardini). I finanziamenti sono arrivati per la maggior parte dai privati e la Città si occupa della manutenzione».

Insomma, per Valenzano Rossi «è un esempio virtuoso e vogliamo continuare su questa strada. Anche a fronte di superamenti di costi non previsti, è stato possibile trovare soluzioni molto soddisfacenti, con sforzo ulteriore da parte dei privati». Niente più compartimenti stagni, dunque. E lo stesso parco – afferma la municipale – in un futuro non troppo lontano potrebbe anche crescere: «Vorremmo poter implementare una soluzione condivisa simile con il Cantone quando dovrà ristrutturare il CSIA, adiacente all’area verde».

Esempi da seguire

Non c’è il rischio di dare troppo margine di manovra ai privati? Chiediamo di conseguenza e forse un po’ per provocazione alla nostra interlocutrice: «Ritengo di no, se le discussioni sono equilibrate e costruttive. Nello specifico i parametri sono stati definiti nel Piano di quartiere e nell’accordo». Il desiderio e l’auspicio di Valenzano Rossi è che iniziative come questa possano fungere da esempio e ispirarne altre. Ci sono in cantiere altri progetti simili al parco di via Brentani che prevedono una partnership pubblico privata? Chiediamo a tal proposito. «Al momento no ma confido se ne possano fare molti altri», è la risposta finale.